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La stretta di mano tra Erdogan e Mohammed Bin Salman, 4 anni dopo

In seguito all’omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, il presidente turco non risparmiò le accuse alle “più alte sfere della monarchia”, indicate come il vero mandante dell’omicidio da un rapporto dell’intelligence americana che Ankara condivise.

© TUR PRESIDENCY / MURAT CETINMUHUR / ANADOLU AGENCY / ANADOLU AGENCY VIA AFP – Erdogan e Mohammed Bin Salman

AGI – Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha incontrato il re saudita Salman a Jeddah, ma soprattutto il principe erede al trono saudita Mohammed Bin Salman (MBS) con cui c’è stata la tanto attesa stretta di mano dopo quasi 4 anni di tensioni seguite l’omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi.

L’agenzia di stampa saudita SPA rende noto che i due leader hanno “passato in rassegna le relazioni tra i due Paesi in tutti gli ambiti” e pubblica la foto della stretta di mano, significativa almeno altrettanto quanto il fatto che la visita arriva a 3 settimane dal trasferimento del processo che ha come imputati 26 funzionari sauditi, accusati di aver ucciso il giornalista, da una corte di Istanbul alla capitale saudita Riad.

In molti si chiedevano se la stretta di mano tra Erdogan ed MBS ci sarebbe stata, alla luce del fatto che il presidente turco ha sempre coltivato ottime relazioni con il re Salman, meno con il principe erede al trono. In seguito all’omicidio del giornalista Erdogan non risparmiò le accuse alle “più alte sfere della monarchia”, indicate come il vero mandante dell’omicidio. Accuse cui fece seguito un rapporto dell’intelligence americana che confermò la responsabilità di MBS come mandante dell’omicidio. Ankara condivise le prove raccolte con Usa e Onu, non risparmiando una gogna mediatica a MBS che da allora non ha più parlato con Erdogan. K

Khashoggi sparì il 2 ottobre 2018 dopo aver varcato la soglia del consolato saudita di Istanbul, dove si era recato per ritirare dei documenti necessari per sposare una donna turca, Hatice Cengiz. Quest’ultima ha intrapreso una battaglia per la verità che è però caduta nel vuoto e non ha mai riscosso pieno appoggio da parte della comunità internazionale.

Dopo la richiesta di trasferimento del processo Hatice Cengiz ha presentato un ricorso che però è stato respinto. Il processo di riavvicinamento era già in corso, avviato anche attraverso la mediazione degli Emirati, con lo scorso novembre Erdogan ha ricucito le relazioni dopo 12 anni di tensione.

Una situazione in passato peggiorata anche dall’embargo deciso nel 2017 dai Paesi del Golfo nei confronti del Qatar, uno dei più stretti alleati della Turchia. Rimosso l’embargo sulle relazioni tra i due Paesi continuava a pesare il caso Khashoggi, ma il trasferimento che pone la parola fine sul processo era il segnale che MBS aspettava. “Siamo pronti ad aprire una nuova era nelle nostre relazioni. Rafforzare la cooperazione in aree come la Difesa e la finanza e’ di mutuo interesse”, ha detto Erdogan alla vigilia della partenza.

Il presidente turco deve fronteggiare la peggiore crisi economica degli ultimi 20 anni, con l’inflazione che il mese scorso ha sforato il tetto del 60%. Una situazione che Erdogan deve fronteggiare in vista delle elezioni del 2023 e che ha spinto il governo turco nell’ultimo anno ad avviare un processo di normalizzazione che coinvolge anche Egitto e Israele, oltre che Emirati ed Arabia Saudita

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