Principale Attualità & Cronaca 8 Marzo, noi sì, con l’orgoglio di essere donne

8 Marzo, noi sì, con l’orgoglio di essere donne

8 marzo

Nel giorno della  festa della donna, il ricordo va alle conquiste sociali, politiche, economiche delle donne. E l’8 marzo si colora di sofferenze, di soprusi

 

Di fronte alla sconfortante casistica dei femminicidi che riempiono le cronache dei nostri giorni non si può rimanere indifferenti. E in questo 8 marzo, in cui si celebra la giornata internazionale della donna, gli occhi si velano di mestizia di fronte alle immagini che raccontano una realtà ancora tutta al maschile.

8 marzo
La disperazione

Una realtà che non lascia spazio alla donna, se non in forma apparente. Una realtà che affonda le sue radici in un passato molto remoto, in cui la supremazia del maschio era la costante dei rapporti sociali e familiari.

Un bilancio terribile

E’ sconfortante il bilancio delle vittime della violenza maschile. Un bilancio che, malgrado gli appelli e la campagna d’informazione, nonché di sensibilizzazione, sembra destinato a salire. E ci si chiede se qualcosa effettivamente sia cambiata da quel passato di emarginazione, di discriminazione di genere.

La casistica dei’femminicidi’ ci offre un quadro desolante, mentre ci si interroga sui tanti perché di questo fenomeno.

Siamo di fronte ad una realtà aberrante, in cui l’uomo mette a nudo tutta la sua fragilità, ricorrendo alla violenza, pur di non perdere quel suo ruolo atavico e anacronistico. E’ la lotta per l’affermazione di una presunta supremazia che forse può essere fisica, ma non certo culturale e psicologica.

Storie da raccontare

Le storie sono tante. Storie tristi, sofferte, come solo sa esserlo la realtà della violenza. Intrise di un dolore scritto inesorabilmente negli occhi di quelle donne che le hanno vissute. Storie terribili, il cui epilogo è spesso  una morte tragica.

Storie di donne che non hanno avuto il coraggio di denunciare, che hanno subito per anni nel silenzio ovattato delle mura domestiche. Ma anche quelle di donne che, pur avendo denunciato, hanno pagato con la loro vita il prezzo della ribellione.

Noi sì, semplicemente donne

Vogliamo esserci in questa società, e non come figure simbolo di un’emancipazione sociale lungi dall’essere reale. Vogliamo essere noi, con la nostra identità. Non più streghe o tentatrici in grado di offrire quella mela, divenuta simbolo stesso del peccato, della tentazione.

8 marzo
Tentazione

Emarginate dalla Storia, svilite al lato oscuro del ‘maschio’, cerchiamo il nostro riscatto.

Un riscatto che già si è espresso all’alba del’900 con le rivendicazioni delle donne socialiste, che portarono all’ottenimento del diritto di voto. Un piccolo passo verso quella parità di genere che in Italia prese corpo solo all’indomani del II conflitto mondiale.

Ma che  solo negli anni ’70 vide la nascita di un movimento femminista che, pur con le sue esasperazioni, tanto operò per il raggiungimento di quegli obiettivi che avrebbero dovuto portare la donna a un rapporto paritario con l’uomo.

Poi, negli anni, quel fermento ideologico, fatto di solidarietà femminile, si spense in una quotidianità che antepone il singolo alla collettività. Ed anche se le iniziative socio culturali, pronte a dare sostegno e rifugio alle tante donne che si ribellano, sono strenuamente operative sul territorio, prevale la rassegnazione o, nel peggiore dei casi, l’accettazione di un ruolo purtroppo oggettivante.

Il sogno può divenire realtà

Non bisogna smettere di lottare, non bisogna arrendersi, anche di fronte all’indifferenza delle tante donne che accettano furbescamente un ruolo che a loro può far comodo.

Perché questo 8 Marzo non sia solo una giornata particolare, una giornata da festeggiare, dobbiamo crederci in un domani migliore.

Un domani in cui la donna sia orgogliosa di essere donna

 

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