Principale Ambiente, Natura & Salute La Transizione Giusta di Taranto chiude la tre giorni a Bruxelles

La Transizione Giusta di Taranto chiude la tre giorni a Bruxelles

Stamattina al Parlamento europeo ultimo incontro su JTF e i progetti
legati alla green economy. L’intera manifestazione, partita con una
mostra multimediale e sviluppata in incontri tematici sulla rinascita
cittadina, ha riscosso consensi e grande interesse da parte dei
rappresentanti di istituzioni europee e italiane

Ha chiuso i battenti stamattina a Bruxelles Taranto Euro-Med Resilient
City: a new vision for the Mediterranean, la tre giorni organizzata –
su invito e in collaborazione con l’europarlamentare tarantina Rosa
D’Amato del gruppo Greens-Efa – dal Comitato Organizzatore Taranto
2026 con la Regione Puglia e il Comune ionico, per illustrare i
progetti più innovativi legati alla visione strategica di sviluppo
ecosostenibile della città dei due mari, e la sua Transizione Giusta.

E anche l’incontro finale, oggi in una del Parlamento europeo, ha
raccolto grande interesse da parte dei rappresentanti di istituzioni
europee e italiane, affrontando temi chiave: a cominciare dalla
Transizione Giusta di Taranto, il principale dei due territori
italiani – l’altro è il Sulcis – legati al programma europeo Just
Transition Fund, che per favorire la transizione economica in chiave
ecosostenibile (in attuazione del Green Deal europeo) ha stanziato per
il capoluogo ionico 796 milioni di euro.

“Si chiude questa missione importantissima della Regione Puglia a
Bruxelles – ha dichiarato il presidente della Regione Michele Emiliano
– per presentare alla comunità europea internazionale questo evento
così importante, che simboleggia la tappa di approccio alla rinascita
di Taranto e dell’area metropolitana. Sono stati giorni emozionanti:
abbiamo parlato di sport, di lealtà, di competizione, ma anche di
cambiamenti climatici, di innovazioni tecnologiche. Abbiamo sperato
insieme all’Unione Europea di trasformare Taranto nella capitale
italiana dell’idrogeno anche grazie al JTF, il Just Transition Found,
che però è ancora fermo in una condizione di inutilizzo da parte il
governo italiano. È una cosa che ci preoccupa – ha concluso Emiliano –
ma siamo teste dure, insistiamo, andiamo avanti. A Bruxelles spingiamo
per la Puglia, per Taranto, per i Giochi del Mediterraneo della
Repubblica italiana che si svolgeranno a Taranto nel 2026. Non
molliamo mai”.

Ad aprire il convegno di oggi, Rosa D’Amato: “In Svezia stanno
lavorando per produrre acciaio ‘verde’ entro il 2045. Da mamma e da
tarantina dico che noi a Taranto il 2045 non lo possiamo aspettare. I
progetti ci sono, i soldi ci sono, allora è il caso di dire ‘adesso
basta!’: non ci si può permettere di perdere tempo, il Jtf va attuato.
Questo si basa su due pilastri: giustizia ambientale e giustizia
sociale: sono una cosa unica e dobbiamo dirlo con forza anche per
combattere le fake news sul cambiamento climatico e sulla cosiddetta
‘ideologia ecologista’. Una transizione equa e giusta, necessaria
perché ci renda liberi da tutte le fonti fossili. Troppo spesso si
associa il Jtf con la decarbonizzazione: questa non vuol dire
affrancarsi dal carbone, ma dal carbonio. Lo stesso gas è una fonte
fossile. Lo ripeto qui davanti a Regione, enti locali, docenti e
professionisti presenti a Bruxelles per una tre giorni in cui abbiamo
messo Taranto al centro di un confronto opportuno e concreto, per il
quale ringrazio tutti i partecipanti: i soldi del Jtf sono per le
piccole e medie imprese che faranno economia diversa, a cominciare
dalla blue e green economy di cui abbiamo parlato anche ieri qui a
Bruxelles. Non un euro va ad aziende come Eni, Enel, Ilva: il criterio
di spesa è frutto di una nostra vittoria Greens al Parlamento europeo.
Inutili i tentativi di distrarre risorse del Jtf dai legittimi
beneficiari previsti dal regolamento, norme  Ue sulle  quali io e i
miei colleghi abbiamo lavorato in prima linea”.

Per la Regione Puglia, il direttore dell’agenzia Asset Elio
Sannicandro – anche direttore del Comitato organizzatore Taranto 2026
– ha ricordato come “il Piano territoriale Jtf per Taranto si è
innestato su una solida base pronta, con una visione già in linea: il
Piano strategico tarantino realizzato da Asset e voluto dal presidente
della Regione Michele Emiliano. Le sue tre leve di sviluppo principali
vertono sul mare e la bue economy; l’ambiente (pensiamo ad esempio
alla fase posteriore alle  bonifiche ricorrendo alla Biorimediation);
il patrimonio culturale (con progetti come la Biennale del
Mediterraneo o il Centro immersivo). Il Jtf punta alla neutralità
climatica eliminando l’uso di risorse fossili: abbiamo fatto studi
approfonditi e produrre acciaio sostenibile si può, ma occorrono tempi
lunghi e risorse importanti. In parallelo vanno avviate misure
complementari di sviluppo, incentrate in primo luogo sulle nuove
tecnologie. Con Università, Cnr e le agenzie di sviluppo abbiamo fatto
tante ricerche per la loro applicazione a Taranto: abbiamo progetti
sulla forestazione urbana, l’economia legata alla cultura, il turismo.
Interventi pronti anche per il sostegno alle Pmi che puntano
all’innovazione, e per la formazione legata alla transizione
socio-economica. Peccato però rilevare una incongruenza: in
proporzione ai tempi previsti per la preparazione dei Piani d’Azione e
Territoriale, quelli previsti per l’attuazione di tutti questi
progetti sono davvero strettissimi, soprattutto per un Paese come il
nostro che ha avuto nel frattempo quattro cambi di governo”.

Per l’assessore ai Lavori pubblici e Mobilità sostenibile di Taranto,
Mattia Giorno, “il Jtf è un’opportunità unica di transizione,
indipendentemente dall’industria siderurgica, e si traduce in uno
scatto di dignità per la città e la sua provincia. Avrà ricadute per
almeno quindici anni, I progetti in campo mirano a una trasformazione
del paradigma socioculturale della città. La Regione e l’agenzia
Asset, il Comune, gli enti del territorio stanno facendo un lavoro
enorme, ma tra questi e la Ue c’è il ruolo del Governo italiano,
altrimenti viene meno il fondamentale allineamento istituzionale: e
purtroppo è stato soppresso l’importante supporto dell’Agenzia di
coesione, bloccati i finanziamenti su Fsc e la terza rata del Pnrr”.

Quindi il capo unità Italia della DG Regio della Commissione europea,
Anton Schrag, ha illustrato fini e strutturazione del Fondo europeo
JTF: “Un’Europa che punta alla neutralità climatica, e neutra dal
punto di vista del carbonio entro il 2050, attivando misure per 17
miliardi per le aree più impattanti. Gli assi principali sono per le
Pmi innovative e il riorientamento lavorativo. Il Piano per Taranto
prevede otto azioni, di cui la più complessa è l’idrogeno verde. Ma il
70% dei circa 800 milioni per il territorio tarantino va speso entro
il 2027 o andrà perso”.

Rachel Lancry Beaumont, capo unità Coter del Comitato delle Regioni,
ha ricordato che “il Piano per Taranto non riguarda solo il
siderurgico, ma anche industrie ad alte emissioni come quelle delle
auto, del cemento, della carta”, ma anche le misure aggiuntive per
l’assistenza tecnica complementare al programma. “Per il Jtf vale
l’ottica della complementarietà per gestire nel miglior modo la sua
convivenza con altri fondi europei: servono governance multilivello”.

Il docente del Politecnico di Bari Francesco Defilippis ha poi
condiviso gli studi effettuati dal polo universitario su Taranto –
“città paradigmarica e pluristratificata, con una crisi di coesistenza
delle varie città che racchiude, ma che sta guadagnando
consapevolezza” – legati alle tematiche del Green Deal. Mentre Antonio
Panico, sociologo e direttore della Lumsa di Taranto ha raccontato la
crescente resilienza dei tarantini, attraverso le istanze di
cambiamento raccolte in focus group con cittadini e associazioni
ambientaliste, registrando come “la rabbia si stia trasformando in
voglia di partecipazione”.

Durante l’incontro, moderato dal giornalista Enzo Ferrari, anche
l’intervento in video del co-presidente del Gruppo Verdi-Ale, Terry
Reintke: un saluto che ha toccato l’emergenza ambientale e il ruolo
cruciale del Jtf per una città in rinascita come Taranto.

La tre giorni – Si chiude così l’intenso programma che ha posto la
case history tarantina sotto i riflettori internazionali del
Parlamento europeo, inaugurato il 27 dalla mostra multimediale sui
tremila anni di storia ionica: dalle ricchezze del museo archeologico
MarTa e della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale
subacqueo di Taranto fino agli ultimi progetti di sviluppo cittadino e
ai Giochi del Mediterraneo del 2026.

Ieri un apprezzato doppio focus. Al mattino sui temi della
cooperazione transnazionale per ambiente e blue economy, dello sport
come strumento di integrazione nel Mediterraneo e del prossimo
Mediterranean Water Forum. Nel tardo pomeriggio, all’Istituto Italiano
di Cultura, presentando i principali attrattori culturali del
territorio ionico. Qui la soprintendente nazionale per il patrimonio
culturale subacqueo (con sede a Taranto) Barbara Davidde, ha posto
l’accento sulle opportunità̀ di sviluppo legate al patrimonio
culturale sommerso, attraverso il racconto delle numerose attività̀ in
corso a Taranto e in Puglia. La direttrice del Centre Camille Jullian,
Giulia Boetto, ha invece illustrato il progetto di archeologia
sperimentale elaborato nell’ambito di un accordo di collaborazione con
l’Agenzia regionale Asset per la costruzione della replica navigante
del relitto greco-arcaico Jules-Verne 7.

Durante la tre giorni, nella sede di rappresentanza della Regione
Puglia e all’Istituto di Cultura, guidato da Allegra Iafrate, si sono
svolti anche incontri di promozione culturale del territorio con
istituzioni, autorità e stakeholder.

“Tutti i temi affrontati nei tre giorni – conclude Elio Sannicandro –
hanno fatto emergere il filo rosso con Taranto e il ritrovato ruolo
geopolitico da protagonista che la città dei due mari sta
riconquistando, grazie alle tante azioni e iniziative condivise con le
platee di Bruxelles. Una città che rinasce, emancipandosi dalla
vecchia visione schiacciata sulle vicende dell’Ilva, e che grazie alla
Regione Puglia e alle altre istituzioni pubbliche del territorio,
collegandosi a quelle europee, è oggi in grado di offrirne una nuova,
identitaria, strategicamente improntata alle nuove leve di sviluppo
ecosostenibile. Un approccio che ha raccolto il sincero consenso dei
partecipanti, italiani ed europei, per la vitalità, molteplicità e
organicità dei progetti e delle azioni innovative messe in campo”.

Link video dichiarazione Emiliano
http://rpu.gl/odyD9

Link video immagini copertura istituto cultura italiana bruxelles
http://rpu.gl/BmIyq

Link video immagini convegno JTF
http://rpu.gl/D41AL

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