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La vera politica non esiste più: definiamola con infinti aggettivi possessivi… di potere

di Giovanni Mongelli

Buongiorno signor Draghi, scusi se non la chiamo “Presidente”, ma sa, quel titolo se lo dovrà meritare. Il PRESIDENTE Conte si è fatto un gran mazzo (mi perdoni il francesismo) con tutta una marea di demolitori intorno, gli stessi che a lei, invece, stanno lastricando di saliva il cammino, rendendolo estremamente scivoloso. Quindi si dia da fare se vuole almeno avvicinarsi a ricevere dagli italiani la stessa stima che ha ricevuto il Professor Conte.

Passiamo ai fatti. Comincerò dalla sua scelta “felice” di Brunetta (mai un diminutivo nel cognome fu più azzeccato), Gelmini, che la scuola ancora ricorda come una da dimenticare, e la Carfagna (che io, onestamente, ricordo molto più per il calendario di Max che per le sue doti politiche). Sicuro che, nella rosa dei candidati non ci fosse qualcosina di meglio?  A me, perdoni l’ardire, il dubbio resta.

Scusi ma, Colao, “quel” Colao, non è forse il Colao di Vodafone? E lo mettiamo alla digitalizzazione senza magari farci venire il dubbio che un conflitto di interessi possa essere dietro l’angolo? Mi complimento, bella scelta!

Poi, non per mera simpatia, mi fa piacere che Speranza sia rimasto alla Sanità, Di Maio agli esteri e Lamorgese agli interni. Mi stupisce però il fatto che, fino a ieri, sotto la guida di Conte, Speranza fosse per l’opposizione – oggi non più opposta – un incompetente, Di Maio (Gigino il bibitaro, sempre per loro) agli Esteri un ossimoro, la Lamorgese, per Salvini, un fallimento, ma oggi, grazie alla imposizione delle sue mani, signor Draghi son tornati degni di sedere a questa mensa.

Dovrei anche parlare di Giorgetti, ma senta, proprio non ce la faccio, mi capisca, ho appena mangiato. Uno che ancora deve agli italiani 49 milioni lo mettiamo a gestire miliardi?

Quindi, devo fare gli auguri a lei, ma prima di tutto a tutti gli italiani. Spero che non le sorgano idee strane di patrimoniali, di tassazioni inopportune su prime case e cose simili, di eliminare il reddito di cittadinanza, di ripristinare la prescrizione, di ripristinare 345 poltrone, perché, glielo dico in confidenza, ho la sensazione che la gente abbia ormai le gonadi strapiene e, in queste circostanze, nulla può essere escluso.

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