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Gabriel Garcia Marquez – «Il Generale nel suo labirinto»

Il libro di oggi ci parla di un personaggio, Simón Bolívar, – che ha rappresentato – e ancora oggi è fortemente presente, una straordinaria forza ideologica di libertà per la Bolivia, il Perù e il Venezuela, affrancate dalla colonizzazione spagnola

Come tutte le vite rivoluzionarie ed avventurose, la conclusione spesso è l’isola napoleonica, dove si è dimenticati e ci si lascia andare in un labirinto di ricordi ripercorrendo amori, avventure, i rischi e le passioni di un uomo leggendario.

Gabriel García Márquez (Aracataca, 6 marzo 1927 –  citta del Messico 17 aprile 2014) è uno scrittore e giornalista colombiano, insignito, nel 1982, del Premio Nobel per la letteratura.

E’ noto soprattutto come scrittore di altissimo livello, con un grande pubblico di lettori in tutto il mondo

La letteratura latinoamericana deve molto al suo realismo magico col quale anche la struttura complessa dei suoi romanzi riesce ad essere recepita, grazie ad prosa sempre scorrevole, ricchissima di immagini, di intrecci fantasiosi proiettati sul reale, storie e leggende dentro allegorie e l’uso di flashback dosati come un sapiente sceneggiatore.

Il generale Bolivar negli ultimi momenti di vita, stiamo intorno al 1830, l’ultimo viaggio del leggendario venezuelano (era nato a Caracas 24 luglio 1783) fatto con il suo domestico più antico, José Palacios, che lo segue minuto per minuto.

Lo scrittore segue il generale in questo viaggio

E’ malato di tubercolosi, si trasferisce a Bogotà con l’illusione di poter tornare in Europa, passando per la Giamaica.

Ma la salute peggiora e ritorna a Bogotà. Il libro va e viene dal passato, ripercorre la vita di Bolivar e gusta i suoi ultimi attimi.

La prosa di Marchez è una pennellata di colore intorno alla leggenda che finisce, come spesso accade ai potenti, circondati da pochissimi amici ed allora tutto il romanzo diventa il canto alla disillusione…

” Allora incrociò le braccia sul petto e cominciò ad udire le voci raggianti degli schiavi che cantavano il salve delle sei nei frantoi, e vide dalla finestra il diamante di Venere nel cielo che se andava per sempre, le nevi eterne, il rampicante le cui nuove campanule gialle non avrebbe visto fiorire il sabato successivo nella casa sbarrata dal lutto, gli ultimi fulgori della vita che mai più, per i secoli dei secoli, si sarebbe ripetuta”.

Questo il libro di oggi è un doppio omaggio ad un uomo leggendario, che vive nella nostra soffitta piena di libri, ma anche a un autore che vi invitiamo a conoscere. Questa poesia trovata in rete mi sembra ideale per presentare lo scrittore colombiano.

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Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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