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Si rafforza l’asse tra la Serbia e la Cina mentre aumentano le tensioni con il Kosovo

L’ambasciatore della Cina in Serbia, Li Ming, ha recentemente fatto un annuncio significativo che ha provocato increspature sulla scena economica internazionale. Secondo lui, negli ultimi dieci anni gli investimenti cinesi in Serbia sono aumentati di 60 volte,  catapultando difatti, la potenza asiatica, nella posizione di principale fonte di investimenti esteri nel Paese balcanico. Li Ming ha evidenziato i progetti di successo che hanno contribuito alla ripresa economica della Serbia, quali l’ammodernamento delle telecomunicazioni e l’acquisizione dell’acciaieria Smederevo.

Si rafforza l’asse tra la Serbia e la Cina

La posizione geografica della Serbia tra l’Europa centrale e l’Asia occidentale rende il paese importante per l’iniziativa cinese Belt and Road. Li Ming ha anche annunciato che il presidente serbo Aleksandar Vucic parteciperà al prossimo Belt and Road Forum. In particolare, Vucic guiderà la più grande delegazione serba della storia a questo forum, a simboleggiare l’approfondimento dei legami tra Serbia e Cina. Dunque, Pechino vede la Serbia come una porta per penetrare nel mercato europeo, infatti, è diventata il più grande investitore nazionale di Belgrado, investendo oltre 700 milioni di euro nel 2021. Per aggiungere un altro fiore all’occhiello, la Serbia è ora diventata membro della Banca asiatica per gli investimenti infrastrutturali. Inoltre, sono in corso discussioni sulla creazione di una banca di compensazione per il renminbi (RMB) in Serbia, che rafforzerà ulteriormente i legami economici tra i due Paesi.

L’influenza cinese

Parallelamente alla sfera economica, anche il settore militare in Serbia assiste ad uno spostamento verso l’influenza cinese. Belgrado fa affidamento sui fornitori cinesi di armi, mentre le tensioni aumentano con il suo vicino più piccolo, il Kosovo, cercando di riempire il vuoto lasciato dalle compagnie di difesa russe che stanno equipaggiando il proprio esercito contro l’Ucraina. L’importazione da parte della Serbia di sistemi d’arma cinesi, compresi sistemi missilistici terra-aria e droni armati, ha reso Pechino la sua principale fonte di armi in termini di valore commerciale nel 2022. Tra l’altro, Serbia e Cina hanno recentemente annunciato anche un secondo ciclo di pattuglie congiunte di polizia nelle città dello stato balcanico, una mossa considerata provocatoria da alcuni politici europei. Tali pattuglie sono state avviate nel 2019 con l’obiettivo dichiarato di proteggere i turisti cinesi. Tuttavia, questo rafforzamento militare ha suscitato preoccupazioni tra i fornitori di armi occidentali, tra cui Francia, Germania e Stati Uniti, che diffidano dell’allineamento della Serbia con i regimi autoritari. In risposta alla situazione è stata avanzata la richiesta di una moratoria europea sulla vendita di armi alla Serbia.

 

 

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