
Gli umanoidi nel terzo millennio, rischi, pericoli e vantaggi.
Nicola Marco Decandia, Top Manager della società Desotech di Altamura, “formatore” a livello mondiale in questo settore strategico.
L’intelligenza artificiale/I. A. è un fenomeno che sta crescendo sempre più. Noi giornalisti dall’anno scorso siamo stati investiti dall’Ordine nazionale da una lunga serie di seminari per metterci in guardia dall’utilizzo poco accorto di chi non ha le basi cognitive di questo sistema informatico.
Infatti, il Governo italiano a guida Meloni, a margine del G7 svoltosi nell’aprile scorso, grazie all’interessamento del Sottosegretario Alessio Butti (Innovazione tecnologica e transizione digitale), ha preso di petto la situazione definendo l’intelligenza artificiale la più grande rivoluzione del nostro tempo dal punto di vista antropologico, sociale, economico e produttivo.
Abituati a concepire il lavoro in modo tradizionale, l’intelligenza artificiale sta praticamente soppiantando il lavoro fisico. E’ tempo di regolamentarla costituendo un comitato etico-scientifico con un fondo economico per sostenere questa tecnologia.
Nicola Marco Decandia, 44 anni, nato ad Altamura, è amministratore delegato della Desotech fondata nel 2018.
Nel suo curriculum vanta una esperienza vissuta dal 2009 al 2013 presso la Microsoft di Shangai in Cina all’interno del Dipartimento “Server & Cloud”; conosce la lingua cinese (Mandarino); poi rientrato ad Altamura ha collaborato con un’azienda locale occupandosi di risorse umane e formazione di sistemi informatici.
Nel 2017 lascia questa azienda. I suoi obiettivi sono molto più ambiziosi. La vasta conoscenza ed esperienza acquisita all’estero in uno scenario cosmopolita, gli fanno maturare altri progetti.
Perciò grazie ai buoni rapporti con la Microsoft e aggregato ad altri “player” americani, fonda la sua predetta società.
In questo panorama viene nominato Ambasciatore della CNCF/Cloud Native Computing Foundation, organizzazione mondiale che cura i più grandi progetti “open source” nel mondo.
Da qui inizia la sua parabola ascendente con viaggi in tutto il mondo. Prima della pandemia covid-19 ha viaggiato per oltre 200 giorni; sono stati gli anni di lavoro più intensi e gratificanti facendo conferenze sulle tecnologie open source. Da poliglotta parla inglese e spagnolo, con infarinature di cinese, portoghese e francese; La sua lingua di lavoro è l’inglese
Dall’inizio del 2024 è stato in Perù, poi in Brasile, in Francia, e recentemente anche in Spagna.
Gli eventi sono organizzati da importanti società di fama mondiale: Microsoft, Alibaba, Google che invitano gli ambasciatori/trainer di varie nazioni; Nicola Marco Decandia rappresenta l’Italia; nei suoi interventi parla di intelligenza artificiale e di tecnologie open source, soprattutto di Linux. E’ un sistema operativo, creato gratuitamente, non ha concorrenza; in altri termini è il sistema che si trova incorporato nei cellulari tipo Android , nei siti delle banche, e degli enti pubblici.
Linux fa capo al suo fondatore finlandese Linus Torvalds che ha creato dei software aperti, rispetto a Microsoft che sono sistemi chiusi.
I sistemi open source sono dei codici a sorgente aperta; in altre parole, non sono criptati, bensì si può leggere tutto il sistema operativo come è stato creato e scritto; gli “informatici” sanno di cosa si sta parlando.
The Linux Foundation ha dato vita a numerose organizzazioni che raccolgono l’80% dei progetti mondiali che si traducono in una cifra spaventosa di oltre 13 trilioni di dollari, giusto per dare un’idea.
Nel 2018 questa organizzazione ha fatto nascere la CNCF/Cloud Native Computing Foundation, il cui sistema piramidale è rivolto a tutto il mondo del “cloud”.

Gli affiliati a questa organizzazione vengono invitati agli eventi organizzati per l’occasione, tra cui Nicola Marco Decandia che opera appunto da divulgatore, da formatore, che ha l’obiettivo di far crescere gli utenti al fine di migliorare l’utilizzo di questi sistemi open source.
L’informatica ha subito un’altra innovazione, con i “transformer” che utilizzano il linguaggio verbale umano; nato nel 2017, ha aperto frattanto numerose altre strade.
I computer stanno diventando sempre più sofisticati tecnologicamente con una evoluzione impressionante. Non passa giorno che non vengono aggiunte nuove applicazioni all’intelligenza artificiale.
I “chatbot” basati sull’intelligenza artificiale sono programmi informatici in grado di simulare le interazioni umane utilizzando l’apprendimento automatico; chatbot e “CHATGPT” sono in grado di generare qualsiasi cosa dal testo verbale e scritto alle immagini, come pure alla musica.
Il cervello umano viene sostituito in una frazione di secondo in “azione artificiale”. Per il giornalista, l’attore, l’artista, lo studente, il musicista non c’è più bisogno di stare ore alla scrivania ad elaborare con la mente un progetto.
Sono sufficienti degli imput, delle indicazioni verbali all’intelligenza artificiale, e questa elabora in pochi secondi il progetto richiesto.
Anche un referto medico potrà essere convertito in una terapia; altro sistema futuristico già utilizzato è la “clonazione della voce”; basta un frammento vocale di un eloquio che il sistema ti “copia” il timbro di voce.
Qui si entra nella vera fantascienza, con un elevato rischio di utilizzo a danno di incauti fruitori.
Altro fattore è l’elaborazione di relazioni vocali e scritte. Dato al sistema vocale delle indicazioni su un determinato tema, l’intelligenza artificiale ti elabora un articolo giornalistico, una relazione tecnica, senza perdere tempo per l’addetto.
Altro elemento allarmante -continua N.M. Decandia – sarà l’occupazione in futuro.
Ogni qualvolta si ferma ad analizzare un nuovo processo elaborato dall’intelligenza artificiale, ammette che regredisce l’indice di occupabilità.
La UE ha emanato una sorta di manuale per regolamentare l’utilizzo dell’intelligenza artificiale rispettando la privacy e la trasparenza.
Purtroppo in un futuro prossimo imminente l’Europa diventerà terra di smercio per i prodotti lavorati manualmente nei paesi in via di sviluppo.
Immaginiamo la rivoluzione industriale nell’Ottocento, che ha cambiato il mondo.
A livello europeo l’Italia è forte, conclude N.M. Decandia; tuttavia, l’intelligenza artificiale presenta un dato negativo: è una grande energivora; richiede insomma un impressionante consumo di energia elettrica.