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Bambini plusdotati e come riconoscerli

Giovani esseri umani dalle capacità sorprendenti.

Dal Mondo – “Ogni bambino è un diverso tipo di fiore, e tutti insieme rendono questo mondo un bellissimo giardino”.

Da sempre i bambini, come è giusto che sia, hanno avuto un posto speciale nei campi di indagine sia psicologici che pedagogici e umanistici in generale, in quanto rappresentano il futuro di un paese e la continuità di quella cultura.

Negli ultimi anni, si è, però, assistito a un incremento delle ricerche verso quei bambini definiti “speciali” o, meglio, plusdotati.

Ma chi sono i plusdotati?

I bambini così definiti sono coloro che, a dispetto dei pari, mostrano abilità sorprendenti e competenze spiccate verso specifiche aree e rispetto anche al target di sviluppo, andando così ad anticipare conoscenze e capacità rispetto a un campo di interesse, come la matematica, la musica e le lingue e molti altri ancora; ciò è giudicato di enorme rilievo dal contesto sociale a cui questi appartengono. Ad esempio, vi possono essere bambini che già al compimento dei tre anni sanno leggere perfettamente testi piuttosto complessi della lingua di origine senza essere stati dapprima preparati ed eruditi adeguatamente oppure altri che all’età di cinque anni manifestano ragionamenti matematico – logici alla stregua di docenti universitari.

In particolare, in Italia la legge n.107 e il DPR 275 / 99, comma 9, prevedono che “il dirigente scolastico, di concerto con gli organi collegiali, può individuare percorsi formativi e iniziative diretti all’orientamento e a garantire un maggiore coinvolgimento degli studenti nonché la valorizzazione del merito scolastico e dei talenti.” Tutto ciò può essere supportato anche da finanziamenti esterni per attivare laboratori, didattiche flessibili e la valorizzazione delle doti (Nota MIUR 11.12.2015, prot. n. 2805). E inoltre, è previsto il “salto di classe” di almeno un anno, anche se nella maggior parte dei casi è sconsigliato, in quanto è comunque preferibile far crescere il bambino assieme al gruppo di amici e compagni di riferimento.

Insomma, questi bambini potrebbero essere etichettati come veri e proprie menti geniali, ma, pur avendo la fortuna di eccellere in giovane età in un determinato campo e superando professionisti di quell’ambito, è necessario che questi vengano adeguatamente supportati e re – indirizzati a vivere quelle esperienze di continuo miglioramento. Se, infatti, questi presupposti mancano, purtroppo, si può andare incontro tanto alla perdita e all’appiattimento del potenziale intellettivo del minore quanto alla promozione di atteggiamenti di rinuncia e, di conseguenza, alla totale privazione delle plus dotazioni.

D’altra parte, questo potrebbe accadere non solo a causa della poca attenzione che gli adulti possono prestare alla propria prole, ma anche perché la plusdotazione non va giudicata come un tratto fisso e costante nel tempo, anzi può modificarsi peggiorando oppure ottimizzando le attitudini del piccolo.

Le occasioni di crescita, seppur importanti per ogni bambino, sono per i plusdotati fondamentali e devono essere pensate sempre ad personam e in relazione ai suoi bisogni ed effettive urgenze.

In particolare, il Q.I. (Quoziente Intellettivo) di questi ultimi supera, solitamente, la media standard che un individuo deve possedere per essere giudicato sano e con buone abilità cognitive, ossia il 100 percento del punteggio con una deviazione standard di 15 punti. Per deviazione standard si intende l’indice riassuntivo dei differenti valori per ogni osservazione in base alla media della variabile. Il Q.I. dei plusdotati, però, supera anche il livello medio – alto, la cui variabile va dai 115 ai 120, sottolineando un altissimo potenziale insito nei medesimi.

È pur vero che questa breve riflessione non ha voluto solo presentare i bambini plusdotati, ma anche riconoscere la bellezza insita nei più piccoli, come suggeritoci da Paulo Coelho “Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:
1. A essere contento senza motivo.
2. A essere sempre occupato con qualche cosa.
3. A pretendere con ogni sua forza quello che desidera.”

 

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