Principale Economia & Finanza Morgan Stanley declassa le azioni messicane

Morgan Stanley declassa le azioni messicane

Morgan Stanley ha rivisto le sue prospettive sui titoli azionari messicani in seguito all’elezione di Claudia Sheinbaum, la leader entrante della sinistra. La banca di Wall Street ha declassato le azioni messicane a una raccomandazione di pari peso all’interno del loro portafoglio dell’America Latina. “Il Messico si trova in una situazione senza precedenti e siamo in modalità attendista sui principali backstop”, hanno scritto martedì in una nota gli strateghi guidati da Nikolaj Lippmann, declassando le azioni del paese a una raccomandazione di pari peso all’interno del loro portafoglio dell’America Latina.

Morgan Stanley declassa le azioni messicane

La convincente vittoria di Sheinbaum, insieme ad un’apparente maggioranza assoluta al Congresso per il suo partito Morena, ha fatto temere che il suo partito spingesse avanti le radicali riforme  costituzionali e giuridiche proposte dal presidente uscente Andres Manuel Lopez Obrador, che indebolirebbero le istituzioni democratiche e renderebbero ancora peggiore un ambiente imprenditoriale già ostile in alcuni settori. Lunedì il Peso messicano ha guidato le perdite globali, crollando di oltre il 4% e dirigendosi verso la peggiore perdita da giugno 2020, mentre le azioni si sono avviate verso il più grande crollo dalla crisi finanziaria del 2008. Ciò ha portato a un improvviso aumento dei premi di rischio sugli asset messicani, invertendo una strategia che aveva fornito agli investitori rendimenti a due cifre acquistando pesos sulla scia della stabilità fiscale e di prospettive di crescita favorevoli. Nonostante la disfatta del peso sia potenzialmente temporanea, serve da forte monito di come i rischi politici possano rapidamente ribaltare le strategie di investimento nei mercati emergenti. Il segretario al Tesoro del Messico, per calmare i mercati, si è impegnato martedì a ridurre i deficit del bilancio federale di quasi il 6% del prodotto interno lordo di quest’anno, a circa il 3% nei prossimi anni, dopo che il Paese ha subito un parziale tracollo dei mercati valutari e azionari. Ma gli analisti sostengono che sarà difficile ottenere una riduzione così rapida.

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