Principale Rubriche Libri & Letture consigliate Milan Kundera «L’insostenibile leggerezza dell’essere»

Milan Kundera «L’insostenibile leggerezza dell’essere»

“L’insostenibile leggerezza dell’essere” Rispetto ai libri in soffitta, questo libro è alquanto recente, del 1986, Adelphi edizione.

Il titolo, come declama il ripiego della copertina, lo memorizziamo come un solfeggio musicale, ed è un bel racconto che passa attraverso storie di amore complicate, come del resto è la realtà, oscillando tra vari atteggiamenti ora libertini, ora compassionevoli, tutti vissuti freddamente con una presenza in ombra dell’autore.

L’autore Milan Kundera fu un protagonista della primavera di Praga del 1968 ed è proprio questo il periodo nel quale egli colloca il romanzo che descrive la vita degli artisti e degli intellettuali cecoslovacchi fra questo periodo rivoluzionario e la successiva invasione da parte dell’Unione Sovietica.

La storia si focalizza sul gruppo noto come il Quartetto di Kundera, composto da Tomáš (un chirurgo di fama e successo che ad un certo punto perde il lavoro a causa di un suo articolo su Edipo che, anche a causa delle modifiche operate dai redattori del giornale a cui lo ha inviato, risulta molto critico nei confronti dei comunisti cechi), la sua compagna Tereza (una fotografa), la sua amante Sabina (una pittrice) e un altro amante di Sabina, Franz (un professore universitario).

Questi quattro personaggi vengono seguiti nelle loro vite fino alla fine. Tomáš ha due interessi: il lavoro e le donne.

Egli si innamora di Tereza ma non riesce a rinunciare alle sue amanti, e questo rende Tereza estremamente gelosa ma per la sua debolezza la donna non riesce a ribellarsi e tiene per sé i suoi tormenti, fingendo di non sospettare il tradimento di Tomáš. Sabina è un’idealista, uno spirito libero.

Avrà una breve storia con Franz (che si innamorerà perdutamente) ma, non avendo il coraggio di stabilire un rapporto serio, fuggirà lasciando Franz da solo senza neanche una parola.

Franz inseguirà il ricordo di Sabina e sarà proprio questo a portarlo alla morte.
Kundera lega in un libro storia, filosofia e letteratura. Qualcuno afferma che la trasposizione cinematografica insistendo sull’erotismo abbia fatto scadere l’opera senza coglierne il senso più fine e davvero più alto. Quindi non ci sentiamo ora di dire “vedere e leggere”. No, il libro è un altra cosa. Pensate alla costruzione dei personaggi ed al ruolo dell’autore, ecco un brano: ” sarebbe stupido da parte dell’autore cercare di convincere il lettore che i suoi personaggi sono realmente esistiti. Non sono certo nati da un grembo materno, ma da una o due frasi suggestive o da un situazione di fondo. Tomáš è nato dal detto “einmal ist keinmal”.

Tereza è nata dal brontolio di uno stomaco. La prima volta che entrò nell’appartamento di Tomáš, la sua pancia si mise a gorgogliare. Non c’è da meravigliarsene, non aveva né pranzato nè cenato, solo prima di mezzogiorno aveva mangiato un sandwich sul marciapiede della stazione prima di salire in treno.

Era tutta concentrata sul suo viaggio ardimentoso e si era dimenticata del cibo. Ma chi non pensa al proprio corpo, ne diventa più facilmente vittima. Era terribile stare davanti a Tomáš e sentire la propria pancia parlare a voce alta. Aveva voglia di piangere. Per fortuna dopo dieci secondi Tomáš l’aveva abbracciata e lei aveva potuto dimenticare le voci del suo ventre”

Il brano riportato è tratto da una seconda parte del libro che ha per titolo: ” L’anima ed il corpo” e lo si comprende bene dalla lettura.

Il significato di Tomáš ciò che si verifica una sola volta (Einmal) è come se non fosse accaduto mai (Keinmal).

Lo stile di Kundera è questo, ricco di presupposti filosofici, tra leggerezza e pesantezza, tra l’assillo del ripetersi ineluttabilmente degli stessi eventi ( Nietzsche) o il liberarsi del fardello per rendere l’uomo più leggero dell’aria.

Questo anche come modalità per vivere il reale, i rapporti umani, l’amore, la storia. Una vera rivoluzione culturale. Un libro completo, un classico degli anni ’70, utile sempre per conoscersi meglio dentro. Mica poco.

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