Da piĆ¹ parti si ĆØ detto che non cāerano i presupposti per prorogare lo stato di emergenza, anche ammesso che vi siano realmente mai stati, tanto piĆ¹ che molte misure precauzionali potevano e a maggior ragione possono essere prese ora attraverso i normali poteri dāordinanza. E poi dovāĆØ il pericolo imminente che giustifica la deroga alla legislazione ordinaria? Dove sono le centinaia di migliaia di persone in terapia intensiva che erano state pronosticate? Il virus latita, ma si deve tenere in piedi lāallarme fino al vaccino che cosƬ tutti saranno alla fine contenti, mentre il governo cerca di tenere segreti i verbali del comitato tecnico scientifico che sono alla base delle misure di questi mesi, dimostrazione piĆ¹ che esplicita delle forzature, della confusione e delle complicitĆ che si sono sviluppate dietro le quinte. Non si puĆ² che prendere atto che alla societĆ italiana viene negata la conoscenza dei fatti, come del resto ĆØ stato per tanti avvenimenti cruciali, ma la continuazione dellāemergenza ĆØ perĆ² una scelta inutilmente scellerata che non permette a milioni di attivitĆ di riprendere a lavorare con un minimo di serenitĆ e di certezze, congela ancora per mesi i tribunali e la pubblica amministrazione che intende lo smart working come lo zero working e lascia intere praterie di contratti da emergenza in mano alla protezione civile, soprattutto riguardo alle attrezzature scolastiche con i suoi grotteschi banchi a rotelle per evitare di stare troppo vicino ai compagni. Scelta ancor piĆ¹ scellerate perchĆ© lāItalia ĆØ lāunico Paese che non ha messo in campo strumenti finanziari propri, dedito a unāaccattonaggio molesto che gli costa il capestro del Recovery Fund: pochi soldi, troppo tardi e a condizione di scendere qualsiasi sovranitĆ .
La data di fine ottobre del resto ĆØ giĆ di per sĆ© incongrua poichĆ© se davvero si temesse un ritorno del del virus (o comunque di sindromi influenzali da attribuirgli dāufficio), esso di verificherebbe presumibilmente a partire da ottobre e non prima. Infatti la ratio del provvedimento che prolunga lo stato di semilibertĆ ha ben altri obiettivi, il piĆ¹ banale dei quali ĆØ il prolungamento di affari e affaracci pandemici messi in piedi dal sottobosco politico e parentale che gravita attorno al milieu , mentre quello principale non ĆØ tanto per arginare eventuali moti di ribellione di cui alcuni favoleggiano, ma assai piĆ¹ tristemente e squallidamente per arrivare alle elezioni regionali di settembre cercando di rendere quanto piĆ¹ difficile la vita alle opposizioni con il divieto di assembramento e lāobbligo dei distanziamenti. Dal momento che si vota in sette regioni, Veneto, Campania, Toscana, Liguria, Marche, Puglia e Valle dāAosta la posta ĆØ molto consistente, e di certo il governo non si fa scappare lāoccasione di mettere i ceppi fra le ruote dei competitori. Ma non si pensi che questi ultimi abbiano poi molto da dire, anzi partecipano al gioco della trasformazione dellāemergenza in eccezionalitĆ , senza in sostanza fare nulla contro la sospensione della democrazia.
CāĆØ infatti un altro scopo piĆ¹ generale dietro tutto questo e che fa parte della nuova filosofia di azione della governance globale, ossia abituare la popolazione a drastiche limitazioni di libertĆ non piĆ¹ in base a eventi, sia pure enfatizzati, ma a semplici ipotesi e/o previsioni di cui ĆØ impossibile comprendere la consistenza e che dunque da un punto di vista della ragion pratica possono anche prescindere da qualsiasi realtĆ esterna. Ma dalla dichiarazione di stati di eccezione costituzionale a fronte di eventi che di eccezionale non hanno nulla: infatti che hanno di straordinario i 34 mila presunti morti di coronavirus di fronte ai circa 50 mila causati ogni anno da infezioni ospedaliere collegate direttamente dal taglio drastico dei fondi alla sanitĆ ? Solo il fatto che i primi sono diventati una tragedia a scopo politico, mentre i secondi sono a mala pena citati e vengono quasi considerati come inevitabili, mentre sono gli unici a poter e dover essere limitati al minimo possibile. Dunque ci troviamo di fronte a una gestione del tutto pretestuosa ed eterodiretta del principio di precauzione. La mia impressione ĆØ che il futuro prossimo sarĆ² dominato proprio da questo tipo di ādittaturaā cognitiva costruita peraltro su fondamenta puramente emozionali, la quale impone di non dire e possibilmente non pensare ciĆ² che si vede, di criminalizzare il dubbio, dando cosƬ vita a una societĆ stupida per definizione nella quale lāidiozia dellāassenso finto intelligente sia la regola di condotta. Gli applausi a Conte sono i sintomi del male che attecchisce.