Principale Estero Iran: bufera nel Majlis per documenti trapelati. Elezioni a rischio per Khamenei?

Iran: bufera nel Majlis per documenti trapelati. Elezioni a rischio per Khamenei?

Mentre il regime iraniano si avvicina alle elezioni parlamentari farsa, previste per marzo, il processo di eliminazione delle figure chiave dalle candidature ha raggiunto un punto tale che persino il quotidiano del regime ha scritto: “Nessuna notizia ha avuto una reazione così forte come la squalifica di Seyyed Mahmoud Alavi, l’ex Ministro dell’Intelligence… Com’è possibile che il funzionario di più alto grado del Ministero dell’Intelligence, che ha avuto un ruolo nella conferma o nella squalifica dei candidati nelle precedenti elezioni, sia ora squalificato ed eliminato dalle elezioni parlamentari?”. Inoltre, una recente serie di documenti trapelati dai server del Majlis (Parlamento) del regime iraniano ha fatto luce sulla corruzione nel ramo legislativo del regime, compresi gli stipendi astronomici che ricevono i membri del Majlis. Queste rivelazioni hanno scatenato un’ondata di rabbia e disgusto sociale. Il timore delle conseguenze di questo scandalo ha scatenato una nuova crisi all’interno del regime. La macchina della propaganda iraniana sta facendo sforzi frenetici per negare o minimizzare i documenti trapelati. Tuttavia, i loro sforzi hanno solo esacerbato l’indignazione e l’odio della gente.

Iran: documenti del Majlis trapelati rendono più difficile per Khamenei promuovere le sue elezioni farsa

La realtà è che lo scandalo elettorale è diventato così dilagante che il dipartimento delle pubbliche relazioni del Majlis ha preso l’iniziativa di pubblicare un elenco manipolato degli stipendi dei membri del Majlis per l’aprile 2023, tentando di nascondere la verità offuscando i dettagli di pagamento e i guadagni totali di ciascun rappresentante. Nezameddin Mousavi, portavoce del presidio del Majlis, ha affermato che: “Il pagamento ai rappresentanti è di circa 250 milioni di riyal”. Questo mentre, secondo i documenti trapelati, i parlamentari ricevono circa 2 miliardi di riyal al mese. Tuttavia, queste smentite affrettate e i tentativi di minimizzare lo scandalo hanno provocato un’ondata di scherno da parte dell’opinione pubblica e hanno intensificato le lotte di potere interne al regime. La realtà è che lo scandalo elettorale è diventato così dilagante che persino i rappresentanti di Khamenei ammettono ripetutamente, anche nei sermoni del venerdì, che i loro associati chiedono loro: “Perché dovremmo partecipare alle elezioni?”. Dopo la denuncia della corruzione nel Majlis, le autorità del regime temono che anche le loro stesse forze fedeli non parteciperanno alle prossime elezioni. D’altronde la Resistenza iraniana afferma da tempo che Khamenei può amplificare la sua stupidità e frivolezza, ma non può cambiare la realtà che non c’è spazio per “elezioni” all’interno del regime; è tempo di “rivoluzione”. Questo linguaggio è una chiara indicazione che nelle strade c’è una forte richiesta di trasformazione fondamentale e di rovesciamento di questo regime, che ha un record di crimini e saccheggi. La gioventù ribelle e il popolo disilluso hanno deciso di sradicare questo tumore canceroso dalla loro patria.

 

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