Principale Arte, Cultura & Società Università, Formazione & Scuola Ultima campanella. Il messaggio di uno studente del Liceo Moscati

Ultima campanella. Il messaggio di uno studente del Liceo Moscati

Studenti del Liceo Moscati di Grottaglie (TA)

Ultima campanella. Il messaggio di uno studente del Liceo Moscati

di Karol Capodieci

Karol Capodieci

Care studentesse e cari studenti 

Oggi celebriamo la fine dell’anno scolastico.  E stato un anno molto complesso, ma pieno di soddisfazioni e di fiducia, nella sfida più grande che abbiamo in questo momento: il miglioramento della scuola. E’ un impegno, il nostro, non da sottovalutare. La scuola può e deve rappresentare l’unico motivo di cambiamento di una società. E’ da lì che nasce la nuova classe dirigente ed è da lì che nasce la costruzione di un pensiero critico. Nonostante ci siano pochi investimenti nella scuola e nel suo miglioramento, non è onesto abbattersi. Pur consapevoli che chi non investe nella scuola non vuole creare una società pensante, bisogna rimanere fermi e decisi sull’ obiettivo. Da anni, in Italia, la società è rassegnata, non ha aspirazioni e passioni. Il futuro, quanto mai incerto, non permette ai cittadini di aspirare. .  

Vorrei rivolgere un pensiero ai cittadini e dire loro che, cambiare si può, non è impossibile, è solo un nostro concetto e un nostro pregiudizio. 

Qui mi aiuterà Giovanni Falcone che disse:” che le cose siano così non vuol dire che debbano andare così, solo che quando si tratta di rimboccarsi le maniche ed incominciare a cambiare, vi è un prezzo da pagare, ed è lì che la stragrande maggioranza decide di lamentarsi piuttosto che fare”.

Bisogna essere attori protagonisti del futuro e non semplici comparse. La nostra, è la Nazione di Dante, Petrarca, Boccaccio, Raffaello, di gente, che nella vita ha portato nel mondo la bellezza artistica, solo facendo una cosa: osando. Da anni, abbiamo paura di osare e di fare qualcosa di diverso rispetto al solito. 

In questo contesto, l’Italia deve ripartire da qui. Dal gusto di osare e condurre un cambiamento culturale all’interno della società, che si può avere solo attraverso la scuola. 

Vorrei che ci interrogassimo su quanto sia importante e fondamentale cambiare. Vorrei che si facesse perché nessuno dice che non bisogna passare una giornata a ridere e scherzare, ma è un qualcosa di cui ci proviamo. Ci privano della possibilità di pensare a cambiare la carte in tavola. Ci togliamo la possibilità di non pensare ai problemi, perchè tanto ci sarà qualcuno che li risolve al posto nostro, ma non è così. 

Non possiamo pretendere che qualcuno debba risolvere problemi che dovremmo risolvere noi. Non possiamo pretendere e lamentarci, se poi  non si fa nulla per cambiare. Sant’Agostino diceva: la speranza ha fatto due figli. Uno si chiama indignazione, che permette di fare una distinzione tra ciò che piace e ciò che non piace. E il secondo si chiama coraggio, che permette di cambiare ciò che non piace. Ecco, dobbiamo cambiare quello che non ci piace, nonostante sia difficile e molto complesso. 

Auguro a tutti gli studenti una buona estate e che sia uno spazio di riflessione per ripartire, a settembre, ancora più assetati di cambiamento e di fiducia nel futuro. 

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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