Persi di vista, ci sono amici che appartengono alla nostra vita, ma ultimi decenni ci separano per interessi diversi, poi scopri che la vita scivola e li perdi sul serio, Gigi Za, sociologo di Unisalento, era davvero mio amico
Gigi l’ho conosciuto nella preistoria dell’esistenza, quando poco più che ventenne partecipai come tutor in un evento in Basilicata, con i giovani impegnati in lavori di pubblica utilità negli anni ’70.
Mi ricordo in quelle circostanze le sue incursioni nei meandri dei pensieri sociali dei giovani che ambivano, in un Sud depresso alla pensione, senza conoscere il lavoro.
Un’iniziativa a Berlino nel 1981 ci portò a parlare di giovani ed europa nascente con ancora il muro che divideva la città. le foto che inserisco sono di quel periodo, si vede Gigi Za di spalle e in copertina frontale con la sua immancabile sigaretta.
La chicca fu nei primi anni 80 l’organizzazione di un evento tra jungs di Berlino e giovani di un comune interno della Lucania, un mese di estate a Fardella, in provincia di Potenza nel parco del Pollino.
Un interscambio di culture tra urbe e cultura contadina, tra società indifferenti e convivialità.
Già nel 1983 io andavo a Roma e poi da li ad altri lidi di incarichi e la vita ci divise. Ma resta un bel ricordo di una mente vivace, arguta, dove la sociologia diventava non studio asetticco del territorio, ma lettura dell’animus popolare, delle sue tendenze e trasformazioni.
Gigi era il punto di riferimento dell’Unisalento, dalle sue aule sono uscite menti brillanti che incontriamo nel nostro lavoro, un faro di cultura che ci illumina ancora.
Un’ultima cosa da ricordare il suo attaccamento alla Basilicata, con il suo paese di origine Castelmezzano, le dolomiti lucane che sovrastano la sua piccola casa si proiettano in un cielo che mi auguro lo accolga. Rip
