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Bilancio sulla parità di genere in Puglia

Senza distinzioni di sesso, razza, colore, origine etnica o sociale, lingua, religione o di qualsiasi altro tipo, questa è l’Unione Europea fondata sul principio di eguaglianza.
Il Principio è garantito costituzionalmente anche dall’Italia, tuttavia la Puglia, pur essendo uno dei territori più dinamici del Sud Italia, ha ancora una serie di gap da colmare. Le disparità si hanno in particolare riguardo al Capitale Umano, nel sistema di istruzione-formazione-lavoro, per il diritto alla parità di trattamento nel caso di ricerca del lavoro, per le promozioni, il salario e gli orari di lavoro. I più recenti valori degli indicatori statistici dell’EIGE European Institute for Gender Equity, riportati nel Bilancio regionale sull’equità di genere, lo confermano.

La legislazione europea in materia di parità di trattamento definisce i livelli minimi di protezione per chiunque viva e lavori nell’Unione Europea EU. Dal 2000 l’UE ha vietato la discriminazione del lavoratore in base alla sua età, pertanto non possono essere negate promozioni o formazione a causa dell’età, perché si è più giovani o più vecchi di altri colleghi. Aggiungiamo tuttavia che 5,23 milioni di donne nell’UE ritengono di essere discriminate sul posto di lavoro.

Secondo una legge europea, la Direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione, Women on Boards,  nelle grandi società quotate in borsa, con più di 250 dipendenti, entro luglio 2026 dovrà essere incrementata la presenza delle donne con incarichi di amministrazione. Senza prescindere dal criterio del merito, i posti di amministrazione dovranno essere occupati da donne per il 40% dei posti senza incarichi esecutivi e per il 33% di tutti i posti. Inoltre vigerà l’obbligo della trasparenza e della comunicazione delle informazioni sulla rappresentazione di genere nei consigli di amministrazione. Così come i paesi dell’UE dovranno adottare misure sanzionatorie, ad esempio multe, per le aziende che non definiscano procedure aperte e trasparenti, arrivando a sciogliere i consigli di amministrazione che violino i principi della direttiva. Ma la questione ha una portata più ampia, non solo ai livelli apicali.

Di questo, e non solo,  si parlerà venerdì 10 maggio, dalle ore 10.30, nel Palazzo della presidenza della Regione Puglia al Festival dello Sviluppo Sostenibile, nel workshop dedicato al Bilancio di Genere 2021-2022 della Regione Puglia.

Il Bilancio, approvato dalla Giunta Regionale lo scorso 5 marzo, è uno strumento di rendicontazione, di analisi del raggiungimento dell’obiettivo dell’equità di genere all’insegna della trasparenza. Quindi è anche lo strumento di programmazione per l’individuazione degli interventi del decisore pubblico regionale, oltre che di controllo per il necessario monitoraggio del loro stato di attuazione.

Seguendo l’esempio del Bilancio di Genere dello Stato, nel Bilancio Regionale sono state considerate le questioni di genere in un percorso di emancipazione rispetto alle più generali questioni sociali. È stata inoltre analizzata la presenza di aziende certificate UNI/PdR 125:2022, pertanto nel documento di Bilancio si riscontrano in Puglia 550 imprese certificate per la parità di genere, al 2023, pari al 5,7% del totale nazionale (9880)

Fermo restando che la certificazione è sempre su base volontaria e su richiesta dell’impresa, a rilasciare la certificazione provvedono gli organismi di certificazione accreditati presso Accredia (regolamento CE 765/2008). Con il decreto del Ministro per le pari opportunità e la famiglia “Parametri minimi per il conseguimento della certificazione della parità di genere alle imprese e coinvolgimento delle rappresentanze sindacali aziendali e delle consigliere e dei consiglieri territoriali e regionali di parità” in Italia è stata recepita la Prassi UNI/PdR 125:2022 ed è stato previsto l’onere per i datori di lavoro di fornire annualmente un’informativa aziendale sulla parità di genere che rifletta il grado di adeguamento a tale Prassi.

La norma tecnica UNI/PdR 125:2022 prevede l’adozione di specifici indicatori, Key Performance Indicator (KPI), relativi a sei aree di valutazione delle variabili che caratterizzano un’organizzazione, per valutare quanto sia inclusiva e rispetti i principi della parità di genere: Cultura e strategia, Governance, Processi Human Resources, Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda, Equità remunerativa per genere, Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro.

Per la misurazione del livello di equità di genere raggiunto da una organizzazione e del relativo miglioramento nel tempo, ogni area è contraddistinta da un peso percentuale, per un totale pari a 100. È  previsto il raggiungimento del punteggio minimo complessivo del 60% per ottenere la certificazione.

550 sono una goccia nel piccolo mare di imprese pugliesi, ma sono pur sempre un inizio. Scorrendo i dati degli indicatori raggruppati per i sette domini dell’IGEE quali lavoro, competenze, potere, reddito, tempo, salute, violenza, si osserva per il biennio 2021-2022 un divario di genere nel territorio pugliese e all’interno della Pubblica Amministrazione regionale.*

Citiamo tra gli altri, nel 2022, un incremento del tasso di occupazione femminile pugliese inferiore all’incremento registrato a livello nazionale, inoltre il tasso di occupazione delle donne continua ad essere inferiore rispetto a quello degli uomini, quindi inferiore a quello corrispondente a livello nazionale. Così come il tasso di part-time involontario, nonostante sia in calo per gli uomini e per le donne, è comunque ad un livello più alto per le donne rispetto agli uomini pugliesi e rispetto al corrispondente dato nazionale. Riguardo agli occupati sovra-istruiti la percentuale è in aumento per gli uomini pugliesi e in lieve calo per le donne, ma la percentuale delle donne resta comunque a livelli più elevati di quasi ben 4 punti percentuali rispetto agli uomini.

Riguardo alla formazione e alle scelte disciplinari, le donne sono sovra rappresentate nelle discipline umanistiche ed educative, sotto rappresentate negli ambiti  Science (scienza), Technology (tecnologia), Engineering (ingegneria) e Mathematics (matematica)STEM, anche se la percentuale di donne laureate è maggiore di quella degli uomini in entrambi i contesti disciplinari.

Riguardo alla partecipazione civica e alla vita politica, nel biennio oggetto di analisi, si è osservata una percentuale lontana dalla parità rispetto a quella maschile, ancora prevalente, ed inferiore alla media nazionale. Sono inoltre in aumento le donne con un salario più basso, sia a livello regionale sia nazionale.

Nel quadro delineato dal Bilancio compaiono anche i dati dei posti pubblici e privati nei servizi socioeducativi per la prima infanzia, di gran lunga inferiori rispetto alla media nazionale. Così come è stata analizzata l’equità di genere tra il personale dell’ente regionale, con indicatori di fonte interna, da cui emerge che per circa la metà il gap di genere è a sfavore delle donne, 10 indicatori su 19, e nel 20% dei casi si ha un peggioramento del gap tra il 2021 e il 2022.

La frase di Papa Francesco “Il mondo sarà migliore se tra uomini e donne ci sarà parità nella diversità”, per ringraziare le donne nel loro ruolo e impegno per costruire una società più umana, va intesa in senso più ampio, nell’intento del Papa di confermare come la parità in tutte le diversità ne consente una valorizzazione in ogni contesto, risolvendo attriti e scontri in ogni ambito per il miglioramento continuo.

Non da ultimo, rammentiamo l’obiettivo ambizioso dell’Agenda ONU che prevede si debba raggiungere entro il 2030 l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze. I bilanci futuri consentiranno di valutarne il trend, se volto al raggiungimento di tale obiettivo.

L’ingresso all’incontro sul Bilancio di Genere 2021-2022 della Regione Puglia è libero, ma occorrerà confermare la partecipazione al seguente link: https://forms.gle/kPtYB16hnHHNSb7m9.

Inoltre sarà comunque possibile seguire l’evento in streaming sulla pagina Facebook della Regione Puglia. (https://www.facebook.com/search_results/?q=regione+puglia).

*Tale set di indicatori è quello adottato dalla Ragioneria Generale dello Stato in via sperimentale per il proprio Bilancio di genere 2021 (MEF-RGS).

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