Il 2 novembre scorso la diciottenne Amina Milo è stata prosciolta dalle accuse di traffico di droga ed è stata rilasciata dopo tre mesi di detenzione dalla magistratura del Kazakistan.
Ieri è rientrata in Italia, in provincia di Lecce, come ha comunicato il suo avvocato
Nei primi 16 giorni, secondo quanto riferito dalla ragazza, sarebbe stata sequestrata da alcuni poliziotti in un appartamento privato dove avrebbe subito dei tentativi di stupro; in un’altra occasione avrebbe subito pressioni psicologiche per firmare documenti in una lingua che non comprendeva. Al momento tre poliziotti sono indagati per tortura ai suoi danni.
È dovuta rimanere in Kazakistan per alcune settimane dopo la scarcerazione proprio perché da incriminata si era trasformata in parte lesa.
Fondamentale per il suo rilascio è stato il ruolo svolto dalla nostra ambasciata che ha intuito che non avevano prove sufficienti a suo carico.
In carcere la madre la andava a trovare tutti i giorni portandole cibo. Lei lo distribuiva alle altre detenute.
Lei conosce solo l’italiano. È nata in Kazakistan ma la madre quando aveva solo tre anni la ha portata con sé in Italia.
Ha riferito che gioca a tennis e le piace il mare. Si sente solo italiana. Ha avuto parole di ringraziamento per tutti a cominciare dal ministro degli esteri per finire dei giornali che hanno parlato di lei. I compagni la definiscono timida e introversa.