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Pablo Neruda – «Confesso che ho vissuto»

La mia vita è una vita fatta di tutte le vite: le vite del poeta

Il libro è stato scritto, come dice lo stesso autore, raccogliendo ricordi in modo intermittente, quelli che appaiono nitidi e poi si smarriscono.

E’ stato pubblicato postumo nel 1974. Pablo Neruda, premio nobel per la letteratura, uno dei più grandi poeti latino americani, mori nel 1973 a 69 anni.

Le autobiografie sono sempre affascinanti, soprattutto se parlano di un campione della cultura, fortemente impegnato nel sociale.

L’autore avverte che c’ è una differenza tra memorialista e poeta, il primo: ” è vissuto forse meno, ma ha fotografato molto di più e ci diverte con la precisione dei particolari”.

Quindi nessuna illusione di conoscere, attraverso il poeta, la storia nel dettaglio, perchè in realtà lui: ” ci consegna una galleria di fantasmi scossi dal fuoco e dall’ombra della sua epoca”.

Per conoscere il contenuto del libro basta conoscere la tumultuosa vita del poeta cileno. E’ stato un diplomatico ed ha quindi girato molto, un politico scomodo ed incorruttibile, già nel 1949 fu esiliato per aver difeso minatori in sciopero biecamente repressi.

Nell’esilio incontra i maggiori poeti latino americani, uno, lo citiamo, è Federico Garcia Lorca per la cui morte, dovuta alle forze del generale Franco, Neruda abbracciò il comunismo.

Ritorna in patria quando cambia il regime di Vileda, ed è persino indicato come uno dei candidati alla carica di presidente della repubblica cilena, ma partecipa alla vittoria di Salvator Allende.

Il disfacimento del governo democratico cileno con il colpo di stato del generale Augusto Pinochet, avviene mentre è in un soggiorno parigino.

Non farà in tempo a vedere le nefandezze del dittatore. La cronaca del tempo dice – e a tal proposito c’è un filmato girato all’epoca – che il suo funerale fu uno dei primissimi momenti di opposizione alla dittatura, poiché avvenne nonostante la presenza ostile e intimidatoria dei militari a mitra spianato.

Neruda è un vulcano di parole, di sensazioni, di lirica. Leggere questo librone di 500 pagine riconcilia con la vita, perché ognuno di noi vive, ma il poeta Neruda ce lo sussurra in un orecchio: ” Forse non vissi in me stesso, forse vissi la vita degli altri

La Rete

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

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