Principale Attualità & Cronaca Vaccino: il ‘modello Lazio’ guarda alla medicina del territorio

Vaccino: il ‘modello Lazio’ guarda alla medicina del territorio

Sin dall’avvio della campagna vaccinale la Regione Lazio ha messo in piedi presidi in tutto il territorio raggiungendo anche fragili e senza fissa dimora con hub, medici di base, farmacie, camper in giro nei piccoli centri e, infine, il primo punto vaccini d’Europa all’interno dello scalo aeroportuale di Fiumicino senza prenotazione.

Il sistema sanitario del Lazio ha dato un’ottima risposta nella campagna di vaccinazione contro il Covid-19 con una media di somministrazioni di dosi che è arrivata anche a 60mila al giorno portando la regione ad essere tra le più virtuose in Italia.

 

Nella grande sfida della vaccinazione il Lazio ha dato ottimi risultati rispettando i parametri nazionali dal punto di vista delle categorie che andavano vaccinate e protette per prime: partendo dagli operatori sanitari per passare ai soggetti vulnerabili e fragili e poi a scalare alla popolazione del personale scolastico e a quello delle forze armate e dell’ordine”. Lo ha detto all’AGI Paolo Ciani (Centro Solidale Demos), che presiede la commissione speciale sull’emergenza Covid-19 del Consiglio regionale del Lazio.

“Devo dire, con orgoglio, che si è fatto in modo che venissero raggiunti anche quei soggetti più marginali della società – ha aggiunto Ciani – penso a chi si era regolarizzato come colf e badanti ma che non aveva ancora ricevuto i documenti dal ministero dell’Interno. Per queste categorie si è trovata una soluzione.

Inoltre, sono stati messi in piedi degli hub vaccinali specifici in accordo con la Croce Rossa italiana e la comunità di Sant’Egidio per vaccinare anche i pazienti fragili senza fissa dimora. Il Lazio ha portato avanti con successo il concetto che dove le persone non arrivano o non riescono ad arrivare al vaccino arriviamo noi da loro”.

L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, inaugurando il nuovo centro vaccinale “Vax&Go” per i viaggiatori in partenza e in arrivo al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino, ha sottolineato l’importanza di raggiungere capillarmente tutta la popolazione: “prima con i camper vaccinali nei piccoli centri e ora con il primo hub in uno scalo aeroportuale per agevolare la vaccinazione soprattutto nelle fasce più giovani”.

L’obiettivo fissato è quello di arrivare al 70% della popolazione vaccinata nel Lazio in doppia dose entro l’8 agosto.

“Con l’inaugurazione del presidio vaccinale “Vax & Go” all’interno dell’aeroporto di Fiumicino la Regione Lazio ha messo a punto l‘ultimo tassello innovativo di una campagna che sin dall’inizio dell’anno ci ha visto essere un modello italiano ed europeo per il contrasto al Covid-19 – ha dichiarato all’AGI Rodolfo Lena (Pd), presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale –. A Fiumicino sarà possibile fare il vaccino prima di partire per le vacanze, iniziativa che nella strategia sanitaria regionale serve a raggiungere il maggior numero di persone possibile, così come già fatto con la campagna dei camper che stanno raggiungendo le piazze dei nostri comuni, in cui è possibile vaccinarsi senza prenotazione – ha precisato Lena –. Lo abbiamo ribadito in più occasioni, c’è un solo modo per combattere il Covid: vaccinare il maggior numero di persone possibile.

La strategia messa a punto dal presidente Zingaretti e dall’assessore D’Amato va in questa direzione e sta ottenendo grandi traguardi, favoriti negli ultimi giorni dall’introduzione del Green pass. I numeri delle prenotazioni degli ultimi giorni proiettano la nostra Regione verso una copertura dell’80 per cento, che se sarà raggiunta potrà rappresentare un grande successo nella battaglia contro questa terribile malattia”.

“Abbiamo dei dati che restituiscono il grande lavoro fatto, a cominciare dalle adesioni agli Open day fino alla creazione degli hub vaccinali, che sono stati gli avamposti delle vaccinazioni – ha proseguito Rodolfo Lena – la Nuvola, per fare un esempio, chiuderà il 30 agosto ma già oggi ha superato le 400mila dosi somministrate, a dimostrazione dell’importanza degli hub nel sistema integrato di vaccinazione regionale”.

“La commissione speciale sull’emergenza Covid – ha spiegato Paolo Ciani – è una commissione di analisi dove studiamo quello che è accaduto da quando è iniziata la pandemia nella nostra regione. L’intenzione è quella di fare più incontri e audizioni e chiarire l’impatto del Covid su più aspetti: quello sanitario, sociale ed economico.

Dobbiamo conoscere come abbiamo reagito per capire quali politiche occorrerà sviluppare. È interessante valutare il tema della sanità di territorio: il cosiddetto e famoso modello lombardo non ha dato una grande risposta. È emerso che dove si è lasciata una sanità più capillare e territoriale, anziché concentrata su grandi strutture, la risposta è stata più efficiente”.

“Altra riflessione riguarda anche il tema delle cure a domicilio e l’integrazione sociosanitaria con la telemedicina. Si tratta di un grande tema per una regione come il Lazio che ha tanti piccoli centri – ha affermato ancora Ciani –. A parte i primi momenti di difficoltà dovuti in prevalenza all’approvvigionamento delle mascherine, i Dpi, il Lazio ha saputo dare immediatamente una grande risposta dal punto di vista del sostegno economico.

Pensiamo che la Regione Lazio ha anticipato provvedimenti di sostegno e ristori poi presi a livello nazionale. È stato messo in campo il sostegno ai lavoratori, le casse integrazioni, il sostegno buoni pasto e buoni affitto. Ci sono state misure per il sollievo immediato”. 

“È sotto gli occhi di tutti il lavoro che la Regione Lazio ha fatto per combattere la pandemia. Certo tutto è perfettibile ma è indubbio che sia dal punto di vista sanitario che economico sia stato fatto un grande sforzo per affrontare un’emergenza senza precedenti – ha detto all’AGI Loreto Marcelli (M5s), vicepresidente della commissione speciale emergenza Covid-19 del Consiglio regionale –. La pandemia ha reso ancora più evidente e impellente la necessità di potenziare la sanità pubblica e la medicina di prossimità, cosa che come Movimento 5 Stelle abbiamo da sempre sostenuto.

È realisticamente impensabile che in pochi mesi si possa rivoluzionare un modello che si è sedimentato negli anni, ma la campagna vaccinale della Regione Lazio sta mostrando già una nuova visione che vede protagonista la sanità pubblica e una maggiore presenza di punti sanitari sul territorio”.

“Dal canto nostro abbiamo cercato di fare la nostra parte con una serie di proposte volte a ottimizzare le prestazioni sanitarie in emergenza, come ad esempio l’istituzione delle Unità Speciali di continuità assistenziale (USCAR), con cui vengono garantite cure a domicilio per i pazienti Covid con sintomi lievi, e delle Unità Speciali di Pediatria Distrettuale (USPED) per offrire, ove possibile, assistenza domiciliare ai pazienti più piccoli affetti da virus – ha aggiunto Marcelli – e poi c’è la ricetta dematerializzata assunta anche a livello nazionale con un provvedimento della Protezione civile, per ridurre il contatto, e quindi il rischio di contagio, tra medici di base e pazienti e velocizzare le procedure più semplici a vantaggio di quelle più urgenti, e il certificato pediatrico di malattia dematerializzato per snellire la giustificazione dei giorni di assenza dalla scuola per i casi di malattie con sintomi non riconducibili al Covid. Ultima, ma non ultima, la reintroduzione del medico scolastico, finanziato con 3 milioni di euro nell’ultimo bilancio regionale”. 

“Tutto questo per dire che quando si tratta di affrontare una crisi sanitaria epocale, come quella che stiamo affrontando, la priorità non è la coltivazione del proprio orticello partitico, ma fare fronte comune per dare le risposte e le soluzioni ai problemi dei cittadini – ha sottolineato ancora Loreto Marcelli –. Alla Regione Lazio questo è avvenuto e credo che i risultati siano del tutto confortanti.

Se oggi il ‘Modello Lazio’ è unanimemente riconosciuto come virtuoso, il merito non è solo della politica, ma anche e soprattutto del personale sanitario della nostra regione che si è speso senza sosta per fronteggiare la pandemia. A tutti gli operatori sanitari deve andare il nostro ringraziamento, così come ai medici di medicina generale per il ruolo di collegamento con il territorio, importante e strategico per una Sanità che mette i cittadini al centro dei processi di prevenzione e cura”.    

Il Green pass voluto dal governo contribuirà ad accelerare la campagna di vaccinazione anche nel Lazio che ha registrato in una settimana dopo l’annuncio del premier Mario Draghi oltre 150mila prenotazioni.

“La posizione pubblica del governo con il Green pass ha dato un ulteriore impulso di prenotazioni e continuiamo con la campagna di vaccinazione su larga scala – ha concluso Paolo Ciani – siamo preoccupati del ritorno della variante Delta ma il sistema sanitario del Lazio è pronto.

La crisi pandemica ci ha dimostrato che queste sono sfide comuni che si vincono insieme, perché dalla crisi sanitaria si sono avute delle ricadute in ogni angolo, da quello economico a quello della coesione sociale”.

“Tutto questo è stato possibile grazie al nostro sistema sanitario pubblico, che ha dimostrato di essere all’avanguardia, e con l’impegno quotidiano dei nostri medici e del personale sanitario tutto – ha evidenziato il presidente della Commissione Sanità Lena –. Ora però dobbiamo iniziare anche a guardare al futuro.

La commissione Sanità, che presiedo, sta dando sostegno alle iniziative nel campo della prevenzione e ora ha avviato anche un confronto sulle prospettive post-Covid.

Si inserisce in questo quadro anche la proposta di legge sull’invecchiamento attivo, che si propone di lavorare sulla solidarietà intergenerazionale e sul contributo delle fasce più anziane, ottimizzando progetti che potranno godere di finanziamenti europei e regionali”. 

AGI

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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