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Han Suyin – L’albero ferito

Cina – autobiografia – storia

Le autobiografie sono sempre interessanti, se legate ad un personaggio famoso, nel
libro che abbiamo in soffitta, pubblicato nel 1965 – la nostra edizione è dl 1976 –
l’autobiografia è personale, ma abbraccia un paese-continente qual’è la Cina e un
pezzo di storia copre gli anni 1885-1928, a cominciare con la vita di suo padre, un colto
ingegnere cinese di cultura Hakka.

Una famiglia di piccola nobiltà minore nel Sichuan

Il libro descrive come ha conosciuto e sposato sua madre, una fiamminga belga, il suo ritorno alla Cina e la sua nascita e primi anni di vita.

L’autrice è nata il 12 settembre 1917. I suoi libri, dal momento che sono stati pubblicati in
inglese, hanno creato un flusso culturale della cultura americana in Asia, e viceversa offerto dei ritratti asiatici del tutto originali ed autentici rispetto a quelli che si trovano sia negli autori anglo-americani che in quelli asiatici-americani.

Ha coperto, con i suoi libri. un vastissimo pubblico, con le fiabe cinesi, la tradizione eroica e la storia.

” La vita di un uomo comincia con i suoi padri e si prosegue nei suoi discendenti. La vita di
mio padre, e dopo con la mia vita, c’è quella della mia famiglia. Per descrivere la famiglia
devo andare indietro nel tempo passato e raccontare come i progenitori giunsero nella terra dove si stabilirono. Erano Hakka, il popolo dei commercianti nomadi all’interno del
continente che è la Cina”.

Il libro è davvero intrigante, abbiamo letto i bellissimi reportage di TizianoTerziani, i cui libri sono nella nostra soffitta, ma ne parla oggi il il figlio ed è ancora vivo e diffuso il suo messaggio.

Ma la Cina di Terzani è quella vista da un europeo, Han Suyin parla dal cuore della sua esperienza con un linguaggio e con un stile occidentale, anche perchè il padre è un belga cinese e la madre fiamminga.

Perciò affascina il lettore.

La storia parte da antenati dell’autrice sfuggiti all’invasione mongola della Cina del Nord, e
dei signori del Sechuan, la ’terra dei quattro fiumi’.

E come furono coinvolti nel reprimere una rivolta di musulmani cinesi che si erano ribellati in sintonia con la grande rivolta dei  Taiping della metà del diciannovesimo secolo.

Si segue poi la vita di suo padre nel viaggio verso l’Europa ed il Belgio, per perfezionare i
suoi studi ingegneristici, stupito ed incancato della scienza occidentale.

Racconta anche come sua madre, pur essendo ben radicata nella sua famiglia belga, si innamorò di suo padre  scegliendo di seguirlo in Cina, anche rinunciando alla sua nazionalità belga e sapendo di vivere con difficolta, nel rapporto con le donne cinesi, scontrandosi con rivalità e freddezza.

Storie personali e storia, come tutte le vere autobiografie. Anzi su questo incontro d’amore alla fine c’è una sorpresa.

Una Cina pre maoista, oggetto di mercato occidentale, con le ribellioni dei boxers, Sun
Yatsen e Chang Kai-shek. Storia dunque, ma anche costume, come una sorta di preludio alla Cina di oggi che grazie alle penetrazioni occidentali, come quella di una famiglia singola, è quella che è.

Anzi la domanda nasce spontanea ” come è stato possibile il trapasso senza scosse al mondo moderno?” si domanda l’editore nella piega di copertina. Ed è una domanda che giriamo ai lettori, dopo aver letto il libro.

 

Una annotazione finale, l’autrice è più famosa per i llibro “L’amore è una cosa meravigliosa” che è stato un film famoso del 1956 con Jennifer Jones e William Holden, ma più famosa la canzone che ha vinto l’Oscar.

Dubito davvero che non la si conosca. La dedichiamo all’autrice, da poco scomparsa, che immaginiamo seduta accanto a noi a leggerci il nostro libro di oggi.

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