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Il rilancio

L’attuale fragilità sociale dovrà, pur col tempo, essere sostituita col varo di nuovi programmi anche per ridurre la fragilità di un sistema che non avrebbe più ragione d’esistere senza sostanziali mutamenti.

La ripresa che immaginiamo dovrà puntellarsi su fattori di grande carisma economico. Dalla sanità, dall’occupazione e dal varo di un piano finanziario capace di sostenere gli obiettivi prioritari di una penisola che vuole riemergere da una situazione che non consente di fare programmi solo teorici.

Ci saranno dei beni comuni da potenziare; a discapito di quelli personali che dovranno essere ridimensionati. L’Italia dovrebbe essere al centro d’iniziative capaci d’ampliare l’immagine di bene comune.

La meta resta una sola: migliorare la qualità della vita con obiettivi comunitari da realizzare. Senza particolari privilegi per nessuno. Con un nuovo senso di gestire la vita sociale, si dovrà garantire una ripresa economico/produttiva generalizzata. Maggiore importanza avranno le partecipazioni a livello UE.

Il tutto senza impatti che ne allontanino le mete sostanziali. Tra le tante idee per il rilancio d’Italia, dovrebbero avere la precedenza quelle capaci di bloccare l’impoverimento nazionale senza, però, condizionare i progetti per il riavvio di qualsiasi attività produttiva. Il nostro futuro dipenderà da come saremo in grado di gestire l’emergenza che ci ha colpito. Anche perché, pur nella sua complessità, rimane mondiale.

Ricostituire una società del “rinnovamento” non sarà facile. Le difficoltà potranno essere superate dall’impegno di tutti nel seguire una strada condivisa. Le trasformazioni socio/economiche hanno sempre avuto un loro prezzo che anche noi saremo chiamati a pagare. La lezione della Pandemia e la volontà di riscatto nazionale dovranno fornirci la volontà per superare le incertezze, le politiche ambigue e chi, tutto considerato, non ha ancora le idee chiare sul futuro nazionale. Il rilancio dell’Italia chiederà, indubbiamente, sacrifici. Questa volta, però, non saranno a fondo perduto come, invece, è stato per il passato.

Giorgio Brignola

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