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Poesia. ‘Pane e …Quotidiano

Federico-Garc-a-Lorca

La Poesia è per tutti rubrica culturale del Corriere di Puglia e Lucania,

a cura di M. Pia Latorre

L’intento della rubrica è quello di sfatare l’idea che la poesia sia qualcosa di astruso e che possa piacere o non piacere. In realtà la poesia è nelle nostre vite più di quanto noi possiamo immaginare. Basti pensare alla commistione della poesia con le altre forme artistiche, per esempio alla musica pop, di cui essa è un riflesso.

Proporremo, ogni giorno, pochi grammi di poesia, legati ad un fatto del giorno o ad una data da ricordare sperando che, tra le mille incombenze quotidiane, ogni Lettore, possa ritagliarsi qualche minuto per stare a contatto con l’universo poetico che vibra intorno a noi.

Buona Poesia!

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OTTOBRE

Il 1 ottobre 2017, muore, all’età di cinquant’anni, Pierluigi Cappello. Era nato a Gemona del Friuli, l’ 8 agosto 1967. Dopo le scuole superiori frequentate a Udine, studiò Letteratura all’Università di Trieste. Fu poeta in lingua italiana, oltre che in dialetto friulano. Nel 1999, insieme a Ivan Crico, creò la collana di poesia La barca di Babele, nella quale sono stati pubblicati numerosi autori friulani, triestini e veneti.

Pierluigi Cappello e la sua famiglia furono vittime del terremoto che colpì il nord Italia, nel maggio del 1976. La famiglia fu trasferita a Cassacco, in una comunità prefabbricata, dove Cappello rimase per la maggior parte della sua vita. All’età di sedici anni subì un tragico incidente in moto, che lo lasciò permanentemente confinato a una sedia a rotelle.
Ha vinto diversi premi letterari, tra i quali il Premio Montale e il Premio Bagutta e ha ricevuto la laurea honoris causa in Scienze della formazione, dall’Università di Udine nel 2013, pochi anni prima che la malattia tumorale che lo aveva colpito lo portasse alla morte.

Poesia scritta con la matita, da Azzurro elementare

Sono devoto all’anima di grafite della matita:
un solo colpo di gomma e il segno lasciato sparisce,
sentieri imboccati con leggerezza
si riconducono alla docilità della via maestra
i crolli vengono evitati con un’alzata di spalle,
l’imprevisto è un vecchio con il pugnale spuntato.

L’anima di grafite non conosce soste, esitazioni:
nel suo stesso procedere in avanti
ci chiama alla possibilità del ritorno,
nel suo segno scuro riposa la dolcezza del bianco
e Angelina torna a sorridere
tenendo per mano un bambino
abbagliato dal sole.

DA LONTANO

Qualche volta, piano piano, quando la notte

si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio

e non c’è più posto per le parole

e a poco a poco ci si raddensa una dolcezza intorno

come una perla  intorno al singolo grano di sabbia,

una lettera alla volta pronunciamo un nome amato

per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo

nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo spezzato.

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