La Poesia è per tutti
foto di copertina Federico Garcia Lorca
… la poesia non si mangia ma può diventare indispensabile
Rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania, a cura di Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.
Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.
Buona Poesia!
Maria Pia Latorre ed Ezia Di Monte
redazione@corrierepl.it
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Il 13 giugno 1865 nasce a Dublino William Butler Yeats. Vive in cima alle scogliere di Howth. In quella atmosfera magica in cui ogni villaggio ha il suo fantasma e la sua leggenda, il poeta trae spunto per scrivere la sua prima opera in prosa Celtic Twilight, intitolato Village ghosts.
I versi di Yeats vengono pubblicati per la prima volta nel 1885. Nel 1887 pubblica un’antologia poetica dal titolo Poems and ballads e nell’’88 dà alle stampe a Londra Favole e racconti irlandesi, consolidando la sua crescente notorietà. Conoscerà in quel periodo G. Bernard Shaw e Oscar Wilde. Nel 1891 Yeats fonda a Londra la Società letteraria londinese.
Nel 1910 si trovò a far parte del comitato accademico della Royal Society of Literature. Nel gennaio del 1923, Yeats ottiene un seggio al senato irlandese e vi si insedia, nonostante l’Irlanda conservatrice e profondamente religiosa continui a guardare con sospetto l’interesse del poeta e di sua moglie verso l’occulto e i fenomeni magici. Sempre nel 1923 gli viene conferito il Premio Nobel per la letteratura.
La pena d’amore
Lo strepitare di un passero alle gronde
la luna che risplende e il cielo latteo,
e l’armonia solenne delle foglie avevano
cancellato l’immagine e il grido dell’uomo.
Una fanciulla sorse con le rosse labbra
dolorose e sembrò la grandezza
di tutto il mondo in lacrime,
dannata come Ulisse, le navi infaticabili, fiera
come Priamo assassinato insieme alla sua gente;
sorse, e all’istante le gronde clamorose, e la luna
che arrampicava sopra un cielo vuoto, e tutto
quel lamento di foglie non poterono
che ricomporre l’immagine e il grido dell’uomo.