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Disgelo tra Pechino e il Vaticano: la Santa Sede approva l’ordinazione del nuovo vescovo in Cina

La Santa Sede approva l’ordinazione del nuovo vescovo in Cina in accordo con il governo comunista, culmine di mesi di sforzi per allentare le tensioni con Pechino. La recente nomina dei vescovi rappresenta un disgelo tra Pechino e la Santa Sede su una questione delicata dell’attuale pontificato. L’accordo, rinnovato nel 2020 e nel 2022, è ideato per riavvicinare i cattolici intrappolati tra la Chiesa ufficiale sostenuta dallo Stato in Cina e un movimento clandestino fedele a Roma e al Pontefice come leader supremo della Chiesa. Prevede inoltre, una maggiore cooperazione tra il Vaticano e Pechino, lasciando al Papa l’ultima parola nella nomina dei vescovi cinesi.

Accordo sino-Vaticano: la Santa Sede approva l’ordinazione del nuovo vescovo in Cina

L’accordo firmato nell’ottobre 2018, e tuttora in vigore, consente sia al Vaticano che alla Cina di nominare congiuntamente vescovi in ​​tutto il Regno di Mezzo. Ed è proprio in base a questo accordo che la Santa Sede ha annunciato la consacrazione di un nuovo vescovo Pietro Wu Yishun, 59 anni, della città di Shaowu, nella provincia cinese sud-orientale del Fujian. Mentre altri due vescovi cinesi sono stati ordinati con l’approvazione del Vaticano a Zhengzhou, nella provincia centrale dell’Henan, e nella nuova diocesi di Weifang. Si tratta di una notevole accelerazione dopo mesi di stagnazione e tensione. L’ultimo vescovo approvato congiuntamente da entrambe le parti – solo il sesto dal 2018 – è stato consacrato nel settembre 2021. Da allora, nessun funzionario cattolico è stato nominato congiuntamente da Roma e Pechino. La Cina, che si ritiene abbia tra i 10 e i 12 milioni di cattolici entro i suoi confini, aveva addirittura sospeso ogni dialogo, con grande sgomento del Vaticano, adducendo la pandemia come motivo per rinviare di diversi mesi eventuali incontri bilaterali. Le tensioni si sono intensificate ulteriormente nel novembre 2022, quando la Cina non ha chiesto il consenso del Vaticano e ha nominato un “vescovo ausiliare di Jiangxi” in una diocesi non riconosciuta dalla Santa Sede. A ciò è seguita nell’aprile 2023 una seconda violazione quando Pechino ha annunciato l’assunzione dell’incarico da parte di un nuovo vescovo a Shanghai, anche questo senza un accordo. Queste nomine, che erano essenzialmente dei “trasferimenti” da una diocesi all’altra, avevano preoccupato profondamente il Vaticano creando molte tensioni con i funzionari cinesi.

Un clima di distensione

La Cina ha detto che sta cercando un “miglioramento continuo” dei legami con il Vaticano, dopo che la Chiesa ha annunciato l’ordinazione del suo terzo vescovo cinese in una settimana Tuttavia, questo clima di distensione più rilassato deve molto all’opera del cardinale Stephen Chow di Hong Kong. Il gesuita, 64 anni, nominato capo della Chiesa in questa enclave cinese nel 2021 e creato cardinale lo scorso ottobre, ha visitato Pechino nell’aprile 2023 su invito dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese. Questa visita annunciata pubblicamente è stata seguita,  da visite più discrete ad altre diocesi del Paese.

 

 

 

 

 

 

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