Principale Estero Repubblica serba di Bosnia minaccia secessione a causa della risoluzione su Srebrenica

Repubblica serba di Bosnia minaccia secessione a causa della risoluzione su Srebrenica

I recenti tentativi delle Nazioni Unite (ONU) di approvare una risoluzione che commemora le vittime del genocidio di Srebrenica hanno incontrato una veemente opposizione da parte dei funzionari serbi. Ciò costituisce non solo una dura manifestazione di negazione del genocidio e di revisionismo storico, ma è anche una strategia geopolitica calcolata, volta a mantenere l’egemonia regionale e a destabilizzare gli sforzi di riconciliazione all’interno dei Balcani. Questa strategia è particolarmente allarmante alla luce dei recenti eventi, come l’attacco terroristico in Kosovo, che è servito a sottolineare il fragile stato di pace e sicurezza nella regione. Nel 1995, più di 8.000 uomini e ragazzi bosniaci furono uccisi dai serbi a Srebrenica durante la sanguinosa guerra in Bosnia. Il genocidio è stato ufficialmente riconosciuto dal tribunale internazionale per l’ex Jugoslavia.

Repubblica serba di Bosnia minaccia secessione: perchè?

Nemanja Stevanović, ambasciatore serbo presso l’ONU, ha lanciato una velata minaccia suggerendo che l’adozione di tale risoluzione potrebbe incitare alla violenza, non solo in Bosnia ed Erzegovina ma in tutti i Balcani occidentali. Questa insinuazione opera su più livelli; serve come monito diretto alla comunità internazionale. Posiziona la Serbia come custode della stabilità regionale e, su scala più ampia, agisce contemporaneamente come un espediente retorico per contestare la legittimità e l’opportunità di riconoscere le atrocità storiche attraverso risoluzioni internazionali. Mentre Milorad Dodik, il presidente secessionista della Republika Srpska della Bosnia-Erzegovina, ha esortato il governo dell’entità ad adottare una risoluzione che neghi il genocidio di Srebrenica e poi a riunire una manifestazione “del popolo serbo” per dichiarare che non può vivere insieme ai bosniaci (musulmani bosniaci). Il veto russo del 2015 su una risoluzione delle Nazioni Unite su Srebrenica a sostegno della Serbia esemplifica come la politica internazionale possa avere un impatto significativo sul riconoscimento delle verità storiche e sul perseguimento della giustizia. Questo veto non solo ha evidenziato le dimensioni geopolitiche del riconoscimento del genocidio, ma ha anche dimostrato come gli stati possano usare la loro influenza internazionale per sostenere narrazioni di negazione e revisionismo.

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