Principale Arte, Cultura & Società Università, Formazione & Scuola “Nessuno mi può giudicare”: la prevenzione dei disturbi alimentari nelle scuole baresi

“Nessuno mi può giudicare”: la prevenzione dei disturbi alimentari nelle scuole baresi

I disturbi del comportamento alimentare affliggono oggi circa 3 milioni / 3 milioni e mezzo della popolazione italiana e l’insorgenza della malattia è scesa agli 8-9 anni di età, con una curva in crescita non solo tra le giovani ragazze, ma anche tra i ragazzi. Se sviluppato per tanto tempo, un disturbo alimentare può diventare una condizione cronica e compulsiva dalla quale è arduo uscire, che può compromettere seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo e, nei casi gravi, portare alla morte. 

Si tratta di patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare, un’eccessiva preoccupazione per il peso, con alterata percezione dell’immagine corporea. Tali aspetti possono presentarsi anche in associazione ad altri disturbi psichici, quali disturbi d’ansia e disturbi dell’umore, e sono spesso correlati a bassi livelli di autostima.

Dagli studi condotti su popolazioni cliniche, l’incidenza dell’anoressia nervosa è di almeno 8-9 nuovi casi per 100mila persone in un anno tra le donne, mentre per gli uomini è compresa fra 0,02 e 1,4 nuovi casi. Per quanto riguarda, invece, la bulimia nervosa ogni anno si registrano 12 nuovi casi per 100mila persone tra le donne e circa 0,8 nuovi casi per 100.000 persone in un anno tra gli uomini.

Questi dati sono diventati ancora più impressionanti a causa della pandemia da Covid-19: nell’ultimo anno infatti i disturbi sono aumentati del 30%, con un abbassamento dell’età media di esordio delle patologie ed un aumento delle diagnosi. Sono, inoltre, triplicate le chiamate al numero verde nazionale della Presidenza del Consiglio, SOS DCA, che fornisce assistenza a tutto il territorio nazionale e counseling psicologici, affiancando il sistema sanitario pubblico. I servizi sanitari sono intasati, le strutture specializzate ancora carenti e in questo modo le richieste d’aiuto risultano impossibili da soddisfare in toto.

Negli ultimi anni si è per fortuna sviluppato un considerevole interesse nei confronti della prevenzione dei disturbi alimentari e, per tentare di sradicare il problema a monte, sono stati profusi numerosi sforzi proprio nella realizzazione di programmi di prevenzione scolastici a livello regionale, perché, essendo disturbi che iniziano ad emergere sin dalla fase preadolescenziale, la scuola risulta potenzialmente il luogo migliore per accedere e sensibilizzare quelle fasce d’età.

In Puglia, in particolare, già dallo scorso anno è sorto il Progetto regionale di Promozione alla Salute “Nessuno mi può giudicare”, in collaborazione con il Centro per i disturbi del comportamento alimentare “Salvatore Cotugno” di Altamura, facente capo all’ ASL BA e specializzato in problemi come anoressia, bulimia, disturbo da alimentazione incontrollata (BED), obesità-bed, DCA NAS.

Tale progetto è rivolto ai ragazzi delle scuole secondarie di primo grado (classi 2 e 3) e di quelle secondarie di secondo grado (classi 1, 2, 3 e 4) che vi abbiano aderito su Bari e provincia ed è finalizzato proprio ad agire sui fattori di protezione per prevenire i disturbi del comportamento alimentare. Gli incontri sono volti a favorire nei giovanissimi la consapevolezza dei messaggi e degli stereotipi culturali offerti dai mass media; la capacità di identificare ed esprimere le emozioni e di comunicare in maniera efficace stati emotivi, paure e senso di inadeguatezza, cogliendo quelli che sono i fattori e i meccanismi di correlazione tra emozioni e cibo.

Per la salute bio-psico-sociale dei ragazzi è essenziale insegnare loro che l’alimentazione soddisfa non solo il corpo, ma anche la mente e che proprio durante l’adolescenza la percezione del corpo è spesso distorta e influenzata dai canoni di bellezza e successo che invadono il web, i quali non solo sono estremamente lontani dall’aspetto corporeo di un adolescente medio, ma soprattutto possono far emergere sentimenti distruttivi e condurre a problematiche comportamentali dannose. Inoltre, è importante educare i giovani a liberarsi dei pregiudizi sociali riguardanti i disturbi psichici e, nel caso specifico, i disturbi alimentari, in quanto ancora oggi, purtroppo, si è spesso portati a negarli, minimizzarli o deriderli.

I docenti, quindi, sono in primis chiamati a preparare gli studenti alla riflessione sui temi dell’impulsività e della disregolazione emotiva, oltre che sugli ambiti sociali, familiari e scolastici in cui essa può eventualmente manifestarsi. Gli specialisti del Centro possono così proseguire fornendo materiali, documenti e slide relativi ai disturbi più diffusi, in modo tale da veicolare una corretta informazione e poi poter intavolare discussioni circa i comportamenti nocivi per la salute, gli atteggiamenti psicologici che predispongono ai disturbi e le credenze scorrette inerenti all’alimentazione.

Così facendo è possibile promuovere dei “percorsi di alfabetizzazione emotiva” che costituiscono un ottimo strumento per consentire ai ragazzi di gestire costruttivamente gli stimoli esterni, per incanalare le energie interne nella direzione migliore e per lo sviluppo delle individuali potenzialità.

Di conseguenza, questo percorso va a creare, ove inesistente, o a implementare, un contesto di benessere nel “team” formato da studente, famiglia e insegnanti, con lo scopo di prevenire totalmente un disturbo, oppure – se già sorti – di ammortizzarne i sintomi o, in extremis, di normalizzare il bisogno di un supporto psicologico.

A sostegno di tutto ciò detto, durante gli incontri vengono anche somministrati direttamente agli adolescenti dei questionari anonimi relativi alla percezione delle loro emozioni affinché possano, liberi da inibizione, rivelarsi con sincerità.

L’adesione e la partecipazione a questi tipi di programmi di prevenzione è copiosa, ma la loro totale efficacia non è ancora stata scientificamente accertata. L’auspicio è che nel lungo periodo, aldilà dei dati puramente statistici, tali percorsi scolastici e il progresso socio-culturale in genere possano contribuire ad arginare la crescita esponenziale del numero di persone affette da disturbi del comportamento alimentare nel nostro Paese.

https://melaniaromanelli.com/educazione-alimentare-nella-scuola-prevenzione-contro-i-dca/#prevenzionedca

https://www.sanita.puglia.it/en/web/pugliasalute/bari-nessuno-mi-puo-giudicare

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