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Tre artisti pugliesi omaggiano la Murgia e il suo cantore Tommaso Fiore

Mostra di tre artisti pugliesi nei locali dell'ex Conservatorio S. Croce ad Altamura - REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Ingresso mostra -Conservatorio S. Croce-Via Giandomenico Falcone

Una corposa brochure edita dall’Associazione culturale Club Federiciano di Altamura sulla mostra d’arte in corso dal 2 al 12 luglio 2023 allestita nei locali dell’ex Conservatorio S. Croce, ingresso laterale via Giandomenico Falcone, omaggia la Murgia e lo scrittore altamurano Tommaso Fiore, meridionalista, nel 50° anniversario della sua morte.

 Deus ex-machina di questa operazione è lei: la giornalista e scrittrice Bianca Tragni che si è già interessata con altri due eventi  nei mesi scorsi  unitamente ad  una mostra di documenti sempre nei locali dell’ex Conservatorio, di cui ci siamo occupati attraverso queste colonne. A quella data furono presenti anche le figlie dello scomparso: Teta e Melisenda Fiore.

Nella brochure sono pubblicate le poesie che parlano della Murgia, i cui componimenti sono dei poeti Nicola Acccettura, Angela Aniello, Miriam Ballerini, Mariateresa Bari, Alessandra Campione, Chiara Cannito, Vittorino Curci, Graziella De Cillis, Margherita de Napoli, Luciana De Palma, Elena Diomede, Valentino Losito, Federico Lotito, Nicola Pice, Enzo Quarto, Anna Santoliquido, Monica Tommasicchio, Mariagrazia Vitobello.

Tra i predetti nominativi figurano  alcuni giornalisti, facilmente riconoscibili dai loro nomi; sono firme prestigiose della Gazzetta del Mezzogiorno.

“Focus”  in questa operazione è la Murgia, terra nell’immaginario collettivo arida, pietrosa, siccitosa, avara, tutti aggettivi a dimostrare di quanto sia difficile vivere in questo luogo senza fiumi. Eppure, nonostante le asperità, questa terra è amata “visceralmente” dai suoi abitanti; gente col senso di appartenenza al territorio, orgogliosa delle sue origini. Dove c’è orgoglio, non ci sono ostacoli.

I tre artisti che hanno presentato le loro opere, di grande impatto emozionale, riescono a “monumentalizzare” con i loro pennelli e cromatismi i simboli identitari della Murgia; con stili raffinati, pregni di esperienze, ognuno con il proprio linguaggio pittorico.

                                              Mietitore – Luigi Basile

Luigi Basile nativo di Corato (Bari), dove vive ed opera,  docente, ha tenuto diverse collettive e personali in molte città italiane ed estere. I colori della sua tavolozza sono caldi, estivi; una quercia secolare con fogliame  giallo, secco, avvolge con la sua chioma un gigantesco trullo; un mietitore con viso scavato da rughe profonde è immortalato con una falce e un fascio di  spighe, immagine che ci rimanda ai lavori di mietitura prima della meccanizzazione agricola; e poi tratti di Murgia ferita da cave di pietra.

Ferula – Enzo Morelli

Enzo Morelli di Modugno (1935), autodidatta, vive ed opera a Bitonto (Bari) Vanta un poderoso background artistico con mostre personali e collettive, e partecipazioni a rassegne e fiere in Italia e all’estero. Ha uno stile audace nel lavorare la pietra con i suoi pochi colori, dove predomina un grigio velato da chiaro scuro da cui affiorano le cavità incise dagli agenti atmosferici. E poi la ferula, rappresentata nel pieno del suo “parto” mentre escono i boccioli  che daranno vita e forza  allo stelo.  Una rappresentazione bucolica della Murgia a primavera. Questa pianta ha una vita molto breve, circa 50 giorni. Però è bella, austera, raggiunge l’altezza di oltre 2 metri. Lo stelo, una volta secco, viene utilizzato per realizzare articoli domestici e come combustibile.

      Tronchetti d’albero – Domenico Scarongella

Domenico Scarongella nato a Ruvo di Puglia (1950), dal 1965 partecipa alle più importanti rassegne nazionali ottenendo ambiti riconoscimenti. Ha insegnato discipline pittoriche prima al Liceo artistico di Bari e poi all’Istituto d’arte di Corato. Lui omaggia Tommaso Fiore con uno schizzo realizzato con colori a “gouache” e acrilico. Molto significativi gli ulivi, i cui tronchi secolari sono contrassegnati  dalle contorsioni e dalla rugosità del tempo; mentre sono proposte altre rappresentazioni di natura morta come delle melagrane con i loro chicchi color rubino, o dei tronchetti d’albero dove l’artista si diverte ad evidenziare le striature  con un cromatismo vivace.

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