Principale Attualità & Cronaca La Sicilia entra in zona gialla e indossa la mascherina all’aperto

La Sicilia entra in zona gialla e indossa la mascherina all’aperto

“I controlli non sono semplici”, dice il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani. In 55 Comuni basse percentuali di vaccinati. Quattro sono in zona arancione.

La Sicilia entra da oggi in zona gialla. Il livello di rischio era stato in qualche modo anticipato dall’ordinanza del presidente della Regione, Nello Musumeci, emanata il 22 agosto scorso, quando furono individuati 55 Comuni con una bassa percentuale di vaccinati, inferiore al 60 per cento del totale della popolazione vaccinale. E con una incidenza di contagi in sette giorni (13-19 agosto) superiore a 150 casi per 100 mila abitanti.

Quella ordinanza del presidente della Regione Siciliana prevedeva un tavolo permanente tra Asp e sindaci per raggiungere i target di immunizzati, l’utilizzo di mascherine all’aperto nei contesti di presenza di molti cittadini (quali ad esempio le strade) e il divieto di assembramento in pubblico e le misure di contenimento per gli eventi privati (tampone nelle 48h antecedenti). Nell’isola sono presenti anche Comuni arancione: Barrafranca, Niscemi, Comiso e Vittoria.

La settimana che ha preceduto l’ingresso in zona gialla ha fatto registrare ancora un incremento della diffusione del Covid-19, anche se di minore intensità rispetto alle settimane scorse: sono aumentati i nuovi positivi, gli attuali positivi, i ricoverati (ordinari e in terapia intensiva), i nuovi ingressi in terapia intensiva e le persone decedute. Nella settimana appena conclusa, secondo i dati dell’ufficio Statistiche del Comune di Palermo, i nuovi positivi in Sicilia sono 9307, il 2,5% in più rispetto alla settimana precedente. E’ invece diminuito il rapporto fra tamponi positivi e tamponi effettuati, passato dal 7,8% al 7,3%. L’aumento dei nuovi positivi registrato questa settimana è il più alto dallo scorso mese di gennaio.

Il numero degli attuali positivi è pari a 27424, 3964 in più rispetto alla settimana precedente; le persone in isolamento domiciliare sono 26510, 3838 in più rispetto alla settimana precedente; i ricoverati sono 914, di cui 108 in terapia intensiva. Rispetto alla settimana precedente sono aumentati di 126 unità (i ricoverati in terapia intensiva sono aumentati di 24 unità).

Nella settimana appena conclusa si sono registrati 72 nuovi ingressi in terapia intensiva (il 60% in piu’ rispetto ai 45 della settimana precedente); il numero dei guariti (240121) è cresciuto di 5248 unità rispetto alla settimana precedente. La percentuale dei guariti sul totale positivi è pari all’87,7% (88,8% domenica scorsa); il numero di persone decedute registrato nella settimana è pari a 95 (contro le 78 della settimana precedente). A causa di alcuni riconteggi, il numero provvisorio di persone decedute attribuibili alla settimana appena conclusa è però pari a 59. Complessivamente le persone decedute sono 6314, e il tasso di letalità (deceduti/totale positivi) è pari al 2,3% (2,4% la settimana scorsa); i ricoverati complessivamente rappresentano il 3,3% degli attuali positivi (i ricoverati in terapia intensiva lo 0,4%)”.

La decisione del governo nazionale pone in zona gialla tutta l’isola: le mascherine vanno indossate obbligatoriamente all’aperto, ma è difficile che ciò accada. I controlli non sono semplici soprattutto per quanto riguarda la mascherina all’aperto. Noi i controlli li facciamo, circa 2000 al giorno. E’ evidente che in una provincia come quella di Palermo, la violazione del non indossare la mascherina può essere talmente diffusa che è difficile da controllare”, ha spiegato di recente il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani. 

“Vengono intensificati i controlli in funzione della progressione dei provvedimenti e abbiamo cercato di organizzare al meglio il personale sapendo che o le persone si convincono a rispettare le norme o noi non possiamo stare dietro a tutti. Di certo – prosegue – le forze dell’ordine sono presenti nei luoghi più affollati, noi sanzioniamo ma dobbiamo evitare che si crei l’affollamento”.

Nel solo mese di agosto sono state controllate 50mila persone, da inizio pandemia 500 mila e 20 mila locali, circa 7000 le sanzioni amministrative. “Le sanzioni che pagano sono le chiusure dei negozi perché – ha concluso – quelle alle persone è un impatto che non si avverte immediatamente. Quelli che pagano sono una minima parte”.

AGI

Redazione Corriere Nazionale

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Redazione Radici

 

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