Principale Estero Trump rompe il silenzio sulla morte di Navalny: non critica Putin

Trump rompe il silenzio sulla morte di Navalny: non critica Putin

Con una mossa che ha scatenato una tempesta di dibattiti e critiche, l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha finalmente rotto il silenzio sulla morte di Alexei Navalny. Invece di condannare Putin, Trump ha paragonato la morte dell’oppositore russo alle sue stesse battaglie legali, evidenziando un atteggiamento di vittimismo percepito e la battaglia contro un sistema ingiusto. Questa posizione lo ha isolato dal consenso sia nazionale che internazionale sulla questione e solleva interrogativi sul ruolo dell’America di fronte al crescente autoritarismo. Alexei Navalny è morto in circostanze inspiegabili all’età di 47 anni in una prigione artica la scorsa settimana, scioccando l’opposizione russa in esilio e l’Occidente, dove i leader hanno incolpato il presidente Vladimir Putin e le autorità di Mosca. Il presidente Joe Biden e il vicepresidente Kamala Harris hanno entrambi immediatamente incolpato Putin per la morte di Navalny e di conseguenza hanno sollecitato maggiori finanziamenti per l’Ucraina. Trump non ha fatto nessuna delle due cose: il suo post di lunedì non menzionava affatto Putin o la Russia.

Trump rompe il silenzio sulla morte di Navalny

L’ex presidente degli Stati Uniti Trump, che è in testa alle primarie del partito repubblicano in vista delle elezioni di novembre negli Stati Uniti, era rimasto silenzioso sulla questione – di fronte alle crescenti critiche – fino a quando in un post sui social media di lunedì ha definito l’America un Paese in declino. Piuttosto che affrontare il ruolo del governo russo o condannare Vladimir Putin, i commenti di Trump hanno tracciato un parallelo tra la scomparsa di Navalny e le sue stesse battaglie politiche e legali, comprese più di 350 milioni di dollari in sanzioni imposte dal giudice di New York Aurthur Engoron in un caso di frode civile in cui Trump è stato accusato di aver gonfiato il valore delle sue proprietà.  Questa posizione non solo si è discostata dalla protesta globale che ha coinvolto Putin nella morte di Navalny, ma ha anche attirato l’attenzione di figure politiche come Nikki Haley, il suo avversario repubblicano che in un’intervista ha detto “O si schiera dalla parte di Putin e pensa che sia bello che Putin abbia ucciso uno dei suoi avversari politici, o semplicemente non pensa che sia un grosso problema. È sorprendente per me quanto sia debole nelle ginocchia quando si tratta di Putin”, ha accusato Haley”. NikkiHaley, l’unico grande rivale rimasto di Trump per la nomina presidenziale repubblicana, ha collegato l’evasività dell’ex presidente nei confronti di Navalny ai suoi commenti all’inizio di questo mese secondo cui avrebbe “incoraggiato” la Russia “a fare quello che diavolo vuole” con gli alleati della NATO che non raggiungono gli obiettivi di spesa dell’Alleanza. Dopo la morte di Navalny e le dichiarazioni controverse di Trump, il dialogo all’interno degli Stati Uniti e tra i suoi alleati continua ad evolversi. Sebbene i commenti di Trump abbiano indubbiamente acceso il dibattito, servono anche a ricordare la lotta in corso per definire il ruolo dell’America in un mondo che si trova ad affrontare l’ascesa dell’autoritarismo e la sfida di sostenere gli ideali democratici. La critica ponderata di Haley all’approccio di Trump nei confronti della Russia offre una prospettiva sfumata sulle complessità delle relazioni USA-Russia. Inoltre, la sua riflessione sulla tragica scomparsa di Navalny sottolinea la fragilità dei legami diplomatici e l’elevata posta in gioco negli affari internazionali. Questi eventi servono a ricordare con forza l’importanza di rivalutare le strategie di politica estera e le responsabilità sostanziali che accompagnano la gestione delle relazioni globali.

 

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