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La pedofilia, una minaccia silenziosa

Prevenire la violenza sessuale per proteggere i nostri bambini.

Dal Mondo – La pedofilia è una parafilia manifestata con azioni, impulsi ricorrenti e fantasie erotiche che implicano attività sessuali con bambini o prepuberi.

Secondo i dati aggiornati al 2024, la pedofilia e la pedopornografia online rimangono fenomeni preoccupanti in Italia, con alcune tendenze allarmanti. Nel solo 2023, sono stati analizzati complessivamente 28.355 siti web, di cui 2.739 sono stati resi irraggiungibili e inseriti nella black list perché contenevano rappresentazioni di sfruttamento sessuale di minori.

Le persone denunciate per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale di minori nello stesso anno sono state numerose, anche se in lieve calo rispetto all’anno precedente. I soggetti sono prevalentemente uomini, incensurati, ma desta preoccupazione l’aumento dei reati di pedopornografia commessi da giovani.

Nei casi di sextortion, o ricatti sessuali online, è stato registrato un aumento in danno di minori, passando da 130 casi nel 2022 a 136 nel 2023. La maggior parte riguarda minori di età compresa tra i 14 e i 17 anni, prevalentemente maschi.

Persiste il lento incremento dei casi relativi a bambini adescati di età inferiore ai 9 anni, con 31 casi nel 2023, 9% del totale. Social network e videogiochi online sono i luoghi di contatto più frequenti tra minori e adulti.

La fascia di età maggiormente coinvolta è quella dei pre-adolescenti tra i 10 e i 13 anni, con 206 casi di interazioni sessuali tecno-mediate su un totale di 351.

Dal punto psicopatologico la pedofilia è considerata una devianza, meglio denominato come distrurbo pedofilico, caratterizzato da fantasie, impulsi o comportamenti sessuali ricorrenti e intensi che coinvolgono bambini in età prepuberale, tipicamente di età inferiore ai 13 anni. Viene diagnosticato sulla base di criteri clinici, quali impulsi, fantasie e comportamenti sessualmente eccitanti per un periodo di almeno 6 mesi verso un individuo minorenne in età prepuberale, generalmente di 13 anni. L’individuo che manifesta ciò deve avere almeno un’età di 16 anni e deve essere quantomeno di 5 anni più grande dell’individuo minorenne.

In ambito criminologico è un fenomeno complesso che presenta diverse sfaccettature. Quì la pedofilia viene considerata contemporaneamente una psicopatologia e un reato.

Esistono due principali tipologie di pedofili dal punto di vista criminologico: pedofili preferenziali, individui che preferiscono avere rapporti sessuali con bambini mettendoli al centro delle proprie fantasie sessuali. Sono spesso “pazienti” e costruiscono una ragnatela di manipolazione psicologica sulle vittime; pedofili situazionali: individui che molestano un minore non perché sia la vittima ideale, bensì quella più facile, a portata di mano al momento opportuno.

Secondo la teoria evoluzionistica e socio biologica, l’attrazione sessuale verso bambini prepuberi è considerata una deviazione da un istinto innato di protezione dei “cuccioli” della società, destinati alla futura riproduzione della specie. In alcuni soggetti con predisposizioni genetiche che interagiscono con l’esperienza e il contesto, si sviluppa una tendenza a preferire persone molto più giovani.

In psicoanalitica, il comportamento sessuale del pedofilo, può rivelare molto sulla sua infanzia. Stando a Freud, la pedofilia è una perversione sessuale caratterizzata da un’angoscia di castrazione che ostacola il raggiungimento di una sessualità adulta, portando il pedofilo a regredire ad una pulsione parziale. Freud riteneva inoltre che i pedofili, a causa di forti traumi perpetrati dalla madre, fossero incapaci di superare il complesso edipico, con conseguente fissazione a fasi preedipiche.

Per di più, oltre a sostenere che l’intera sessualità del pedofilo fosse coatta e rigida, senza spazio per la novità, in quanto l’imprevisto e la libertà di provare nuove situazioni scatenerebbero l’inquietudine di una situazione mai sperimentata, facendo perdere al pedofilo quella quiete che gli garantiva il contenimento dell’angoscia, Freud metteva in guardia circa il peso che la seduzione ha nell’avviare il bambino verso comportamenti pedofili, sottolineando come la pedofilia si basi sulla forza della seduzione narcisistica, la cui portata distruttrice è altrettanto devastante per il bambino.

Secondo la criminologia, la pedofilia e il pedofilo vanno distinti dai reati di abuso sessuale su minori e dai molestatori di bambini. La pedofilia è considerata un orientamento sessuale o un disturbo psicologico, non un comportamento criminale in sé, infatti, esistono pedofili che non commettono atti illeciti, così come esistono casi di abusi su minori perpetrati da individui che non sono pedofilia. Tuttavia, quando i pedofili scelgono lucidamente di agire ai loro impulsi, si configura un crimine.

In ambito vengono distinte due teorie, la teoria dell’abusato-abusatore dove l’aggressore adulto ripete in parte una violenza sessuale subita da bambino, cercando di elaborare traumi precoci irrisolti, e, la teoria dell’identificazione parentale, dove i criminali sessuali provengono spesso da famiglie disfunzionali.

La penetrazione è meno comune al toccare e/o mostrare i genitali, azioni molto più frequenti. Ciò dipende se il pedofilo considera la vittima un “oggetto d’amore” perverso o un mero oggetto sessuale.

Le caratteristiche dei pedofili online differiscono da quelle dei pedofili tradizionali in diversi aspetti. I pedofili online sono spesso maschi di razza bianca, con un’età compresa tra i 20 ei 30 anni, che non convivono con un partner. Sono individui che si servono della rete per soddisfare la loro sessualità deviante, utilizzando la tecnologia per accedere a materiali pedopornografici, entrare in contatto con bambini e adolescenti, e interagire con loro.

I pedofili online possono anche essere divisi in diverse categorie, come ad esempio quelli che si limitano a fruire di pedopornografia, quelli con interessi sessuali deviati che coinvolgono i minori e quelli che usano la rete per condividere con altri pedofili i loro interessi. Possono inoltre presentare disfunzioni sessuali tradizionali nell’attività reale e un’incapacità nel porre fine ai rapporti sessuali virtuali on-line adottando comportamenti rischiosi con conseguente distorsione e perdita di contatto con l’obiettività.

I pedofili on-line spesso sono ben integrati nel sociale, non hanno precedenti penali e non si autopercepiscono come criminali.

Il 5 Maggio, con la legge n. 41 del 2009, è stata istituita la Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia. E’ un momento per riaffermare l’impegno nella lotta a questo crimine senza confini, che si evolve al passo con la tecnologia.

La Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella sottolinea l’importanza della sensibilizzazione e della conoscenza degli strumenti di emergenza per proteggere i bambini, con particolare attenzione al tema del digitale. Si evidenzia il crescente disagio tra i giovani e l’importanza di ricostruire un contesto educativo e relazionale solido per affrontare le sfide della modernità. Si sottolinea l’importanza del sostegno alle famiglie e dell’utilizzo di strumenti come il parental control per prevenire l’esposizione dei minori a contenuti inadeguati online. Si evidenzia infine l’importanza della relazione familiare e della collaborazione tra famiglie e servizi di supporto per proteggere e guidare i bambini nell’era digitale.

È fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica, promuovere la conoscenza degli strumenti di emergenza come il numero 114, presto su tutte le piattaforme social utilizzate dai ragazzi e investire sulla prevenzione attraverso il sostegno alle famiglie.

Ricordiamo di prestate massima attenzione, la rete internet è spesso utilizzata come uno specchio per le allodole.

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