Principale Economia & Finanza Bce e crisi affondano la Borsa di Milano. Risale lo spread

Bce e crisi affondano la Borsa di Milano. Risale lo spread

Le tensioni politiche e l’impennata dello spread affondano Piazza affari nella giornata di venerdì 22 gennaio. L’indice è risalito a quota 125 punti, sui massimi da due mesi

Borsa Milano piazza Affari

Le tensioni politiche e l’impennata dello spread affondano la Borsa di Milano nella giornata di venerdì 22 gennaio 2021. Milano è maglia nera europea in una giornata di debolezza complessiva. A rendere volatili e nervosi i mercati è stato il timore che la recrudescenza della pandemia di coronavirus finisca per cancellare le speranze di ripresa.

Paure riaccese dall’indebolimento dei Pmi, gli indici anticipatori del ciclo, di Germania ed Eurozona. Ma agli investitori non sono piaciute neanche le parole della presidente della Bce, Christine Lagarde, che nella giornata di giovedì 21 ha chiarito come la parola d’ordine nell’utilizzo del Pepp, il programma di acquisto per l’emergenza pandemica da 1.850 miliardi di euro, debba essere “flessibilità”, senza alcun obbligo a utilizzare l’intera dotazione se non sara’ necessario.

L’impatto è stato particolarmente negativo per il rendimento dei titoli di Stato dei Paesi periferici, Italia in primis, con il differenziale tra Btp decennali e omologhi Bund tedeschi che è risalito a quota 125 punti, sui massimi da due mesi.

L’aumento dello spread, aggravato dal timore di un avvitarsi della crisi politica, ha travolto piazza Affari che ha chiuso la seduta in calo dell’1,52%. Un risultato nettamente peggiore rispetto a quello di tutti gli altri listini del vecchio continente, dove Francoforte è arretrata dello 0,23%, Londra dello 0,33% e Parigi dello 0,69%.

Anche Moody’s non ha nascosto le sue preoccupazioni per le tensioni all’interno della maggioranza che sostiene il governo Conte. Un esecutivo indebolito, ha sottolineato l’agenzia di rating, “intensifica le sfide delle politiche post-pandemiche”. E soprattutto rischia di ritardare l’attivazione del Next generation Eu. In ballo ci sono 200 miliardi di euro, cruciali per la ripresa.

C’è tempo fino alla fine di aprile per presentare alla Commissione Ue i piani dettagliati per l’utilizzo dei fondi, ha osservato Moody’s, “ma ci sono alcune grandi questioni da risolvere per il governo, inclusa quella su quanto sarà centralizzata la gestione dei fondi e a quali priorità economiche andranno”.

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