Principale Estero Georgia: la costruzione della base navale russa minaccia gli interessi occidentali

Georgia: la costruzione della base navale russa minaccia gli interessi occidentali

In seguito ai “guadagni” navali ucraini, la Russia ha annunciato i suoi piani per stabilire una nuova base navale, a Ochamchire, in Abkhazia, lungo il Mar Nero, che comprende gran parte del territorio nordoccidentale della Georgia. L’accordo di Ochamchire gioca direttamente nello sforzo bellico di Mosca contro l’Ucraina; sebbene l’esercito russo abbia da tempo occupato e stanziato truppe in Abkhazia, tuttavia, non ha mai coinvolto così direttamente la Georgia e i suoi territori occupati nell’invasione in corso in Ucraina. La costruzione del porto che inizierà nella primavera del 2024, potrebbe pertanto ostacolare le ambizioni della Georgia sulla rotta commerciale del “Corridoio di Mezzo”.

Georgia: la costruzione della base navale russa in Abkhazia minaccia gli interessi occidentali

La presenza di navi da guerra russe non solo rafforzerebbe l’impronta militare di Mosca, ma garantirebbe anche al Cremlino un’ulteriore influenza sui collegamenti commerciali e di trasporto nel Mar Nero. Ciò rappresenta una sfida diretta alle ambizioni della Georgia per quanto riguarda la rotta commerciale est-ovest del “Corridoio Medio”. L’occupazione russa dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud non solo mina l’integrità territoriale della Georgia, ma segnala agli altri stati ex sovietici alla periferia della Russia, che Mosca li considera ancora all’interno della sua legittima sfera di influenza. D’altronde la comunità internazionale considera ampiamente illegali i territori occupati; li riconoscono solo Russia, Nicaragua, Venezuela, Siria e Nauru. Crescono inoltre, le preoccupazioni che Tbilisi possa cercare di utilizzare la sua crescente importanza geopolitica come merce di scambio con l’Occidente. La Georgia traccia un percorso ambiguo e imprevedibile nelle sue relazioni sia con la Russia che con l’Occidente, che alcuni hanno definito un “atto di equilibrio”. Da un lato, la Georgia ha proclamato impenitente il suo desiderio di aderire alla NATO e ha dato un contributo significativo alle esercitazioni congiunte e all’interoperabilità con l’alleanza. Dall’altro, la natura esistenziale della minaccia russa, abbinata a un partito al potere illiberale che mostra atteggiamenti presumibilmente filo-russi, preclude l’adozione di politiche indiscutibilmente anti-Cremlino. Di conseguenza, la politica estera di Tbilisi emula la “ copertura strategica ”; cioè, bilancia le posizioni verso la Russia e l’Occidente per mantenere una posizione di riserva. Questa realtà politica ha posto grandi sfide alle relazioni bilaterali tra Stati Uniti e Georgia; le relazioni di Tbilisi con Bruxelles e Washington sono state tese a causa della recente  retorica anti-occidentale del governo georgiano, dell’aumento degli scambi commerciali con la Russia e dell’arretramento democratico del governo del “Sogno”  georgiano, – il partito conservatore. Nonostante le preoccupazioni, alla Georgia è stato comunque concesso lo status di candidato all’adesione all’UE .

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