Principale Estero Serbia: nuove elezioni vecchi flagelli

Serbia: nuove elezioni vecchi flagelli

Mentre domenica 17 i cittadini serbi sono chiamati alle urne per le elezioni parlamentari, che fungeranno da referendum sul governo del presidente Aleksandar Vučić, messo in discussione da sparatorie, proteste e tensioni con il Kosovo, la campagna elettorale evidenzia le sfide di lunga data con la democrazia, e l’enigma di scegliere una volta per tutte il percorso di adesione all’UE. Il voto di domenica dunque, servirà da referendum sul governo Vučić mentre la nazione si trova in un momento critico, con il panorama politico drammaticamente rimodellato da pressioni sia interne che esterne.

Serbia: nuove elezioni vecchi flagelli

Aleksandar Vučić , ex alleato ultranazionalista dell’uomo forte Slobodan Milosevic, il mese scorso ha indetto elezioni parlamentari e locali anticipate per domenica prossima, tra le proteste di massa in patria e le richieste internazionali di risolvere il conflitto di lunga data della Serbia con il Kosovo. Il Partito Progressista Serbo (SPP), è al governo dal 2012. Gli oppositori sostengono che Vučić  abbia consolidato il potere, erodendo le istituzioni democratiche in un modo che ricorda l’autoritarismo degli anni ’90. Vučić è un difensore convinto di questioni importanti per gli elettori, in particolare si rifiuta di riconoscere l’indipendenza della provincia separatista del Kosovo. I colloqui con il governo di Pristina sulla conclusione di un accordo storico per aprire la strada a una parvenza di legami normalizzati si sono quasi sgretolati all’inizio di quest’anno, con Vučić che si è rifiutato di firmare l’accordo sostenuto dall’UE e dagli Stati Uniti. Pertanto l’esito delle elezioni parlamentari del 17 dicembre, avrà profonde implicazioni per la pace in Europa. Sebbene in qualche modo oscurate dall’invasione russa dell’Ucraina e, più recentemente, dalla crisi di Gaza, le tensioni nei Balcani sono aumentate notevolmente negli ultimi mesi. Se i serbi dovessero rieleggere il principale partito di governo, la probabilità di un conflitto regionale aumenterebbe. Vučić esercita un controllo quasi completo sui principali partiti serbi in Bosnia e Kosovo, difatti, li ha incoraggiati a minare l’autorità del governo centrale in entrambi gli stati. Milorad Dodik – il presidente della federazione Republika Srpska a maggioranza serba in Bosnia – parla ora apertamente di secessione dalla Bosnia. Tuttavia, ci sono segnali che un movimento più progressista, formato dalla coalizione di partiti di opposizione – Serbia contro la violenza – aumenterà la sua quota di voti. Nei sondaggi si attesta attorno al 40%. Questa alleanza, rappresenta una gamma diversificata di voci, dai liberali progressisti ai gruppi profondamente conservatori, tutti uniti sotto l’obiettivo comune di promuovere una Serbia più sicura, più inclusiva e democratica. Tuttavia, non si tratta di elezioni su un unico tema. La crescita economica della Serbia ha subito una frenata nella prima metà del 2023, poiché il rallentamento degli investimenti pubblici e privati ​​e l’elevata inflazione, che si attesta all’8,5%, hanno penalizzato i consumi e pesato sull’attività economica.

La comunità internazionale e la Serbia

La comunità internazionale, in particolare l’Unione Europea, ha un interesse particolare nella stabilità e nel progresso democratico della Serbia, candidata all’adesione all’UE. Sebbene Vučić rimanga apparentemente favorevole alla potenziale adesione della Serbia all’UE, ha rifiutato di allinearsi alla posizione del blocco sulla guerra della Russia contro l’Ucraina, non aderendo alle sanzioni contro Mosca. Malgrado la retorica nazionalistica e antioccidentale del SPP, la Serbia non può prosperare al di fuori dell’Occidente. La capacità della Russia di sostenere i suoi alleati dopo l’invasione dell’Ucraina è diminuita, come ha recentemente scoperto l’Armenia nel Nagorno-Karabakh. Pertanto l’esito di queste elezioni avrà senza dubbio implicazioni di vasta portata per il futuro della Serbia, delle sue istituzioni democratiche e del suo posto sulla scena internazionale.

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