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L’Opinione

Roberto Chiavarini

Gentilissimo, desidererei conoscere la Sua Opinione, sulle differenze sostanziali che esistono tra la Pittura e la Letteratura

Vincenzo Santoro
Taranto

Cerco di dare una risposta brevissima, al nostro Associato, il Maestro Vincenzo Santoro, anche se, l’argomento, meriterebbe un vero e proprio trattato.

Arte vuol dire, soprattutto, archiviazione dei dati storici, leggibili, per estetica ed immediatezza, attraverso le opere architettoniche, scultoree e pittoriche. Naturalmente, si può rileggere una Civiltà, anche attraverso altre discipline come la Letteratura, la Musica, la Danza e così via dicendo ma, quelle espressioni artistiche, hanno un rapporto con l’osservatore diverso dalle prime.

Per rispondere compiutamente alla nostro amico Vincenzo, la mia opinione, va limitata alla differenza che esiste tra la “Pittura” e la “Letteratura”.

Se contempliamo un paesaggio contenuto in un dipinto, potremo sostenere tranquillamente che, in quell’impianto compositivo, si distingue una realizzazione immodificabile per cui, la sua visione, è univoca per qualunque osservatore. Magari, la interpretazione, no.

Diversamente, leggere un passo di un romanzo, i Promessi Sposi per esempio, nel momento della forbita descrizione che il Manzoni fa di “quel ramo del lago di Como”, per l’osservatore (“pardon”, correggo me stesso, “per il lettore”), la ricostruzione immaginaria di quel paesaggio, diventa una pura interpretazione ideale e soggettiva che varia, naturalmente, da lettore a lettore.

Invero, in estrema sintesi, nelle arti visive “L’Osservatore” subisce una immagine immodificabile mentre, in letteratura, “Il Lettore”, ricostruendo nella sua mente un’immagine (fissa e/o in movimento, poco importa) sulla base delle descrizioni partorite dalle intenzioni dell’Autore, entra, quindi, in piena simbiosi con la dinamica del contenuto di quel testo.

Ecco perché il pubblico, tende meglio alla lettura di un libro, piuttosto che alla contemplazione di un Opera d’Arte.

E’ una questione di coinvolgimento e di partecipazione attiva e creativa.

Per concludere. Una immagine visiva del “Colosseo” per esempio, esplode esteticamente in tutta la sua grandiosità, mentre un libro, per quanto grandioso possa essere, impone al lettore la implosione nel suo contenuto testuale.

Ciononostante, la essenza delle due discipline artistiche, resta funzionale alle loro finalità.
Di questo, magari, ne parleremo in un’altra occasione.

La prova scientifica di ciò che sostengo, la ebbi diverso tempo fa, quando diressi per due anni i corsi di pittura, indetti e Patrocinati dalla S.I.A.E. di Roma, che concesse anche le Borse di Studio ad alcuni miei allievi tra i più promettenti. Ebbene, durante quel corso, nelle ore dedicate alle ragazze e alle Signore, sperimentai proprio la lettura di… “quel ramo del lago di Como”.

Una delle allieve, dotata di una buona dizione, lesse quella pagina e le altre 20 Signore frequentanti il corso, provvidero, subito dopo, alla realizzazione di un impianto compositivo grafico-pittorico, frutto di ciò che avevano ascoltato e sviluppato nella loro mente.

Il risultato?
20 composizioni diverse l’una dall’altra.

ROBERTO CHIAVARINI
OPINIONISTA DI ARTE E POLITICA

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