Principale Arte, Cultura & Società Musica, Eventi & Spettacoli Giovani musicisti pugliesi della minimal music

Giovani musicisti pugliesi della minimal music

Sembra tornata d’attualità la musica minimalista, la minimal music, che veste da noi, in quel di Bari, l’aspetto giovanile di Claudio Stea, un compositore barese di musica per pianoforte che iniziò all’età di sette anni a frequentare alcune scuole musicali cittadine sempre più affinando la tecnica pianistica e avvicinandosi poi alla composizione, egli seguito da due noti maestri come il violoncellista Vito Paternoster e il fisarmonicista Pino Di Modugno.

Nell’anno 2009 produce il suo primo disco di musica intitolato Composizioni al pianoforte con stile semplice e di facile fruizione, apparentemente poco complesso come è nel tratto distintivo della musica minimalista pur se contaminata da influenze pop e rock.

Claudio Stea si fa notare col suo secondo cd intitolato K r i s e l i d e, e con un notevole brano Nuvole su Fatima; nel 2018 pubblica il suo quarto disco di composizioni pianistiche RAGGI DI LUNA consacrato da un particolare ‘evento’ quando, al Politecnico di Bari, nel luglio del 2019, una platea di giovani lo applaude proprio in virtù della immediatezza del suo stile pianistico che si approccia anche alla visione filmica grazie a videoclip narranti le sue storie in musica.

Uno stile personale che a suo stesso dire “affonda le radici nello stile cinematografico del maestro Ennio Morricone

Come bisogna sottolineare, la musica postmoderna è una delle più recenti tendenze che mutua alcune linee generali dell’arte postmoderna tout court. Il postmoderno si presenta eclettico e autoreferenziale, tende a sfumare i confini tra arte e kitsch forte della vocazione a combinare generi (musicali) anche molto diversi tra loro.

I compositori della postmodernità come il appunto il giovane barese Stea accettano questa idea-guida, questa sorta di estetica che è legata ad un periodo storico nato attorno agli anni Sessanta del ‘900 quando sono venuti meno gli ideali dello sperimentalismo a tutti i costi.

Sincretismo e bricolage, rottura degli steccati tra generi, superamento delle strutture codificate dalla tradizione e imposte da scuole e accademie fanno sì che la musica postmoderna valga in quanto prodotto di consumo. Compositori italiani e europei come Allevi, Tutino, Ferrero, Einaudi, Trojahn, Rihm, Müller-Siemens, e anche il barese Stea propugnano un ritorno all’opera-melodramma attraverso film o videoclip e al recupero dell’armonia tonale. Nasce quindi e si impone il minimalismo con tutta una nuova generazione di compositori, nati attorno agli anni Cinquanta del ‘900 che si dedica al recupero di generi cercando di instaurare con il pubblico una comunicazione molto diretta.

Lo scopo primario di Claudio Stea è quello di privilegiare tutte le forme d’arte che si avvalgono della musica per pianoforte, con particolare attenzione a quella cinematografica; nel dicembre 2019 ha ricevuto il premio come miglior compositore per pianoforte dell’anno all’interno di una serata organizzata al teatro Petruzzelli.

pf. moliterni

 

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