Principale Ambiente, Natura & Salute L’Azerbaigian punta all’export di energia “verde” in Europa

L’Azerbaigian punta all’export di energia “verde” in Europa

L’Azerbaigian è pronto a fare incursioni più ampie nel mercato energetico europeo aggiungendo le forniture di elettricità alle esportazioni di combustibili fossili. La scorsa settimana il presidente Ilham Aliyev ha firmato un accordo strategico con Georgia, Ungheria e Romania per sfruttare le risorse energetiche rinnovabili nazionali, in particolare l’eolico offshore nel Mar Caspio intorno alla penisola di Absheron, ed esportare elettricità a basso costo in Europa attraverso il Caucaso, con un cavo sotto il Mar Nero. Il governo dell’Azerbaigian prevede inoltre di trasformare completamente le regioni liberate del Karabakh (Garabagh) e dello Zangazur orientale in una zona a “emissioni nette zero”, nonché di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 40% entro il 2050. Il potenziale di energia verde dei territori liberati dell’Azerbaigian comprende quasi tutti i tipi di fonti energetiche rinnovabili, tra cui idroelettrica, solare, eolica e geotermica. Il potenziale eolico dei territori liberati è particolarmente diffuso nei distretti di Kalbajar e Lachin. Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Energia, la velocità media annua del vento in questi territori raggiunge i 10 metri al secondo. Il potenziale dell’energia eolica nelle aree montuose della regione del Karabakh è stimato in 2.000 megawatt.

L’Azerbaigian punta all’export di energia “verde” in Europa

Il progetto si chiama Corridoio per l’energia verde del Mar Caspio e dell’Unione europea. Incontrandosi nella capitale rumena, Bucarest, il 25 luglio, i funzionari dei quattro paesi hanno firmato un memorandum d’intesa per stabilire una joint venture tra i loro gestori di rete elettrica nazionale al fine di coordinare le attività e portare avanti il ​​progetto. All’incontro hanno partecipato anche i rappresentanti della Bulgaria e della Commissione Europea, che hanno espresso il proprio sostegno all’iniziativa. La logica del progetto è che l’Azerbaigian ha un notevole potenziale non sfruttato per la generazione di energia da parchi eolici onshore e offshore lungo la costa del Mar Caspio, nonché un potenziale per la generazione solare. L’energia generata potrebbe essere trasportata attraverso il Mar Nero verso i paesi dell’Europa centrale e orientale, che ora hanno un basso potenziale di energia rinnovabile e dipendono fortemente dal gas naturale e dal carbone. Il progetto è in discussione da alcuni anni ed è stato oggetto di un rapporto sulla metodologia della Banca mondiale nel giugno 2020, che ha concluso che un cavo sottomarino attraverso il Mar Nero genererebbe vantaggi economici sufficienti per giustificare ulteriori considerazioni. Tuttavia, la banca deve ancora condurre uno studio di fattibilità completo. Nel 2021, USAID e la United States Energy Association hanno completato una valutazione tecnica e hanno concluso che con aggiornamenti minimi alle reti di transito di energia esistenti di Georgia e Romania, i quattro paesi sono sufficientemente robusti per trasferire fino a 1.000 megawatt. Il progetto ha assunto una struttura più formale quando il 17 dicembre dello scorso anno, quando il presidente Ilham Aliyev dell’Azerbaigian, e i primi ministri Irakli Garibashvili della Georgia, Nicolae Chuke della Romania e Viktor Orban dell’Ungheria hanno firmato un accordo di partenariato strategico che li impegna tutti a lavorare insieme su il progetto.

Accordo UE-Azerbaigian

L’accordo è stato firmato alla presenza di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, in rappresentanza dell’Unione europea, che nel luglio 2022 ha firmato un memorandum d’intesa con l’Azerbaigian per fornire assistenza con il piano di energia rinnovabile dell’Azerbaigian in cambio dell’accordo di Baku di raddoppiare esportazioni di gas verso l’Europa entro il 2027. La guerra in Ucraina ha notevolmente aumentato l’urgenza dell’interesse dell’Unione Europea nell’assicurarsi qualsiasi nuova fonte di energia possibile, e sembra certo che Bruxelles accetterebbe qualsiasi fonte “verde” che l’Azerbaigian possa fornire.

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