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Bari, emergenza Covid: inaugurato ospedale in Fiera;17,5 milioni di euro per 152 posti letto al servizio di tutta la Puglia

di  Myriam Di Gemma

BARI – “Centrale Regionale Operativa Soccorso Sanitario – Maxi Emergenze”: si chiama così il nuovo ospedale Covid nella Fiera del Levante di Bari in via Verdi, inaugurato stamane. Sono bastati 45 giorni per garantire l’agibilità di 5 padiglioni suddivisi in 10 reparti su una superficie di 15mila mq, con 152 posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva, 2 sale operatorie, 1 sala per la TAC, Rx e un laboratorio analisi. Costo totale: 17,5 milioni di euro. Per ogni posto letto, un costo medio di 112 mila euro.

Lo Stato pagherà 111 mila euro di “fitto” mensile, all’Ente Nuova Fiera del Levante di Bari, per l’uso dei padiglioni.

Operativo dal primo febbraio: servirà a svuotare i reparti del Policlinico di Bari, consentendo l’assistenza ordinaria.

“La Regione Puglia – dice il Governatore, Michele Emiliano –ha un buon equilibrio sanitario ma non è una corazzata. Facciamo sempre le nozze con i fichi secchi, perché, ad esempio, il Veneto, a parità di abitanti con la nostra regione, ha il doppio degli ospedali, e relativo personale sanitario. Il Governo nega, con l’articolo 3 della Costituzione, la parità di diritto alla salute dei cittadini del Sud rispetto a quelli del Nord Italia. Abbiamo la metà degli ospedali di regioni con popolazione identica alla nostra: è un dramma su cui non riusciamo ad attirare l’attenzione, un dato di fatto, che tuti conoscono e tutti fingono di ignorare”.

“Nonostante i limiti – continua Emiliano – la Puglia ha affrontato la sedonda ondata (20 volte superiore a quella di marzo e aprile) con una perfetta organizzazione. La nostra priorità è stata quella di garantire la convivenza tra la salute ordinaria, quindi la riattivazione piena di tutti gli ospedali della Puglia, e la gestione dell’emergenza Covid. Questa struttura è un perno fondamentale del piano pandemico permanente della Regione Puglia, e nulla di questo investimento– assicura il Presidente – andrà perso dopo l’emergenza”.

E’ tutto un lavoro pugliese, ed è unico in Italia – sottolinea Emiliano – poiché nessun ospedale italiano è in grado di gestire in un unico luogo, ogni grado della malattia. E naturalmente, dopo l’emergenza sarà sempre un punto di riferimento per tutta la Regione, gestito d’intesa con la Regione Puglia, Comune di Bari, Camera di Commercio, Ente Nuova Fiera del Levante e Città Metropolitana di Bari.

Al momento, darà sollievo alla BAT, ma servirà anche alla provincia di Taranto. Mentre martedì 19 gennaio, verranno inaugurati altri 18 posti letto di terapia intensiva a Lecce, nel Dea, e a breve anche a Foggia.

La cerimonia inaugurale dell’ospedale Covid in Fiera, è dedicata al medico sindaco di San Nicandro Garganico, Costantino Ciavarella, scomparso oggi dopo essere stato contagiato da un suo paziente Covid. Emiliano ricorda Ciavarella nella sua bontà e integrità professionale. Ma la struttura viene dedicata anche ai pazienti Covid, ai loro familiari, e a tutti gli operatori sanitari e anche agli insegnanti.

“Gli insegnanti – spiega Emiliano – aiutano a tenere bassa la curva del contagio, perché – rincara – chi non contribuisce a tenere bassa la curva dei contagi, è ritenuto responsabile a ‘non aver agito’. Si muore di Covid: ricordatevelo”.

“La centrale regionale operativa – afferma il dirigente della sezione regionale Protezione Civile, Mario Lerario – nasce grazie al lavoro di oltre 40 imprese, impiegando 300 operai in 11 mila ore lavorative. Consentirà di mettere a sistema tutte le Asl, rendendo disponibile al sistema sanitario regionale 152 posti letto. Il costo iniziale era inizialmente di 8,5 milioni di euro, ma con  successivi 5 ordini di servizio, è lievitato con la spesa media di 112mila euro a posto letto, oltre al costo delle attrezzature”.

“Questo risultato – spiega il direttore del Dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro – nasce dalla legge 77: il Governo ci ha detto di attivare posti letto per il Covid che possano essere permutabili da area medica intensiva a sub intensiva, e noi lo abbiamo fatto. Questa capacità di essere permutabili ai fini dell’assistenza sanitaria, è fondamentale”.

Stefano Bronzini, Rettore dell’Università di Bari “Aldo Moro”: “Questa struttura coniuga in maniera eccelsa, l’aspetto assistenziale all’aspetto della formazione e della ricerca. L’obiettivo è svuotare i reparti congestionati dal Covid, ma nel contempo si riattiverà la prevenzione”.

Loreto Gesualdo, il preside della Scuola di Medicina dell’Università “Aldo Moro”: “Complimenti alla Regione Puglia perché con questa inaugurazione, si dà dignità agli operatori sanitari, ai pazienti Covid ma anche alle famiglie perché qui i parenti potranno essere più vicini ai pazienti”.

“Ringrazio il Presidente Emiliano – esordisce Vitangelo Dattoli, commissario straordinario del Policlinico di Bari –  per la perseveranza che ha mostrato in questo delicato momento. L’ospedale Covid in Fiera, sarà autonomo ma nel contempo dialogherà con le altre strutture sanitarie della Città Metropolitana di Bari, e della Regione. Garantito inoltre il dialogo continuo con le organizzazioni sindacali. E per quanto riguarda le assunzioni, esiste già un documento per il piano del Personale”.

“La rete ospedaliera regionale di risposta al Covid, – dichiara in un nota, l’assessore alla Sanità Pier Luigi Lopalco, assente in conferenza stampa – si allarga di oltre 150 posti letto, realizzati a tempo di record e con altissimi standard qualitativi. Gli operatori lavoreranno in ampi spazi con le più moderne attrezzature, ottimizzando l’assistenza. È un ulteriore passo avanti non solo per la risposta al Covid, ma anche per far ripartir in sicurezza l’assistenza no Covid in Puglia”.

Alla consegna delle chiavi, presenti anche i rappresentanti delle due imprese, Cobar e Item Oxygen di Altamura, che hanno realizzato l’opera.

Non sono mancate le polemiche. Ecco i commenti di alcuni baresi.

Francesco Quintavalle: “C’era bisogno di allestire i padiglioni della Fiera del Levante, per un ospedale di emergenza Covid? Ci sono tante strutture ospedaliere in stato di abbandono, e con uno spazio necessario, come per esempio il CTO, o anche in provincia”.

Anna Franco: “Uno spreco di denaro pubblico. Speriamo che venga davvero utilizzata dopo l’emergenza!”.

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