Principale Politica Si paventa il ritorno del TFM

Si paventa il ritorno del TFM

Una funzione di rappresentanza già lautamente retribuita chiede ulteriori risorse per la funzione svolta. I timori della consigliera Debora Ciliento.

Da circa venti anni, con successive modifiche ed integrazioni, è vigente la attuale legge regionale in Puglia che definisce il trattamento economico mensilmente corrisposto ad un Consigliere Regionale dal giorno della sua proclamazione sino alla data stabilita dall’Ufficio di presidenza, o alla data di permanenza in carica, con le ritenute nel caso di assenze dalle sedute del Consiglio Regionale o da altri organismi.

L’importo complessivo da percepire, tra gli altri, con indennità di carica, indennità di funzione, diaria e rimborso spese, non può essere superiore all’indennità massima complessiva che spetta ai membri del Parlamento. Complessivamente parliamo di cifre comprese tra i 13mila e 14mila euro e,  entrando un po’ nel dettaglio, l’indennità di mandato consiliare prevista, insieme alla diaria di rimborso spese per i soggiorni a Bari, sono rispettivamente nella misura pari all’80 percento e al 40 percento dell’indennità base parlamentare lorda mensile. Quindi un rimborso spese per i rapporti con gli elettori sino ad un massimo pari all’importo della diaria. Inoltre i rimborsi spese per le missioni fuori regione e/o per il trasferimento presso la sede del Consiglio Regionale, se non si dispone di un’auto di servizio, rapportati ai km percorsi e comunque non oltre un importo pari ad un terzo della diaria.

Oltre alle ritenute per le assenze, al compenso sono applicati i contributi obbligatori in misura non inferiore al 23%, ai quali possono aggiungersi dei contributi volontari, versati tra le entrate del Bilancio Regionale. Sul Bilancio Regionale peseranno gli oneri per corrispondere un domani l’assegno vitalizio, di reversibilità e di fine mandato, come da legge attualmente vigente.

Il trattamento di fine mandato (TFM), previsto pertanto, è oggetto di provvedimenti altalenanti in questi ultimi anni. Abrogato 10 anni fa, in un periodo di ampia carenza di risorse regionali, caratterizzato da tagli diffusi, si è tentato di farlo rivivere nel 2021, ma fu nuovamente abrogato. Attualmente è oggetto di proposta di legge da quelle parti politiche che vogliono attingere alle risorse di un Bilancio Regionale già in gravi difficoltà.

La Consigliera Regionale Debora Ciliento afferma che al momento la regione Puglia non ne ha alcun bisogno. La proposta di legge presentata non intende reintrodurre il TFM dalla prossima legislatura, a partire dal 2024, ipotesi che a suo parere sarebbe meno attaccabile da ogni punto di vista, ma prevede un trattamento valido in maniera retroattiva, a partire dal 1 gennaio 2013, appesantendo in dismisura l’onere che ciò comporterebbe sui prossimi Bilanci Regionali.

“Questa formula di reintroduzione del TFM rappresenterebbe un ulteriore motivo di allontanamento dei cittadini da quella sana politica che esiste e cammina sulle gambe delle persone. Ritengo che in un periodo di Guerra alle porte dell’Europa, di inflazione galoppante che riduce il potere d’acquisto di pensionati  e operai, in cui il Governo non sta ancora mettendo al centro le problematiche delle fasce più deboli abolendo il reddito di cittadinanza e il contributo del fitto casa, le parti politiche dovrebbero pensare a utilizzare le risorse economiche regionali non per aumentare i benefici dei Consiglieri, ma per realizzare interventi mirati per le città e le loro comunità. Le Famiglie dei nostri territori hanno numerosi problemi da dover affrontare e non è eticamente corretto che una parte del Consiglio Regionale pensi a come reintrodurre con effetto retroattivo il TFM per Consiglieri ed Assessori”.

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