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kosovo: etnia serba boicotta il voto su rimozione sindaci albanesi

Domenica, nel teso nord del Kosovo, i serbi hanno boicottato un’elezione locale straordinaria sull’opportunità di estromettere i loro sindaci di etnia albanese in un territorio crivellato da tensioni mortali. Si è recato alle urne circa l’1% degli aventi diritto, mentre per rimuovere i sindaci era necessario almeno il 50% più un voto. Il Kosovo è a maggioranza etnica albanese, ma circa 50.000 serbi nel nord rifiutano il governo di Pristina e vedono Belgrado come loro capitale. Ex provincia serba, il Kosovo ha dichiarato l’indipendenza nel 2008, dieci anni dopo una rivolta di guerriglia.

kosovo: etnia serba boicotta il voto su rimozione sindaci albanesi

I residenti di quattro comuni a maggioranza serba, domenica, hanno boicottato a stragrande maggioranza il referendum sulla rimozione dei loro sindaci di etnia albanese dall’incarico. Su 46.556 elettori registrati hanno votato in tutti e quattro i comuni soltanto 253. Il principale partito etnico serbo del Kosovo, Lista Srpska (Serba), che ha stretti legami con Belgrado, ha chiesto il boicottaggio delle elezioni di domenica. Il voto avrebbe potuto aprire la strada all’elezione dei serbi alla carica di sindaco, dopo che la nomina, nell’aprile dello scorso anno, dei sindaci albanesi, ha scatenato violenze nella regione a maggioranza serba, sostenuta da Belgrado. Tuttavia, il referendum arriva in un momento in cui le tensioni tra Kosovo e Serbia sono aumentate in seguito all’avanzamento dell’adesione del Kosovo al Consiglio d’Europa, ferocemente contrastata dalla Serbia. Pertanto, il risultato lascia lo stesso teso status quo nel nord del Kosovo e i negoziati facilitati dall’UE per normalizzare i legami con la vicina Serbia, non prevedono sviluppi nei prossimi mesi. La decisione dei serbi del Kosovo di non partecipare al referendum complicherà ulteriormente la situazione già tesa tra Belgrado e Pristina. Questa tensione è stata esacerbata dal divieto del Kosovo sull’uso dei dinari sul suo territorio e dal rifiuto del primo ministro Albin Kurti di consentire la creazione della Comunità dei comuni serbi nel nord. Nel frattempo, l’ambasciata americana a Pristina ha giudicato deplorevole il ritiro della Lista serba dal referendum, che ha sprecato l’opportunità di partecipare al processo democratico che garantisce un Kosovo multietnico, dichiarando altresì che il voto si è svolto in conformità con i requisiti legali del Kosovo e in linea con il quadro giuridico e la KEK.

 

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