Principale Arte, Cultura & Società Nota sul cattolicesimo politico –  riflessioni del prof. Pietro Pepe

Nota sul cattolicesimo politico –  riflessioni del prof. Pietro Pepe

Note storiche della Democrazia in Italia; il vecchio partito Democrazia Cristiana e i suoi valori REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Prof. Pietro Pepe

Riceviamo e pubblichiamo con piacere delle riflessioni politiche del prof. Pietro Pepe – Sempre attento alle dinamiche della società italiana e alla politica nazionale

I pilastri su cui poggia la storia del Cattolicesimo Politico, portano il nome di Tre grandi Statisti: Alcide De Gasperi (1881 – 1944); Don Luigi Sturzo (1871 – 1959); Papa Giovanni Battista Montini – San Paolo VI (1897 – 1978).

Con il loro pensiero politico e la loro grande opera fecero nascere e crescere la “Democrazia” in Italia e in Europa.

È l’elenco di tre fondamentali protagonisti del Cattolicesimo Politico, che sono ritornati alla casa del padre, dopo aver fatto tanto bene all’Umanità: da non dimenticare per il lascito culturale, politico, religioso. La loro grande opera fu preziosa per far nascere e crescere la Democrazia in Italia e proteggerla dalle aggressioni comuniste, fasciste e qualunquiste e per costruire un solido sistema di Libertà.

Dopo aver pregato per l’anima buona di Sturzo e di Paolo VI ricorderemo l’anniversario di Alcide De Gasperi, vero grande statista dell’Italia Repubblicana. Un esempio per i governanti di oggi e di domani che seppe con la sua visione culturale, politica e religiosa porre al primo posto l’impegno per il Bene Comune.

Guardare alla Politica come alla più alta forma di carità come in seguito ci ha insegnato Paolo VI. La figura dello statista Trentino è una pietra miliare nella storia del cattolicesimo Politico. Incontrandosi alla fine della prima guerra mondiale (1919) con altri politici cattolici, tra cui lo stesso Sturzo, fu artefice della costruzione del Primo Partito Popolare Italiano di Cattolici.

Fu protagonista con “i popolari” della difficile battaglia contro i seguaci di Mussolini al governo dal 1922 sino al 1940. Il delitto Matteotti (10 giugno 1924) mise in crisi l’ordine democratico ed istituzionale, ed il PPI e gli altri partiti, furono messi fuorilegge e i loro dirigenti perseguitati, che li portò a scegliere la via dell’esilio. De Gasperi in Vaticano firmava con il nome di “Demofilo”, pseudonimo che significa “amico del popolo” e vi rimase fino al 1943. Sconfitto il fascismo si dedicò alla ricostruzione dal “popolarismo” e fondando la Democrazia Cristiana nel 1943.

Le sue elevate doti spirituali e culturali sono sempre vive tra coloro che si sono ispirate al suo pensiero: la fede nella libertà e nella giustizia sociale, ed in una politica come servizio verso il prossimo.

Due volte gli toccò l’umiliazione del carcere, in Austria in giovane età e nel 1928 ad opera dei fascisti. Riavviò, dopo questa terribile esperienza i contatti, ancora in clandestinità, con i vecchi amici e guardando soprattutto ai giovani del PPI ed unificare i cattolici nell’impegno Politico.

Il 15 giugno 1944, scriveva a Don Sturzo in esilio in USA sulla continua evoluzione politica che portò alla nascita dell’epiteto (D.C.) Democrazia Cristiana lottava per mantenere l’Italia nel mondo occidentale e per contrastare il marxismo ateo della sinistra sociale-comunista e per costruire il paese dopo la guerra. La DC sostenne l’opera del suo leader che conquistò la maggioranza assoluta nelle elezioni del 1948. La vittoria gli consentì di avviare il processo della Unità Europea con Adenauer Schumann, scegliendo l’atlantismo in opposizione al Patto di Varsavia. Rimane un punto di riferimento nella storia del cattolicesimo politico a cui guardare.

Quando ricordiamo De Gasperi, non può mancare un richiamo a Camaldoli, che ha visto anche quest’anno i cattolici impegnati in un convegno storico a fare memoria di quella stessa iniziativa tenuta nel luglio del 1943, che dette vita a un noto “Codice di Camaldoli”.

Il codice ha ispirato la nostra Costituzione e contiene una visione modernissima sui rapporti tra Stato e mercato, pubblico e privato. Infatti la Democrazia Cristiana fu partito e nazione per cinquant’anni. Il principio della sua esistenza parte dal 1943 e termina nel 1993.

Nella mia memoria la Bandiera Bianca dello scudo crociato ha sventolato sempre accanto ai dirigenti sul palco degli oratori e nei congressi locali, tradizionali, regionali e nazionali e ha proposto una serie di riforme utili da quella agraria a quella della partecipazione statale, alla legge sul Mezzogiorno e all’avvio del processo di integrazione europea.

Gli argomenti svolti ottant’anni fa sono stati approfonditi dagli attuali protagonisti, sullo sfondo la domanda principale è sul futuro dei cattolici in politica, e prima quale futuro per la Democrazia e quale progetto del paese.

Con la caduta del Duce furono pubblicate le idee ricostruttive della D.C..

Sono tre le dimensioni temporali della “Vita Cristiana”: Il Passato va accolto nella Fede;

Il Futuro è proiettato verso la Speranza; Il Presente va vissuto nella Carità,

Che assieme al grande Comandamento “Amore per Dio e Amore per il prossimo” sono le sintesi della Religione Cristiana.

Quante volte si cerca il senso della propria vita seguendo logiche umane di realizzazione personale, proiettando nel Futuro i propri desideri di Felicità, che può essere cercata in tanti modi: nella brama del Potere o del Possesso.

I nostri Tre Testimoni hanno trovato la felicità nel servizio e nel Bene Comune a cui fare riferimento.

La storia non si ripete e le condizioni di allora non sono quelle di oggi, però il metodo per affrontare una crisi e partire dalla cultura e dalla riflessione intellettuale e programmare e progettare il futuro.

Oggi ai cattolici manca una formazione politica organica di ispirazione cristiana; è necessario anche in contesti diversi il discernimento del proprio tempo; per comprendere la storia in atto e le sue necessità a partire dalla ispirazione cristiana, significa elaborare una cultura adeguata all’azione sociale in presenza di una deriva antidemocratica della destra che, può essere fronteggiata, certamente, con il voto politico ma soprattutto elaborando un utile pensiero politico.

Bene ha fatto Don Rocco Dambrosio a ribadirlo nei suoi preziosi insegnamenti, e a spronarci e ad incidere culturalmente con i nostri principi di solidarietà, di giustizia e di equità e di amicizia tra le persone e tra i popoli. È evidente che la partecipazione alla crescita democratica ha bisogno di uomini e donne, che consapevoli della loro fede, testimoniano in ogni ambito del vivere i valori e i comportamenti coerente alla visione cristiana.

“È il mio augurio”:    Prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia

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