di Nicola Zuccaro
Foggia, giovedì 22 luglio 1943, ore 9.35. Dopo l’incursione aerea del 28 maggio, il capoluogo dauno, fu nuovamente bombardato dall’aviazione anglo-americana. Nei 3 giorni successivi al bombardamento di Roma (19 luglio 1943) e in quelli che precedettero il 25 luglio 1943, data della defenestrazione di Mussolini da parte del Gran Consiglio, Foggia pagò cruentemente l’alto tributo di vittime, inflitto dalle aviazioni delle potenze militari divenute alleate dell’Italia badogliana, dopo la firma dell’Armistizio in quel di Cassibile, il 3 settembre 1943, e poi ufficializzato 5 giorni più tardi, l’8 settembre 1943 con la trasmissione del messaggio radiofonico a firma del Maresciallo Pietro Badoglio.
Le Fortezze B.17 F del 34mo Squadrone composto da 10 veivoli, quelle del 342mo, dek 414mo squadrone, del 97mo Gruppo Bombardieri a cui si aggiunsero i Caccia P38F del Primo Gruppo Fighthers, sganciarono la maggior parte dei loro ordigni sulla stazione ferroviaria. Dalle 9.35 alle 14.00, con intermittenze di 25 minuti, oltre allo scalo foggiano, anche gli aeroporti ubicati nei dintorni della Città, furono rasi al suolo per la strategica importanza che essi ricoprivano nelle varie
operazioni belliche, unitamente ad una consistente parte dei centri abitati. Le vittime accertate furono 7.643 ma il tributo più alto fu pagato, il 19 agosto, sempre di 75 anni fa con 9.581 morti a cui si aggiunsero i 971 periti nei bombardamenti del 24 e del 25 agosto 1943.