![20240126 Kenneth Smith](https://www.corrierepl.it/newspl/wp-content/uploads/2024/01/20240126-Kenneth-Smith.jpg)
Nel mondo della giustizia penale, un evento senza precedenti ha scosso il sistema, portando l’esecuzione con azoto al centro dell’attenzione.
Kenneth Eugene Smith, già condannato a morte nel 2022 per l’omicidio su commissione della moglie di un pastore protestante, è diventato il primo individuo al mondo a essere giustiziato utilizzando l’azoto come mezzo.
Ciò che rende questo caso particolarmente significativo è il fatto che Smith era precedentemente sopravvissuto a un tentativo di esecuzione tramite iniezione letale nel 2022.
L’utilizzo dell’azoto come metodo di esecuzione solleva interrogativi etici e legali, con l’Onu che ha esposto la preoccupazione che tale pratica possa equivalere a tortura.
La pena di morte è da lungo tempo oggetto di dibattito in tutto il mondo e, negli Stati Uniti, la controversia si acuisce ulteriormente con oltre 2400 detenuti nel braccio della morte.
La scelta di un metodo così insolito come l’azoto per la “giustizia” capitale solleva interrogativi sulla moralità e l’umanità di questa pratica, alimentando ulteriormente la discussione in corso sulla sua validità.
C’è chi sostiene che l’azoto potrebbe rappresentare una via più “umana” rispetto ad altri metodi di esecuzione, mentre associazioni e libere soggettività condannano l’intero sistema della pena di morte, sottolineando le questioni di giustizia, il rischio di errori giudiziari e l’etica della punizione estrema.