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“La Fisarmonica Economica di Biden: Dissonanza tra le sue Note Macro e Micro”

L’Editoriale dell’Ing. Luciano Magaldi

Nonostante i tamburi mediatici dell’amministrazione governativa Dem, i nuclei familiari americani non stanno approvando l’elitismo economico bideniano. Di fronte all’inflazione gestito dal governo bideniano per oltre tre anni, gli americani hanno prima consumato i loro risparmi e poi hanno iniziato a prendere in prestito per rimanere a galla.

Orbene, i tassi d’interesse elevati stanno aggravando l’incremento prezzuale, perfino nella congiuntura economica negativa in rallentamento. Infatti, nello scontro tra statistiche macro-economiche e realtà micro-economiche, il presidente Biden sta fallendo miserabilmente.

Ascoltando i navigati esperti ufficiali, l’economia americana va alla grande: il presidente Biden l’ha rimarcato nel recente discorso sullo Stato dell’Unione di quest’anno:”Ho ereditato un’economia sull’orlo del baratro. Ora la nostra economia fa invidia a tutto il mondo! Quindici milioni di nuovi posti di lavoro in soli tre anni: è da record! Con la disoccupazione ai minimi storici da 50 anni!”.

Se si visiona un recente articolo sul New York Times dell’opinionista Paul Krugman, in esso egli ha concluso che, messo a confronto con il suo predecessore trumpiano in materia economica, “la risposta è quasi paradossalmente favorevole al Presidente Biden.”

Quindi, perché Biden viene stimato così negativamente in campo economico? Secondo la testata indipendente e non-partigian Real Clear Politics, il tasso di approvazione di Biden sulla sua gestione economica risulta essere del 39,5 percento contro il 58,1 percento di disapprovazione.

Per trovare la risposta, basta guardare solamnet i dati aggregati dell’inflazione e i tassi di interesse: insieme, i loro impatti reali micro-economici mettono a repentaglio le statistiche macro-economiche. Ovvero, il Presidente Biden ha dilapidato i soldi pubblici a iosa e l’inflazione ha risposto conseguentemente alla grande.

Se utilizziamo le stime del Budget Office del Congresso americano, si osserverà che il presidente Biden avrà speso $7,9 trilioni in più rispetto al livello di spesa pre-pandemica del 2019, accumulato $7,4 trilioni di deficit e aumentato il debito federale a $27,9 trilioni (ovvero al 99 percento del PIL).

 

L’inflazione è, per forza di cose, incrementata: registrando appena l’1,4 percento sull’indice dei prezzi al consumo per tutti i consumatori quando Biden inaugurò il suo mandato presidenziale, essa è divenuta del 5,4 percento a giugno; poi del 7 percento a dicembre; e nel giugno del 2022, era del 9,1 percento, un record massimo di ben 41 anni.

L’effetto sui consumatori è stato devastante: secondo il Committee to Unleash Prosperity (Comitato per Favorire la Prosperità), durante i primi tre anni diìel mandato presidenziale bideniano, questi sono stati gli aumenti netti dei prezzi: generi alimentari (+21,1 percento), energia (+32,3 percento), benzina (+34,6 percento) e affitti (+19,5 percento).

Per far fronte ai predetti incrementi drasticamente elevati, le famiglie statunitensi hanno dovuto investire moltissimi dei loro risparmi pandemici: secondo la Federal Reserve Bank di San Francisco, esse hanno iniziato a svuotare quei risparmi dai $2,1 trilioni nel agosto 2021, proprio mentre l’inflazione era nel quinto mese di aumenti superiori al 5 percento, fino a maggio 2024 con $72 miliardi al di sotto del livello prepandemico.

Mentre quelle riserve danarose andavano sempre più ad esaurirsi, molte famiglie statunitensi hanno preso in prestito seguendo i ritmi crescenti dell’inflazione bideniana: sempre secondo la Federal Reserve Bank di New York, nel primo trimestre del 2021 il debito non immobiliare delle famiglie americane si attestava a $4,15 trilioni; entro il quarto trimestre del 2023, era di $4,89 trilioni. Allo stesso tempo, il debito delle carte di credito aveva raggiunto un nuovo record di $1,13 trilioni nel primo trimestre del 2024.

Parallelamente all’esaurimento dei risparmi e all’aumento dei prestiti, i tassi di interesse sono aumentati: per affrontare l’inflazione del periodo amministrativo bideniano, la Federal Reserve è stata costretta ad aumentare i tassi di interesse 11 volte, dall’effettivamente zero percento al 5,25-5,50 percento: il massimo storico di due decenni avvenuto in soli due anni.

Incastràti in una morsa inflazionistica in aggiunta agli alti tassi di interesse, i nuclei familiari a stelle e strisce stanno pagando prezzi e interessi più alti sui loro prestiti. Contemporaneamente, i costi degli elevati interessi hanno scosso i tassi ipotecari, portando il tasso medio del mutuo a tasso fisso a 30 anni dal 2,77 percento a gennaio 2021 al 7,22 percento di oggi, facendo salire i pagamenti ipotecari del 66,5 percento durante il mandato dell’ottimista presidenza bideniana.

A queste pressanti condizioni economico-sociali avverse, gli esperti e gli apologeti dell’attuale amministrazione washingtoniana hanno dissertato che l’inflazione e i tassi di interesse sarebbero stati temporanei, con la crescita macro-economica avrebbe risollevato gli americani. Di contro, in realtà, l’inflazione, e quindi i tassi di interesse, non hanno cooperato come l’entourage bideniano stimava: l’inflazione è rimasta al di sopra della soglia del 2 percento della Fed per 37 mesi consecutivi, incrementando pure negli ultimi tre mesi.

Al contempo, l’economia si è arenata nelle sabbie mobili: scendendo al solo 1,6 percento di crescita reale nel primo trimestre di quest’anno, il suo terzo calo trimestrale e il suo livello più basso dalla contrazione del primo e secondo trimestre del 2022.

Forse le famiglie statunitensi cercano di comprendere i numeri macro-economici della gestione economica dell’Ufficio Ovale washingtoniano, ma in realtà “soffrono” ogni giorno quelli micro-economici. Ogni giorno. Li vivono sulla loro pelle. E, di conseguenza, il debito delle famiglie a stelle e strisce ha raggiunto il massimo storico di $17,3 trilioni.

Come dito sulla piaga, l’avveduto presidente Biden ha fatto anche sfoggio del suo lato “empatico” mediante la sua comprensione verso la famiglia media USA: nel suo discorso sullo Stato dell’Unione, ha così enfatizzato:”Sono cresciuto in una casa dove non arrivava molto a tavola per pranzo da parte di mio padre.”

Questa sua insistenza sull’aspetto meramente macro-economico sta facendo sembrare, lui e la sua squadra governativa, sempre più distaccata ed elitaria a molti cittadini d’America che non riescono più ad andare avanti. In questo modo, nel dibattito reale tra l’Ufficio Ovale e il tavolo della cucina, Biden sta facendo una magrissima figura.

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