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Il colosso energetico Norvegese firma accordo su fornitura di gas con la Germania

La società energetica tedesca SEFE si è assicurata oggi, un accordo di grande successo per la fornitura di gas da 50 miliardi di euro con la norvegese Equinor, coprendo un terzo del fabbisogno energetico industriale della più grande economia europea. Nell’ambito degli accordi, Equinor fornirà a SEFE 111 terrawattora (TWh) di gas naturale all’anno, circa 10 miliardi di metri cubi (bcm). Le società hanno inoltre firmato una lettera di intenti (LoI) non vincolante con l’intenzione che SEFE diventi un acquirente a lungo termine delle forniture di idrogeno a basse emissioni di carbonio su scala giga di Equinor a partire dal 2029 e proseguendo verso il 2060.

Il colosso energetico Norvegese firma accordo su fornitura di gas con la Germania

L’accordo rafforza il ruolo della Norvegia come uno dei principali contributori alla sicurezza energetica dell’Europa mentre le nazioni dell’Unione Europea continuano a cercare di sostituire le forniture di gas attraverso i gasdotti russi in seguito all’invasione russa dell’Ucraina all’inizio dello scorso anno. Prenderà il via nel gennaio 2024 e coprirà la fornitura di 10 miliardi di metri cubi all’anno, per una durata di 10 anni con un’opzione di estensione per altri cinque anni, ha affermato Equinor. L’accordo rappresenta una pietra miliare negli sforzi di Berlino per sostituire l’ex fornitore a lungo termine, la Russia, che prima ha tagliato e poi sospeso le consegne tramite il gasdotto Nord Stream nel 2022. L’attuale situazione dell’approvvigionamento energetico della Germania è piuttosto disastrosa, pertanto la fornitura di gas naturale dalla piattaforma continentale norvegese garantisce un approvvigionamento sostenibile e a prova di futuro per i clienti europei e, in particolare, per i tedeschi nei settori domestico e industriale. Difatti, alcuni rapporti hanno già indicato che la principale potenza economica europea potrebbe trovarsi ad affrontare una situazione di deindustrializzazione nei prossimi anni, poiché molti colossi industriali e produttori stanno addirittura cercando di lasciare la Germania per aprire sedi altrove.

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