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Enzo Biagi – «Senza dire arrivederci»

Questo è libro che ha in rete recensioni zero o completamente fasulle, nessun richiamo su youtube e neanche Wikipedia ci da una mano.

Dobbiamo fare noi, è un libro da soffitta. L’autore no, è Enzo Biagi, amatissimo giornalista che ha parlato con il mondo, che abbiamo perso il 2007, dopo averlo perso dalla Rai e dal Fatto che curò dal 1995 (proclamato da una giuria di critici televisivi come il miglior programma giornalistico realizzato nei primi cinquant’anni della Rai) per l’epurazione del famoso «editto bulgaro» per aver detto, con la solita franchezza qualcosa al potente di turno.

Ora lo spazio è occupato da Vespa con i cinque minuti, ma che abisso di differenza

In questo libro di oggi Biagi fa una operazione sui generis per un giornalista, riporta le interviste fatte a tutte le donne famose perché potenti o perché, com’è nella gran parte, vicino ad uomini potenti o anche donne non famose ma incontrate durante incredibili viaggi di un cronista meticoloso ed attento, come la piccola cantante polacca in una serata a Cracovia, o la commessa a Cartagéna in Colombia.

Se qualcuno si aspetta da questo libro – dice l’autore – qualche piccante rivelazione, rimarrà deluso… di fronte agli stakanovisti del sofà, provo un senso di noia: troppo ripetitivi, mentre incute una certa deferenza un gentiluomo di cui si è detto:

” faceva l’amore per educazione, come quegli astemi che non sanno dire di no a un goccio di vermut”.

Biagi mette in guardia da false interpretazioni, “Senza dire arrivederci” parla di donne e forse il titolo è proprio richiamato dal primo capitolo, dove l’autore ricorda il titolo Arrivederci Francesca, un film tedesco ispirato alla guerra.

“Raccontava la storia di un giornalista che vedeva la sua donna tra una battaglia e l’altra, un abbraccio, poi sempre via, al fronte”.

Un Regina ripudiata in Egitto, seconda sposa di Faruk, attrici americane di un tempo che recitavano con mostri sacri, insomma donne…” che c’è di male – scrive l’autore nella rapida introduzione – se più più di Jacqueline Kennedy mi ha incantato Evelyn Lincoln, la segretaria, che passò undici anni accanto al geniale senatore del Masssachussetts?

Di lei dicevano:|C’è sempre qualche Lincoln alla Casa Bianca|”.

Un libro che si legge, che si fa leggere

L’autore tenta un bilancio, forse ha attraversato un pezzo di umanità, ed anche l’infelicità incontrando vedove…” non perché siano pallidi pianeti che si illuminano di un sole tramontato, ma sulla scena c’è il Feldmaresciallo Rommel e non Frau Lucie Maria, c’è Roosevelt e non Mrs Eleanor, che pure aveva una spiccata intelligenza e un forte carattere”

Un libro per tutti ma che parla al femminile, invocazioni, pensieri, odori, canzoni, pioggia, il profumo di fiori che riporta all’infanzia, un libro di ricordi, luoghi lontani e sempre tra la gente, come ha vissuto un grande giornalista da tutti amato che così chiude la presentazione del libro e che rappresenta un po’ la ragione dei libri in soffitta:

” E ora, come diceva lo sconsolato Hemingway, che tutte le montagne sono state scalate, mi accorgo che è vero, come qualcuno ha detto, che i ricordi migliori sono quelli che si sono dimenticati. Fatti quasi di niente.”

(39) L’ultima intervista rilasciata da Enzo Biagi – YouTube

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