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I rifiuti? Io pago le tasse e li butto dove, come,  e quando voglio

Gli esercenti  attività commerciali da strigliare

Giovanni Mercadante

 Manzoni  – cartoni abbandonati domenica 10 marzo 2019

ALTAMURA – Nonostante la campagna di sensibilizzazione  di questi mesi,  sembra sia difficile estirpare la cultura dell’indifferenza e del menefreghismo con il  comportamento selvaggio dell’abbandono dei rifiuti o della loro collocazione fuori dai luoghi deputati.

Domenica 10 marzo, Via Manzoni. Una catasta di cartoni ammucchiati sul marciapiede. Probabilmente di un esercente della zona. Molta gente, passa, si ferma e commenta. Autisti, rallentano, si fermano e scattano qualche foto. Commenti in sordina. Qualcuno invece sbotta e dice: “ Noi stiamo attenti a conferire i rifiuti nei tempi e nelle modalità stabilite dal regolamento che ci è stato consegnato. I cartoni devono essere sminuzzati per evitare ingombri. Ma poi, di domenica, che diamine? Ma che decoro offriamo alla città?”.

Gli esercenti di attività commerciali si sentono nel diritto di depositare i rifiuti dove, come e quando vogliono. Un giro per la città e si vedono cassette e cartoni della frutta accatastati di fronte al proprio esercizio, nei giorni infrasettimanali e feriali e a tutte le ore.

Non li mettono in ordine  accanto al loro locale. No! Li depositano sul marciapiede di fronte. Come dire: non mi appartengono.

Ma non dovrebbero essere sminuzzati e ammucchiati su un carrello? Non c’è tempo e non ci sono carrelli. Quelli della Teknoservice sono già pieni.

Ma il commerciante non ha un locale dove depositare momentaneamente i rifiuti che produce durante il giorno? No!

Il commerciante non può organizzarsi per evitare la reazione dei residenti o dei passanti? No! Io pago e mi sbarazzo dei rifiuti dove, come e quando voglio io. Ecco, questo il ragionamento del commerciante.

Se proprio non lo avete capito e continuate ad infastidire con queste regole, sapete cosa faccio, dice il commerciante? Di notte li vado a seminare lungo le strade della periferia. Infatti, ecco apparire d’incanto all’indomani sacconi neri pieni di rifiuti; cassette, cartoni e quant’altro. Ma come, possibile? Chi è quel delinquente che ha commesso quel gesto criminale contro l’ambiente?

Il commerciante, furbescamente, ha capito che ci sono le foto trappole nelle aree di sosta o in zone degradate. E quindi seminarli lungo le strade della periferia diventa molto più facile.

Ma il commerciante con i suoi prodotti che siano di alta pasticceria, di frutta esotica, di oggettistica e quant’altro non fa cultura? Certo! I suoi prodotti sono raffinati: frutto di sapienza, di esperienza, di tradizione, di ricerca, di innovazione. Per il suo alto profilo professionale viene anche premiato dalle istituzioni con attestati di benemerenza. I suoi prodotti diventano eccellenza territoriale. Su un altro versante, però, è un eccellente sporcaccione.

Sul piano culturale  se ne infischia delle regole della convivenza civile. Non gli appartengono. Però se dovesse operare all’estero, si adeguerebbe e diventerebbe un cittadino modello.

Nel profondo Sud, il meridionale le regole se le fai lui. E guai a contraddirlo, diventa minaccioso. Ti guarda con gli occhi storti. Ti toglie il saluto. In altri termini sei diventato un suo nemico, perché lo hai sfidato nel suo orgoglio di sporcaccione. Non chiederà mai scusa ai cittadini per il suo comportamento. Troppo fiero per ammettere che ha disonorato la città.

Allora un suggerimento alla Confesercenti e alla Confcomercio. Richiamare i propri associati ad una migliore condotta  per il decoro della città. Se pizzicato, fargli chiudere l’attività per una settimana. Inserirlo nella lista nera e non conferirgli alcun attestato di benemerenza.

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