Intervista al pianista Daniel Rivera, in occasione del doppio Concerto che lo vedrà coinvol- to in un sodalizio artistico insieme alla pianista Martha Argerich, il 25 Agosto nella splen- dida cornice del Teatro Antico di Taormina.
Nato in Argentina, Daniel Rivera è considerato uno dei più prestigiosi pianisti italiani con all’attivo oltre 40 anni di carriera iniziata negli anni ’70, in Italia, grazie alle premiazioni in importanti concorsi pianistici internazionali tra cui Busoni, Ciani, Pozzoli, Queen Elisa- beth, Liszt-Bartók di Budapest, Paloma O’Shea di Santander, solo per citarne alcuni.
1) Maestro Rivera, Lei suonerà il Concerto in La minore Op. 16 di Edvard Grieg mentre Martha Argerich proporrà il Concerto n. 1 in Mi bemolle Maggiore di Franz Liszt; tutto in un’unica serata e in una splendida cornice. A cosa è dovuta la scelta di questo repertorio nel suo caso? Come mai proprio Grieg?
- Inizialmente l’idea era che Lei suonasse il Concerto 1 in si bemolle minore, op. 23 di Čajko- vskij ed io il Concerto n. 2 in do minore, op. 18 di Rachmaninov, ma abbiamo decretato che proba- bilmente fosse un programma eccessivamente impegnativo in termini di ascolto per una sola serata; in aggiunta al fatto che Martha viene da una lunga serie di concerti a Buenos Aires, Londra, Varsa- via e Salisburgo. E’ pero’ buffo pensare che in tutto questo lungo tour, Lei abbia suonato autori quali Čajkovskij, Schumann, Prokofiev in diverse occasioni, ma non Liszt! E a questo punto la scelta è caduta su questo autore. Per quanto riguarda me, trovo che il Concerto di Grieg sia una grande ope- ra, lo definirei proprio un “gran concerto”, anche molto sottovalutato ed ingiustamente pensato come un concerto accessibile. Niente di tutto ciò, in questo caso. Cosi’ come, in generale, nessun pezzo di repertorio può dirsi minore o semplice nel momento in cui è affrontato e proposto ad un certo livello.
2) So che la sua amicizia con la Argerich risale a molti anni fa; probabilmente complice la vo – stra provenienza. Tutti e due argentini, Lei è nato a Rosario, Martha a Buenos Aires. C’è qual- che correlazione storico-artistica tra le due città? Ci racconta gli esordi della vostra amicizia?
- Il fatto di essere entrambi argentini ha sicuramente avuto la sua importanza, ma nostro primo incontro, fatalità, è avvenuto proprio qui in Italia! In quegli anni stavo registrando il mio primo LP a Milano, con la Sonata “Hammerklavier” di Beethoven, per la Ricordi. Fui invitato da un nostro ca- rissimo comune amico, Jurg Grand che fu in seguito l’inventore ed il promotore del Festival di Lu- gano, meglio conosciuto come “Progetto Martha Argerich di Lugano”. Erano gli anni ’70. Io ero un giovane concorrente poco piu’ che ventenne con tanta determinazione e tanti sogni. Fu esattamente dopo il concorso “Dino Ciani”che ebbi modo di concoscere Martha un po’ meglio. Ti rivelo che ab- biamo anche avuto delle discussioni accese! Ero molto deluso del mio secondo premio, ma in quel- l’occasione parlammo molto e Lei mi invito’ ad andare a casa sua, cosa che ha sempre fatto con i giovani che voleva in qualche modo aiutare e sostenere. Ma io, non so bene perchè, non colsi il suo invito e ancora oggi mi chiedo come sarebbero andate le cose se invece mi fossi recato in quella casa quando mi fu chiesto. Ma è pur vero che le cose vanno un po’ come devono andare. Però ricor – do bene che in quella occasione, chiacchierando per le strade di Milano, le dissi con fare un po’ so- gnante: “un giorno mi piacerebbe suonare in Argentina insieme a te”. Successe tanti anni dopo, pre- cisamente nel 2012. Come vedi, alcuni sogni, si avverano.
Sul fatto di essere entrambi argentini mi sento di dire che sicuramente è qualcosa che ha il suo peso: è un legame. Nel nostro caso pero’, piu’ che di terra d’origine o strettamente di provenienza, è dovu- to ad una persona che ci lega fortemente, anche lui argentino, una carissima persona, una persona straordinaria che abbiamo veramente amato molto entrambi: Ivan Cosentino. Ivan non è piu’ fra noi, purtroppo, ma resta nel nostro cuore in una maniera indelebile.
3) Mentre invece dal punto di vista artistico, quando e in che occasione è nato il vostro sodalizio?
- Successe questo: molti anni dopo i racconti di cui su, Martha ebbe occasione di ascoltare su Youtube la mia trascrizione della Sagra della Primavera di Stravinskij per pianoforte solo, lavoro al quale tengo molto e che ho suonato abbastanza spesso. Rimase piu’ che entusiasta e mi invitò immediatamente a suonare questa mia trascrizione proprio in occasione del suo Festival di Lugano, dove in effetti feci il mio debutto nel 2009. In quell’occasione iniziammo a suonare insieme e da lì in poi molte altre volte; la volta che ricordo con maggiore soddisfazione, proprio il momento più bello per me, fu quando suonammo insieme a Rosario, che è la mia città d’origine, nel 2012. Con una certa soddisfazione posso dirti di essere riuscito a farla tornare a suonare in Argentina dopo 7 anni di assenza; è stato un po’ come rompere il ghiaccio e infatti da quel momento vi fa ritorno puntualmente. Anzi, proprio in questo momento sta rientrando da lì (sorride)
4) Maestro, so che ha lasciato la sua terra, Rosario, quando era molto giovane con una valigia carica di sogni. Sogni realizzati? Cosa ha rappresentato e cosa rappresenta per Lei l’Italia, soprattutto artisticamente parlando?
Sai, quando si è giovani è fondamentale avere dei sogni, cosi’ come credere che siamo in grado di rivoluzionare il mondo e raggiungere grandi obiettivi. Poi, nel corso del tempo, la vita ci pone di fronte la realtà che spesso non è propriamente ciò che si sogna o si desidera. Sin dall’inizio mi sono trovato bene in Italia, l’ho sentita casa mia e infatti non l’ho più lasciata. Devo tanto all’Italia, nono- stante, in certi casi, sia una realtà difficile dal punto di vista artistico e culturale come ben sappiamo tutti. Molto spesso mi è stato detto di non avere il giusto carattere per affrontare l’ambiente musicale che conta. Saro’ sincero: fosse anche vero, sono fiero di aver raggiunto i miei “piccoli” risultati so- lamente grazie alle mie capacità. Come? Attraverso i concorsi, quindi con unanimi riconoscimenti, senza essere sceso a patti con nessuno ed essendo rimasto sempre fedele a me
5) Nella mia immaginazione, dividere il palco con Martha Argerich, anche se non è la prima volta per Lei, rappresenta un po’ tornare alle origini: è corretto? Che effetto le fa?
* E’ sempre una grande emozione, quasi come fosse la prima volta, ogni volta. La paura c’è sem- pre, cosi’ come la tensione. Si è consapevoli delle attese, delle aspettative e noi stessi ci chiediamo se saremo in grado di soddisfarle; ci si butta, si va in scena, c’è l’applauso del pubblico e il cuore batte fortissimo. E poi ci si affida alla nostra professionalità, consapevoli di aver fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità per cercare di restituire al pubblico e a noi stessi, cio’ che siamo. Ma è sempre una grande sfida. Suonare con Lei, in particolare, per me vuol dire sentire tutta la sua straor- dinaria energia: Lei è quasi uno sciamano che mi invita a “creare” sul momento. Questo è bellissi- mo e non c’è niente di scontato con Lei. Aver suonato insieme a due pianoforti “Les Préludes”di Liszt, a Lugano nel 2010 è stata una delle piu’ grandi emozioni che io abbia mai avuto. Fra le altre cose, dopo, ho scoperto che quest’opera ci univa in maniera particolare fin da quando entrambi era- vamo bambini.
6) Mi consenta un divertissement: so che Martha è molto attenta ai segni zodiacali ed ha una forte complicità con quelli nati sotto il segno del Toro. Lei è del toro (e anche io!); può in qualche modo considerarsi un valore aggiunto? 😀
E’ vero! Non ricordo esattamente dove, ma una volta mi rivelò che nutre questa simpatia per i nati sotto il segno del Ci abbiamo scherzato sopra diverse volte (sorride) E da quel momento in poi me ne interesso anche io un po’, anche se in maniera del tutto amatoriale!
Fervono i preparativi, dunque non mi resta che ringraziarla per questa intervista e per la sua disponibilità. Ricordo che l’evento è a cura dell’ Associazione Culturale e Musicale Aldebaran e che è possibile prenotare i biglietti on line, e/o al numero 060406.
Diamo dunque appuntamento a tutti il 25 Agosto, al Teatro Antico di Taormina e in bocca al lupo!
Intervista a cura di Antonella D’Orio, pianista, architetto e musicologa