
L’oppioide che uccide silenziosamente.
Dal Mondo – Come suggerito dal Professor Umberto Galimberti, coloro che scelgono abitudini dannose e di dipendenza probabilmente lo fanno in quanto “Alla base dell’assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell’alcol, c’è da considerare se la vita offre un margine di sensosufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c’è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita“.
La vita è sofferenza e per alcuni è così esasperante da doverla soffocare con sostanze potenti e, spesso, anche letali.
Ad oggi, la produzione e lo spaccio delle droghe è andata ben oltre le tristi aspettative sociali e culturali, ossia è stata ottenuta una composizione chimica giudicata superiore almeno 50 volte di più dell’eroina e che induce precocemente l’abusante alla morte.
La droga di cui si sta parlando è il Fentanyl.
Non è un caso, quindi, che tale droga sia stata denominata come lo “stupefacente degli zombie” e sia stata giudicata anche come più potente dell’eroina.
La Fentanyl fu prodotta, in origine, intorno agli anni Novanta come un farmaco adoperato per la terapia del dolore e, poi, “spacciato” e commercializzato impropriamente, dapprima, negli Stati Uniti e, successivamente, in tutto il mondo, andando a mietere numerose vittime, che negli anni 2022 sono divenute milioni di morti.
E’ pur vero che, seppur negli stati europei non vi è ancora una reale emergenza, rimane tra le sostanze maggiormente immesse in circolazione e che ha condotto anche lo stesso Bel Paese a proporre un piano preventivo per l’uso illegale di Fentanyl e oppioidi sintetici in generale.
In particolare, l’abuso del Fentanyl comporta la modifica dei recettori oppioidi, ovvero nel cervello umano vi è una drastica riduzione della trasmissione degli impulsi nervosi deputati alla percezione e al controllo del dolore oltre che alla modulazione della risposta emozionale.
Ad esempio, quei pazienti che vivono patologie e disturbi che producono dolori cronici, come le malattie oncologiche, all’assunzione del Fentanyl affermano non solo di essere molto più rilassati, ma anche di percepire la presenza del dolore, anche se non provoca più sofferenza.
Gli effetti collaterali a breve termine che si manifestano dopo l’assunzione della sostanza chimica sono la stipsi, la nausea, il vomito e la confusione mentale. Tale sostanza, però, causa anche effetti indesiderati definibili come mortali, tra cui la deficitaria conduzione elettrica neuronale e cerebrale, il danneggiamento dell’apparato respiratorio e il conseguente soffocamento.
Ad oggi, la vendita illegale della droga ed esterna ai circuiti medico-sanitari avviene nel dark web e nel deep web, ovvero attraverso quei meccanismi e software criminali oscurati dalle vie telematiche ufficiali e legali.
Il Fentanyl, inoltre, provoca una dipendenza e una tolleranza quasi subitanee dal suo utilizzo e ciò porta la persona alla ricerca esasperata e al suo abuso eccessivo, tanto che questo ha condotto molti sanitari a optare per trattamenti terapeutici alternativi, i cui dosaggi dei farmaci accettati medicalmente potevano essere aumentati oppure diminuiti senza provocare alcuna forma di astinenza oltre che stato di ansia, shock, fobia, ma anche vari problemi gastrointestinali.
D’altra parte, il Fentanyl è strettamente connesso al fenomeno della “crisi degli oppioidi” iniziato negli USA e che ha portato all’attenzione della pubblica opinione la più grave crisi sanitaria successiva al secondo dopoguerra.
Le aziende farmacologiche americane negli anni Novanta, infatti, sollecitarono molti medici a prescrivere il Fentanyl causando dipendenza nei loro pazienti e favorendo la bramosia della sostanza in questi ultimi e innalzando i profitti della vendita della sostanza nel mondo dell’illegalità.
Dal 2010, questo farmaco-droga è così stato ampiamente abusato e consumato da una variegata utenza che finì col sostituire anche l’eroina, essendo anche molto più economico, commerciabile online e di facile produzione e trasporto.
Per quanto riguarda, l’Italia e l’Europa, anche se l’abuso della sostanza non è ancora fortemente dilagante, iniziano a manifestarsi le prime avvisaglie di pericolo: durante uno studio nazionale è emerso che dalle acque reflue di almeno 33 comuni italiani sono stati riscontrati alti tassi di questa sostanza.
E come suggerito da William S. Burroughs per combattere la droga bisogna, dapprima, comprendere la mentalità del tossicodipendente, “L’intossicato misura il tempo con la droga. Quando viene privato della droga, l’orologio si scarica e si ferma. Egli non può fare altro che rassegnarsi e aspettare che ricominci a scorrere il tempo senza droga. L’intossicato in preda al malessere della mancanza di droga, non ha scampo dal tempo esteriore, non ha luogo in cui rifugiarsi. Può soltanto aspettare.”