Principale Arte, Cultura & Società Musica, Eventi & Spettacoli Colapesce e Dimartino presentano “La primavera della mia vita” a Bari

Colapesce e Dimartino presentano “La primavera della mia vita” a Bari

Martedì 21 febbraio 2023 ore 21:15, Colapesce e Dimartino hanno presentato al Multicinema Galleria di Bari il loro primo esperimento cinematografico “La primavera della mia vita” di cui sono sceneggiatori insieme a Michele Astori, attori e autori della colonna sonora, mentre la regia è di Zavvo Nicolosi, anch’egli in sala. Il film è stato prodotto da Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution, coprodotto da Sugar Play in collaborazione con Sky e Prime Video e con il sostegno della Sicilia Film Commission.

Uno dei tre giorni evento (20-21-22) in cui ne è stata prevista la proiezione in tutta Italia l’hanno dedicato al capoluogo pugliese. “Abbiamo scelto di venire qui perché ci sono tante persone che ci seguono e carissimi amici che è sempre bello rincontrare” – hanno spiegato richiamando anche in questa decisione, forse inconsapevolmente, quello che è il tema portante del lungometraggio: l’amicizia. Attorno ad essa si sviluppa l’intero road movie in cui i due protagonisti sono proprio Lorenzo Urciullo e Antonio Di Martino, che interpretano loro stessi estremizzandone però i caratteri. “Abbiamo scritto i personaggi partendo da noi, quindi ci è venuto abbastanza facile anche se non sono autobiografie.” – ha infatti rivelato Dimartino – “Ci siamo sì svelati, ma abbiamo saturato al massimo i nostri esseri e quindi chi nella vita è calmo, nel film è calmissimo e chi invece nella realtà è sempre agitato, nella pellicola appare agitatissimo”.

Si tratta di un viaggio onirico di riconciliazione, di rinascita spirituale e di riflessione sulla vita, espresso – in pieno loro stile – utilizzando un doppio livello di lettura, uno più profondo, autentico quasi filosofico, l’altro invece leggero, surreale e bizzarro. Lo scenario non poteva che essere la loro terra di origine, la Sicilia, espediente promozionale della sua bellezza e soprattutto simbolo di attaccamento alle proprie radici. L’ilarità e il dissacrante cinismo fanno da padrona per tutta la durata, grazie ai continui battibecchi tra il duo, in arte I Metafisici, che dopo tre anni di separazione e silenzio a causa divergenze artistiche si rincontrano per scrivere un libro su commissione della setta fricchettona dei Semeniti, a cui Antonio si è unito per ritrovare sé stesso.

L’itinerario rocambolesco, intrapreso su “Lazzaro” una vecchia Ford arancio, è volto alla scoperta delle leggende e dei miti popolari più antichi e curiosi dell’isola, ricco di incontri paradossali e buffi ma anche funzionali a denunciare gli stereotipi siciliani con amara autoironia e a far recuperare al duo il legame perso. Troviamo infatti il coro di albini, la grotta dei Giganti, l’ordine delle suore sommozzatrici, il ristorante “L’astice fuggente”, l’ultimo discendente di William Shakespeare, la teiera più grande del mondo ad Enna, l’organizzazione “Speedy pizzo – La criminalità organizzata intorno a te”, le serate di reading a tema Jim Morrison, i pirati, il pane psicotropo dell’Isola Cornuta, Re Artù alle pendici dell’Etna, le pecore famose.

Il regista Nicolosi ha raccontato gli albori di questo suo primo lavoro per il grande schermo: «La mia collaborazione con loro è ormai decennale. È iniziata occupandomi di una decina di videoclip per Lorenzo e poi anche per Antonio; dopo di che, prima ancora che uscisse il loro primo album insieme “I mortali”, mi hanno coinvolto in una serie di cortometraggi – che per me erano una follia in quanto totalmente anticommerciali – uno dei quali consisteva in una passeggiata per le strade siciliane in cui loro raccontavano emerite stronzate (ride, ndr). Quello è stato il seme dal quale abbiamo poi generato in qualche modo il film che vedete oggi, un misto di riso e poetica stralunata – che è insito nel loro estro artistico. Grazie al successo di “Musica leggerissima” ci si sono aperte tante porte, quindi è stato possibile realizzare le nostre idee, alla nostra maniera. Me l’hanno proposto mandandomi un fax e ho detto tutto».

È chiara la loro non provenienza dal mondo recitativo, ma ancor più chiara è comunque la loro grande conoscenza della settima arte, il cinema. Il film infatti è permeato di citazioni letterarie e cinematografiche e si ispira ai lavori di Wes Anderson e Wim Wenders ma anche al mondo dell’assurdo di Jim Jarmush e al sottogenere degli anni 60, il musicarello, con il quale debuttarono al cinema pure Gianni Morandi e Adriano Celentano. Nonostante i protagonisti siano due attori improvvisati, che prediligono nella mimica l’immobilismo, l’operazione produttiva risulta vincente seppur così fuori dai canoni da essere maneggiabile solo da coloro che riescono a guardare oltre il superficiale strato della commedia, oltre la realtà. “E’ il nostro modo di comunicare, che a volte arriva, a volte no e a volte è a culo (ride, ndr)” – ha sdrammatizzato Colapesce in sala.

Quello che però cela è serissimo, una poesia sofisticata e lisergica, un’esortazione a potare i rami secchi del nostro albero, purificarsi in stretta connessione con la natura e rinascere, come fanno da un lato Antonio abbandonando la vita umana e trasformandosi in mandorlo in fiore, dall’altro Lorenzo perdonando l’amico e liberandosi della sua rabbia compressa. Il tutto accompagnato perfettamente da una colonna sonora di 30 tracce composte alla vecchia maniera: suonate dal vivo durante la visione delle immagini, seguendone il flusso emotivo ed ispirandosi ai maestri Piccioni, Riz Ortolani, Fabio Frizzi e Morricone [la trovi in formato digitale, cd o su vinile qui >  https://www.42records.it/prodotto/la_primavera_della_mia_vita_cd/https://www.42records.it/prodotto/la_primavera_della_mia_vita_lp/].

Il cast ha visto la partecipazione di attori veri quali Stefania Rocca, Demetra Ballino, Corrado Fortuna e di grandi artisti della musica italiana ma soprattutto stimatissimi amici del duo: Madame interprete e co-autrice del brano “Il cuore è un malfattore”, Brunori SASRoberto Vecchioni in panni bizzarri e inediti, e Erlend Øye (cantante dei Kings of Convenience) & La Comitiva. Questa scelta ha donato un’atmosfera ulteriormente intima e familiare.

Dialoghi assurdi intervallati da silenzi catartici, comicità sottile, intelligente e al tempo stesso malinconica, fotografia vintage, musica sognante e misteriosa, sono l’esito di una opera prima audace e incosciente, ma libera, che cattura e spicca per la sua originalità ed unicità nella ormai per lo più inconsistente produzione cinematografica italiana. 94 minuti in cui i frenetici ritmi della vita rallentano lasciando spazio alla riflessione e alla verità. Con questa formula geniale non potevano che trionfare al boxoffice.

La sala 6 del Galleria era gremita di gente – forse come poche volte in questo periodo critico – che ha accerchiato Colapesce e Dimartino per accaparrarsi un selfie e una stretta di mano,  attendendo sino alla fine dei titoli di coda per cantare in quel momento artistico di condivisione ritrovata il sanremese “Splash”.

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