Principale Estero Macron punta su Draghi ai vertici dell’UE

Macron punta su Draghi ai vertici dell’UE

Uno dei sostegni più perspicaci alla leadership di Mario Draghi ai vertici dell’UE arriva dal presidente francese Emmanuel Macron. Per il Premier francese, Mario Draghi sarebbe l’uomo ideale alla  presidenza della Commissione Europea. I due si conoscono fin dai tempi del mandato dell’ex Primo Ministro italiano alla BCE, e sono leader altrettanto legittimati dalla loro competenza e dal fascino tecnocratico. Pertanto con l’era von der Leyen che volge al termine Draghi potrebbe emergere e prendere il timone, alla guida dell’UE. “La Francia e tutti nell’ecosistema presidenziale vorrebbero che Draghi giocasse un ruolo”, ha dichiarato Pascal Canfin, un eurodeputato del partito liberale Renaissance di Macron, su un quotidiano online.

Macron punta su Draghi

Dunque, Mario Draghi, ha tutte le caratteristiche necessarie per presiedere la Commissione europea in un momento in cui l’UE si trova ad affrontare pericoli geopolitici. La sua autorità, il suo metodo, le sue idee sul futuro dell’Ue, pesano molto nelle trattative, tra i leader delle istituzioni europee, e non solo. Pragmatico, calmo, deciso e senza paura di dire le cose come stanno, rispettato all’estero tanto quanto in patria, è la persona più adatta per prendere il posto di Ursula von der Leyen come leader de facto dell’Europa. Inoltre, quando si tratta di finanza, Macron e Draghi, evidentemente condividono un interesse comune. I due, infatti, in passato hanno delineato alcune richieste condivise per la riforma delle regole fiscali dell’UE. Quando la pandemia ha aumentato drasticamente la spesa pubblica e il debito in entrambi i paesi: in Francia da meno del 98% del prodotto interno lordo (PIL) al 116%, e in Italia dal 135% al ​​162% del PIL, l’allentamento delle regole europee ha reso possibile un aumento della spesa pubblica, e le istituzioni europee sono andate oltre sulla strada della “solidarietà”, mutualizzando per la prima volta il debito comune col Recovery Fund. Mentre come ex Primo Ministro italiano, ha convinto von der Leyen a essere più protezionista sui vaccini, ha proposto sanzioni più dure contro la Russia (il congelamento dei beni della Banca centrale russa). La Francia, ed anche l’Italia, sono quindi, i due paesi che potrebbero dover sfidare in futuro, altri paesi dell’UE, in particolare la Germania e gli stati nordici, che hanno un approccio diverso e che non saranno entusiasti di una finanza pubblica più permissiva da parte degli stati membri del Mediterraneo. A questo proposito, il presidente Macron sta giocando le sue carte migliori per perseguire la sua agenda politica ed economica, appoggiando pubblicamente Mario Draghi, per un incarico di alto livello a Bruxelles. La Francia, il paese delle grandes écoles, è comprensibilmente orgogliosa della sua tecnocrazia. Anche se il paese ospita un numero considerevole di aziende private di notevoli dimensioni, il governo è sempre stato l’attore centrale, sia come proprietario di alcune delle più importanti imprese francesi, sia come custode dello sviluppo delle imprese private. In materia economica, quindi la priorità di Macron è rivolta a una politica industriale europea orientata alla competitività globale delle imprese e a realizzare la doppia transizione, digitale e ambientale. Mario Draghi quindi, ha tutte le caratteristiche per svolgere un ruolo costruttivo verso un “grande salto” nell’integrazione europea. Tuttavia, chi meglio di Mario Draghi potrebbe sedersi di fronte a Donald Trump se tornasse alla Casa Bianca nel gennaio 2025?

 

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