Principale Arte, Cultura & Società Media Freedom Act, arriva la ratifica europea: libertà di stampa a rischio?

Media Freedom Act, arriva la ratifica europea: libertà di stampa a rischio?

Il Parlamento europeo ha recentemente varato il controverso Media Freedom Act, una legge il cui scopo formalmente dichiarato è quello di “preservare” la libertà giornalistica e la trasparenza dei media. Questo atto legislativo, approvato con 448 voti favorevoli, 102 contrari e 75 astenuti, sta sollevando però una serie di critiche, preoccupazioni e reazioni, da tempo e da più parti.

Il perché è presto detto: paradossalmente si sospetta, a ragione, che la notizia pungente e approfondita che fuoriesce dalle inchieste redazionali potrebbe essere vincolata e subordinata al concetto generalista – e spesso abusato – di “sicurezza. In virtù di questa normativa, infatti, le procure e gli ambienti giudiziari avranno la facoltà di inserire dei programmi di monitoraggio nei dispositivi elettronici dei giornalisti.

Questi strumenti consentiranno di captare e accedere a tutti i dati circolanti e immagazzinati sui telefoni cellulari, computer o tablet utilizzati dai “professionisti dell’informazione“. E tale disposizione, seppur ipoteticamente proposta in nome di un’astratta tutela collettiva, impatterebbe notevolmente sulla riservatezza personale e sulla libertà di espressione.

Le minacce allo scrigno patrimoniale inviolabile della reale sicurezza

Il telefono di un giornalista, generalmente parlando, dovrebbe somigliare pressapoco ad uno scrigno, pertanto dovrebbe essere inviolabile: il prezioso arnese di lavoro, contenente contatti, conversazioni con fonti confidenziali e documenti rilevanti per i propri report, quindi, sarebbe un patrimonio professionale che, se compromesso, rischierebbe di minare il fulcro della professione editoriale, ovvero – per cominciare – la protezione delle risorse informative.

Sebbene l’uso di software spia sia previsto come “misura eccezionale”, richiedibile espressamente da un’autorità legale nel contesto di indagini mirate (ad esempio, sul terrorismo), la sua introduzione rappresenta, di fatto, una minaccia alla privacy dei sopracitati “professionisti dell’informazione”.

Questo indica, più precisamente, che potrebbe ostacolare la realizzazione di importanti inchieste giornalistiche, come già avvenuto in varie circostanze italiane ed europee ma, soprattutto, nel celebre caso Watergate, dove a dimettersi fu il presidente statunitense in carica Nixon (e tutto ciò quando, in quel periodo, non c’era ancora nemmeno l’idea di un MFA che potesse limitare l’operato dei cronisti Woodward e Bernstein nei confronti della loro fonte “Deep throat” (trad. lett.: “Gola profonda”).

YouTube player

Un problema di sicurezza nazionale? L’Europa

Il provvedimento ha ottenuto il sostegno di alcuni gruppi parlamentari, tra cui Forza Italia, Italia Viva, PD e Verdi, mentre Fratelli d’Italia, Lega e M5S hanno scelto l’astensione, un’alquanto sterile “forma di protesta” contro l’utilizzo degli algoritmi di vigilanza nei confronti della stampa.

La deputata europea dei Cinque Stelle, Sabrina Pignedoli, ha commentato affermando che, seppur pare che esista un problema di sicurezza nazionale (dove non si sa…), l’approccio alla legge deve garantire un giornalismo libero, nonché sostenuto la necessità di bandire del tutto questa “pratica degli spyware” (pare, per non rischiare di richiamare le politiche già adottate da Orban nel tentativo di limitare le libere opinioni in Ungheria).

Aggiungiamo che, sebbene la legislazione comunitaria in questione contenga pure pochi aspetti positivi (come il tentativo di regolamentare l’intoccabilità dei social media stranieri), emerge chiaramente come questa direzione scelta dall’UE rappresenti una svolta che, per ora, sembra solo voler compromettere l’indipendenza dell’informazione.

YouTube player

Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Andrea Tomasi del 04 ottobre 2023), sito istituzionale della Commissione europea e del Parlamento europeo, sito dell’International Federation of Journalists (IFJ), Il manifesto, Agendadigitale.eu, Wikipedia, European Federation of Journalists (EFJ), sito di Sabrina Pignedoli, sito della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi);

Canali YouTube: European Parliament, Eurocomunicazione.

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.